Il teatro d’aia ha fatto commuovere gli agricoltori lucani e pugliesi grazie alle associazioni ALT e Le Vie del Pane che, in collaborazione con i Salesiani di Betlemme, fondatori e custodi dell’antico forno, con la partnership della Camera di Commercio di Matera, con la Proloco di Lavello, l’Unioncamera Basilicata, la Regione Basilicata, la Provincia di Matera, il Comune di Matera e il Comune di Gravina hanno organizzato la manifestazione “grano duro in festa” vivendo una giornata di festa così come avveniva quando il raccolto era ottimo. Questo era l’obiettivo degli organizzatori della manifestazione che, partendo dal grano duro prodotto sul territorio apulo lucano e dal suo valore economico, essendo il secondo polo di produzione e trasformazione di grano in Europa, hanno messo in piedi un programma molto apprezzato sul territorio. Infatti, alla manifestazione hanno aderito, sostenendola, 15 produttori cerealicoli, 20 panificatori e 1 mulino destinati ad aumentare di numero.
Testimonial d’eccezione Renzo Arbore. Ed è stato anche grazie alla partecipazione dell’artista foggiano che hanno fatto seguito parecchie adesioni di agricoltori di notevole rilevanza economica presenti nella zona.
Al mattino, nei campi materani della Martella, messi gentilmente a disposizione da Serafino Di Palma della Masseria del Parco, cinquanta attori hanno messo in scena il momento della mietitura. Con le falcette hanno tagliato il grano, composto i fasci e poi realizzato i covoni. Tutto questo è avvenuto alla presenza di tanti bambini accompagnati non solo dai genitori, ma anche dai nonni che non hanno lesinato lacrime di commozione nei loro ricordi di bambini. Sotto il sole di luglio, è stato spiegato ai presenti il processo di lavorazione del grano duro come avveniva agli inizi del secolo scorso, quando non esistevano i mezzi moderni. Ecco che il teatro d’aia ha avuto anche un ruolo formativo e culturale soprattutto nel pomeriggio, quando durante il momento della trebbiatura è stata messa in funzione una trebbia degli anni quaranta fabbricata nei luoghi di Lavello (PZ) con marca Cicoria. E quando i nastri dell’antica trebbia si sono bloccati, è intervenuto il maestro meccanico, presenza fondamentale durante quegli anni affinchè non ci fossero problemi nello svolgimento delle attività di trebbiatura, che in pochi minuti ha sistemato tutto. Anche i trattori Landini erano molto suggestivi, ma soprattutto i cinquanta figuranti, che vestivano in abiti tradizionali degli inizi del secolo scorso, hanno utilizzato parecchi mezzi antichi, tra cui una mulinetta. Altri mezzi sono stati raccolti in un’area della masseria grazie alla partecipazione di diversi proprietari che hanno messo a disposizione gli strumenti poi raccontati e spiegati a tutti da Mimmo Manicone della Masseria San Domenico. Il prof. Mirizzi del Dicem (Dipartimento delle culture europee e del Mediterraneo) ha inaugurato la raccolta fotografica retrospettiva “scene di vita contadina della mietitura e della trebbiatura” curata da Teta Colamonaco. E tutto si è concluso in un atmosfera intima e piacevole con il concerto di musica popolare contaminata dal jazz e dal blues dei Uaragnaun.
“Tanti gli spunti di riflessione – sostiene Rosita Stella Brienza, presidente dell’associazione ALT- ma soprattutto occorre riflettere sull’importanza del grano duro che rappresenta il prodotto d’eccellenza del nostro territorio apulo lucano e soprattutto è la materia prima che caratterizza il pane, i taralli, la focaccia, le friselle, la pasta, i dolci e tanto altro ancora. A Bergamo, dove si è realizzata la festa della mietitura, si parla del valore del grano tenero. Nella nostra zona apulo lucana si coltivano più di sessanta tipi di grano duro che rappresentano in Europa il secondo polo produttivo. Purtroppo oggi, nei campi di Jesce, zona di confine tra Matera e Altamura, si coltiva grano tenero e questo fattore potrebbe rappresentare un grave rischio per il nostro territorio soprattutto perché la resa del grano tenero è maggiore rispetto a quella del duro. I nostri prodotti rappresentano un sistema a cui va dato il giusto valore. Ecco perché il grano duro e la semola vanno valorizzati attraverso gli strumenti più idonei. Nel frattempo, stiamo creando un ponte di pace verso tutti i Paesi del Mediterraneo e verso l’Europa, mettendo in collegamento il forno più antico di Betlemme, fondato e custodito dai Salesiani di Betlemme, con il forno più antico di Matera. E come dice Predrag Matvejevic, noto scrittore serbo croato e presidente dell’associazione Le Vie del pane, Pane è pace”.