I segretari della Fp Cgil e della Cisl Fp, Maragno e Bollettino commentano in una nota la replica del Commissario del Consorzio Industriale di Matera Gaetano Santarsia. Di seguito la nota inviata alla nostra redazione e le due note precedenti.
La reazione decisamente stizzita e oltre misura nervosa del commissario ing. Santarsia alle nostre critiche sulla gestione commissariale di questi tre anni del Consorzio industriale di Matera non fa altro che confermare quanto portato all’attenzione dell’opinione pubblica da FP CGIL e CISL FP. Cercare di ridurre il tutto a beghe di vicinato non risolve le questioni sollevate, anzi le lascia tutte sul tappeto.
Egregio commissario, il Consorzio è un ente pubblico economico, il soggetto, cioè, che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi e che opera nella sua gestione (copertura dei costi con i ricavi), con il disegno organizzativo proprio dell’impresa privata. Ma, poiché ha natura pubblica è sottoposto alle direttive e ai controlli di organi dell’amministrazione pubblica ( in questo caso della Regione che ha il potere di nomina degli organi e della Corte dei conti che ha invece il potere di controllo sulle spese). Un’erosione cosi forte (4 milioni di euro in soli 3 anni) della dotazione finanziaria dell’ente porrebbe qualche problema a qualsiasi impresa.
Tra l’altro egregio commissario, essendo il consorzio, lo ripetiamo, un ente pubblico e come tutta la pubblica amministrazione parla per atti, le responsabilità ove ci fossero possono essere facilmente accertate e sanzionate. L’impressione che abbiamo, invece, è quella di trovarci davanti al solito vecchio gioco italiano dello scarica barile. E’ sempre colpa di qualcun altro!! Quindi se paese dei balocchi era, paese dei balocchi continua a essere…..
In merito alle relazioni sindacali il commissario dimentica che FP CGIL, CISL FP, FINDICI rappresentano la maggioranza degli iscritti nel consorzio. Se il commissario (bontà sua) ha veramente intenzione di confrontarsi con il sindacato, ci invii le informazioni tante volte richieste e mai ricevute su: 1) quanto pesa sul monte salari il costo della dirigenza e degli organi politici; 2) quanto si spende per personale e in che misura la spesa per il personale incide sul bilancio del Consorzio; 3) quante convenzioni sono state stipulate e perché non vengono valorizzate invece le professionalità interne; 4) come sono distribuiti i carichi di lavoro; 5) quali sono i piani occupazionali rispetto all’andamento economico dell’Ente. Su tutto questo ci è sempre stata negata qualsiasi informazione. Essere chiamati solo per dire si o no è una modalità di relazioni sindacali che non ci interessa. Pertanto restiamo in attesa delle informazioni richieste.
Al Presidente De Filippo e agli organi competenti chiediamo di verificare se anche gli incarichi politici conferiti al Consorzio industriale di Matera rientrano nella disciplina in materia di incompatibilità con gli impieghi pubblici prevista Dlgs 39/2013 che impone misure tempestive anche per gli incarichi in essere e che prevede la decadenza dall’incarico entro il termine perentorio di 15 giorni.
Infine, per quanto riguarda invece “l’unica ragione di vita” ebbene: pensare di essere il solo al centro della nostra azione sindacale è quanto meno presuntuoso non foss’altro per lo scarso appeal !!!
Vito Maragno (CIGL FP) e Giuseppe Bollettino (CISL FP)
In merito alle polemica lanciata nei giorni scorsi dai segretari della Fp Cgil e della Cisl Fp, Maragno e Bollettino, il commissario del Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Matera, Gaetano Santarsìa ha inviato alla nostra redazione una nota che riportiamo integralmente.
“Dispiace constatare che i pregiudizi e l’astio nei miei confronti siano diventati quasi una ragione di vita per alcune persone che pure occupano ruoli di una certa responsabilità ed importanza. L’attacco dei segretari della Fp Cgil e della Fp Cisl, alla gestione commissariale del Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Matera, ha il sapore dello sfogo da frustrazione.
Sin dal mio insediamento sono stato fatto oggetto di critiche preventive, da parte delle segreterie dei due sindacati, non basate su questioni di merito ma evidentemente sulla scelta di ridimensionare il ruolo, i privilegi e le prebende ingiustamente, a mio giudizio, assegnate ad alcuni dirigenti e funzionari dell’ente. Di qui la battaglia per far tornare tutto come prima, quando il Csi era, per alcuni, il paese dei balocchi. In ogni caso per non sfuggire al confronto ho ritenuto di fornire le risposte alle domande poste nella nota dei due segretari per il rispetto che continuo ad avere nei confronti del sindacato e non dei suoi due responsabili.
1) Al Commissario non si possono imputare problemi legati alla crisi economica che sta attanagliando il Paese e l’Europa da anni e per questo non si può, a meno che non si sia in palese malafede, lanciare l’accusa di non aver assegnato nuovi lotti nelle aree industriali. E’ appena il caso di ricordare inoltre che il Consorzio non ha la possibilità e la competenza per muovere le leve della politica industriale e non può quindi frenare o fronteggiare la crisi del sistema manifatturiero. Ha invece il compito di gestire le aree industriali e di fornire servizi.
2) Sul tema dei servizi, nel corso degli ultimi due anni, dopo un’attesa durata almeno un lustro, si è riusciti finalmente a far arrivare il metano nelle condotte della zona industriale di Jesce. E’ inoltre ormai imminente l’attivazione della rete gas anche per le aziende insediate a La Martella, frenata per problemi di natura burocratica e non per inerzia del Consorzio. E‘ poi in via di definizione l’entrata in funzione della rete internet a banda larga per le imprese del Materano che permetterà anche l’attivazione del servizio di videosorveglianza delle zone industriali. Quanto alla gestione delle aree, la rapidità di azione per la ristrutturazione del tronco ferroviario della Ferrosud e per la risoluzione del problema dei miasmi in Valbasento non hanno bisogno di ulteriori commenti.
