“Proprio nel giorno in cui c’è la conferma da parte della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile che la bolletta energetica in Italia è stata più salata nel 2012, nonostante la crisi e la riduzione dei consumi e, contemporaneamente, l’Eni annuncia una nuova offerta per gli operatori nazionali ed internazionali del mercato del gas, la vicenda dell’intesa sul gas della Val d’Agri tra Comuni ed Eni assume aspetti ancora più rilevanti”. E’ quanto sostengono in una nota congiunta i consiglieri regionale Antonio Autilio e provinciale di Potenza Vittorio Prinzi, evidenziando alcuni dati del dossier ”I costi dell’energia in Italia” della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile: la bolletta italiana è stata più cara del 18% rispetto alla media dei Paesi europei mentre se si allineassero i prezzi in Italia si potrebbero risparmiare ogni anno 25 miliardi. Ma sul ‘caro bolletta’ – aggiungono – pesano anche tasse elevate, una dipendenza dai combustibili fossili tra le più alte in Europa (pari all’82% e per l’importazione di petrolio, gas e carbone l’Italia paga una fattura di 65 miliardi), un mercato del gas e dell’elettricità con prezzi molto più alti rispetto alle altre piazze europee. Per il gas naturale le famiglie pagano dal 24% al 35% in più della media europea (circa 300/anno per famiglia); le imprese, specie medio-piccole, risentono invece degli alti costi dell’elettricità, dovendo fare i conti con un kWh dal 30% fino all’86% più caro della media europea. Anche i prezzi di benzina e gasolio, che rappresentano la voce principale di spesa della bolletta energetica, sono mediamente più alti del resto d’Europa e questo differenziale è aumentato in modo sensibile negli ultimi anni.
Dunque – rilevano Autilio e Prinzi – la gestione del gas che l’Eni cederà ai Comuni della Val d’Agri a seguito della realizzazione della Quinta linea del Centro Oli di Viggiano va affrontata con tutti i soggetti istituzionali (Comuni, Area Programma, Regione e Provincia) senza personalismi, senza fughe in avanti e in stretta sintonia con i soggetti sociali interessati oltre i cittadini e le famiglie, vale a dire i titolari di pmi di ogni settore d’attività e del mondo agricolo. I benefici devono perciò ricadere sulle utenze domestiche e su quelle industriali, commerciali, di imprese turistiche e di servizi per ridurre i costi aziendali, incrementare la competitività e contribuire a creare nuova occupazione. Fare in fretta sì – dicono i consiglieri regionale e provinciale – ma anche bene, valutando tutti gli aspetti che non sono certamente semplici tra i quali la scelta su chi affidare il gas ceduto, tenuto conto della novità rappresentata dalla nuova proposta di Eni illustrata all’Anigas (Associazione nazionale industriali gas) che potrebbe contribuire allo sviluppo di un mercato italiano più efficiente e trasparente e, auspichiamo, con tariffe più vicine a quelle medie dei Paesi dell’Ue e quindi più vantaggiose per gli utenti rappresentati da famiglie e da imprese. Limitare la questione ad una firma in più o in meno all’intesa – concludono Autilio e Prinzi – è fortemente riduttivo e non aiuta a risolverla”.
Lug 11