La parola a Giovanni Spagnuolo, in arte Giò Spanish. Come è nata questa collaborazione con la Blu Video per il Vaso di Pandora?
“Con Geo siamo amici da tantissimi anni. Con lui ho vissuto un’esperienza a livello musicale in una piccola band, eravamo la “Giò Spanish e i perverso rock”, ricordo che il regista Coretti suonava il basso mentre io cantavo. Era la formazione originale di quella band, poi sono arrivati Paolo Braia e Paolo Galante. Dopo aver chiuso quest’esperienza Geo Coretti mi ha richiamato dopo qualche anno per offrirmi la parte del prete nel corto “L’attesa di Giorgio”, che ha riscosso un grande successo anche a livello nazionale. Successivamente ho collaborato con il collettivo Sofokov, un gruppo di amici che condividono la passione per il cinema. La scorsa estate la Blu Video doveva girare questo film e Geo Coretti ha ritenuto opportuno contattarmi. L’interpretazione nel corto L’attesa di Giorgio è stata molto apprezzata e così mi sono ritrovato a fare il cuoco”.
Tutti conoscono la tua passione per le canzoni di Albano e la tua originale imitazione del cantautore salentino. Come è nata l’idea di trasferire questa tua caratteristica nel Vaso di Pandora?.
“Mi piace tantissimo imitare Albano e così ho deciso di sfruttare questa cosa per creare un personaggio con la sua voce. E’ nato tutto per gioco ma a quanto pare sono riuscito ad esprimermi come piaceva al regista e la gente ora è molto affezionata a Romano, il nome del cuoco che ho interpretato sul set. “
Cosa ricorderai di questa esperienza?
“E’ stato il primo film, il mio primo lungometraggio e il primo amore non si scorda mai. Collaborare di nuovo con la Blu Video è stata un’esperienza fantastica, anche perché la squadra è fenomenale, piena di energia e pronta a trasmettere emozioni a tutti coloro che decidono di far parte di questa “famiglia”
Quali sono i personaggi che ricorderai particolarmente?
“Sul set mi sono divertito tantissimo anche perché con noi c’erano personaggi molto simpatici come Raffaele Contini, Roberto Porsia, Uccio Mastrosabato e Giancarlo Fontana”.
Il Vaso di Pandora ti ha fatto incrociare di nuovo un’amica carissima, Angela Lo perfido..
“In effetti è andata proprio così. Con Angela ci conosciamo da vent’anni e io non sapevo che fosse stata selezionata per interpretare il ruolo della mia fidanzata nel film in questione. Ci siamo incontrati sul set ed è stata una piacevole sorpresa per tutti e due”.
Cosa rappresenta per te il Vaso di Pandora?
“Non è stato il classico film girato a Matera che ci ha fatto passare per agricoltori ignoranti e gente senza futuro, è vero siamo una piccola città del Sud ma abbiamo dimostrato che possiamo fare miracoli anche senza grandi risorse, dimostrando di saper sfruttare al meglio quello che abbiamo per creare qualcosa di grande e per crescere insieme”.
Sarai protagonista anche nel prossimo film della Blu Video?
“Sì, ci sarò ma non posso ancora svelare la parte che mi è stata assegnata dal regista”.
Nel Vaso di Pandora è stata particolarmente apprezzata l’interpretazione di uno dei Fratelli Bandiera, Paolo Irene. Architetto con la passione per la musica e per il cinema, Paolo è un “nipote d’arte”, suo nonno, Francesco Paolo Paolicelli, era infatti un musicista e ha suonato anche la fisarmonica in Africa, quando era prigioniero di guerra degli americani.
Paolo, considerata la tua vena artistica, il grado di parentela con il regista e la presenza nel cast di tuo fratello Nando, nel Vaso di Pandora non potevi prorio mancare…
“Quando la domenica ci ritroviamo a pranzare insieme sia con Geo che con mio zio Francesco Paolo Paolicelli, che ha composto la colonna sonora assieme a Francesco Altieri, si crea un fermento artistico fuori dal comune e parliamo solamente di musica e cinema. Per questo è stato un piacere collaborare a questa produzione cinematografica.
I bene informati sanno che ora sei il front-man di una nuova band tutta materana “Jazza band” ma anche sul set ha dimostrato di avere anche la stoffa dell’attore. Cosa ricorderai di questa esperienza?
“Dopo aver partecipato al film Il Rabdomante, girato sempre a Matera, cantando due canzoni in dialetto materano che in italiano si chiamerebbero “Teresa, Teresa” e “Giugno traditore”, Geo mi ha scelto come terzo componente di questa banda della malavita locale. Ho letto il copione e naturalmente ho deciso di interpretarlo a modo mio. ha ritagliato questo ruolo, ti calzava a pennello, mi ha dato spazio mi dava la direttiva e io andavo a braccio. Chiaramente abbiamo cercato di farne una parodia visto che il film deve soprattutto far divertire la gente.
Sul set hai dimostrato di sentirti a tuo agio, proverai anche a fare l’attore?
E’ stato facile perché sono stati bravi loro, i soci della Bluvideo sono molto umili ed è stato un piacere girare in quel film perché ci sentivamo parte di una grande famiglia, non solo a livello di parantela, ma anche in riferimento a tutti i rapporti di amicizia che sono nati in quei giorni.
Naturalmente no. E’ stata una esperienza simpatica ma io resto un architetto e il mio vero hobby resta la musica, mentre il cinema è venuto per caso.
Se Geo ti propone di partecipare anche al prossimo film cosa gli risponderai?
Se mi regala un ruolo importante, che rispecchia le mie aspettative accetterò volentieri, altrimenti rifiuterò senza problemi, come ho fatto già con un paio di proposte. Non voglio partecipare solo peri il gusto di apparire, non mi interessa la popolarità fine a se stessa.
Interviste a cura di Michele Capolupo