3) La valorizzazione degli asset di proprietà del Csi (centro intermodale, aeroporto e immobili direzionali) è legata alle leggi di domanda e offerta. Il Consorzio non può costringere nessuno a essere interessato agli immobili, mentre per il centro intermodale di Pisticci e per l’aeroporto Mattei si sta lavorando in silenzio, come piace a noi. A breve saranno comunicate importanti novità positive.
4) Riguardo alla dotazione finanziaria passata da 20 a 16 milioni, ricordiamo alla Fp Cgil e alla Cisl Fp che il Consorzio sta pagando per gli errori commessi in passato (anche dai loro protetti e suggeritori) in termini di contenziosi legali persi e, comunque, circa 2 milioni sono stati restituiti a titolo di rimborso di quote di finanziamento alla Regione Basilicata. La gestione commissariale rivendica inoltre il merito di aver tagliato tutte le spese improduttive, di aver drasticamente ridotto il numero dei contenziosi e gli esborsi per le spese legali.
E’ evidente che di queste questioni avremmo volentieri parlato con il sindacato qualora avesse richiesto un confronto produttivo. Non è stato così perché i responsabili delle due sigle preferiscono portare avanti battaglie personali, chiedere aumenti contrattuali (puntualmente e doverosamente respinti) del 7% superiori rispetto a quelli concordati a livello di contrattazione nazionale e difendere le richieste immotivate in termini di avanzamento di carriera di alcuni loro assistiti che costituiscono ormai una esigua minoranza del personale del Consorzio.
E’ questo il vero quesito che i sindacati Fp Cgil e Cisl Fp dovrebbero porsi: perché hanno perso così tanti iscritti?”.
Matera 11 luglio 2013
Il Commissario del Csi Gaetano Santarsìa
Riportiamo di seguito la nota inviata da Vito Maragno (CIGL FP) e Giuseppe Bollettino (CISL FP) e già pubblicata su SassiLive.
Il comunicato stampa di qualche giorno fa, con cui il commissario del Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Matera ha annunciato che il bilancio dell’anno 2012 si è chiuso in positivo, ha avuto l’unico merito di attirare l’attenzione su di un ente sul quale è da tempo caduto un pietoso ( ma interessante ) velo di oblio.
Né l’assessorato regionale alle attività produttive, né le forze politiche di maggioranza o di opposizione, né le categorie produttive hanno ritenuto di verificare approfonditamente sui tre anni di questa gestione commissariale e sulle eventuali ripercussioni avute nelle (mancate ) azioni di sostegno alle imprese.
Se mai decidessero di farlo si dovranno porre una serie di interrogativi:
quante assegnazioni di aree industriali sono state fatte a vantaggio delle imprese? 2) quali nuovi servizi sono stati attivati ? 3) quali progetti sono stati messi in campo per fronteggiare la crisi dilagante del settore manifatturiero? 4) In che stato versano le aree industriali? 5) quali iniziative sono state messe in campo per la migliore utilizzazione degli assets di proprietà, quali il centro intermodale o gli immobili direzionali costati diversi miliardi di vecchie lire? E la pista “Mattei” che fine ha fatto? Continuerà ad essere causa di dispendio di danaro pubblico senza un’effettiva finalizzazione? Ed infine, ma non per ultimo, il personale in quale conto viene tenuto dal momento che abbiamo notizia di numerosi ricorsi all’autorità giudiziaria per il riconoscimento dei propri diritti? Come mai è stato sottoscritto un contratto integrativo di ente ( non firmato da FP CGIL, CISL FP e FINDICI ) che non eroga, ma elargisce un premio di produttività addirittura retroattivamente, scontentando tutti? Una gestione che non si preoccupa minimamente di che fine faranno questi lavoratori alla luce della legge di riforma dei consorzi industriali che prevede una generica ricollocazione di costoro in altri enti senza porsi minimamente il problema di come salvaguardare le professionalità di questi lavoratori? si continuano a fare assunzioni , a dare incarichi esterni o a stipulare convenzioni in una situazione che vede il consorzio a seguito della legge di riforma svuotato delle sue competenze. Se non ricordiamo male il compito del commissario, come prescrive la legge di riforma, doveva essere quello di traghettare l’ente in una nuova impostazione.
Su tutto questo è calato un profondo silenzio!
Eppure basterebbe riflettere su di un dato: Il Consorzio vive, anzi sopravvive solo per gli introiti che riceve da Tecnoparco che ha in fitto gli impianti consortili il che ne fa un Ente che vive di rendita, la cui dotazione finanziaria è passata, nel regime commissariale, da 20 milioni di euro a 16 milioni!
Nessuno però si ripiega su tutto questo. Non arrivano né sollecitazioni né lagnanze da parte delle imprese o dai rappresentanti delle istituzioni.
Per Noi questo resta un mistero alquanto strano, anzi molto strano.
Non sarebbe il caso di risvegliarsi, dando un segnale serio all’opinione pubblica, che questi enti servono alla collettività e non alle poltrone da occupare?
Noi attendiamo una risposta urgente dagli organi preposti, in quanto ci sorge un dubbio: non vorremmo che alla fine della gestione commissariale – a dispetto delle aspettative del personale – qualcuno avanzasse l’ipotesi dello scioglimento del Consorzio e nessuno avrebbe argomenti per evitarlo.
Vito Maragno (CIGL FP) e Giuseppe Bollettino (CISL FP)