Il Consigliere comunale del PDL, Adriano Pedicini, punta il dito contro il PD che a Matera continua a litigare e a tirare a campare invece di dare un futuro alla città dei Sassi. Di seguito la sua nota integrale.
Pedicini: “Le dimissioni di un consigliere del PD, le gravi accuse al Presidente della Commissione speciale, anche lui PD, ad essere incompatibile per tale ruolo, non smuove nulla, nè il sindaco sembra non dar peso a quanto accaduto in Consiglio Comunale. Adduce ha perso ogni controllo sui consiglieri del suo stesso partito, nonostante ciò questa contesa tutta interna viene vissuta con leggerezza ed è evidente che la politica che affiora è quella del tirare a campare; del dare una continuità a questa amministrazione a qualunque costo, perché l’importante non è il futuro di questa città bensì mantenerne la guida”.
Di seguito la nota integrale.
C’è da chiedersi quale spinta alla gestione di questa città possa darsi con l’attuale politica, dopo quello che si è visto nell’ultimo Consiglio Comunale; quando si mette da parte ciò che è vitale alla crescita economica; quando ci si interessa delle cose banali; quando l’impegno è riservato al protagonismo. Frattanto si è costretti a tralasciare tutto ciò che dovrebbe farsi; tutto ciò che porrebbe le condizioni per rimettere in piedi questa città che langue nella disperazione occupazionale, niente si fa perché non c’è armonia. Tutto fermo, dagli strumenti pianificatori ai lavori pubblici, ai PISUS; dove siano finiti i tanti progetti, contestati o no, questo non è dato saperlo. Ad esempio la metropolitana leggera o la tangenziale, oppure le strutture sportive o, ancora il piano casa, per finire ai Sassi ed il recupero degli alloggi popolari. Tutto posto nell’impossibilità di essere portato a compimento. Per non parlare dell’intero impianto cittadino, dall’igiene urbana, la raccolta differenziata, la pulizia della periferia, alla viabilità, le tante buche, le strisce pedonali, insomma dalle cose semplici alle più complesse. Le risposte provengono dall’ultimo consiglio comunale, intriso dal fango gettato nella baruffa tutta interna al Partito Democratico, si sono affrontati in un duello senza precedenti i protagonisti del partito di maggioranza relativa. Si sono minacciate querele e ricorso alla magistratura penale; il consigliere Montemurro si è dichiarato fuori dal suo partito annunciando le dimissione ed a voler usare le sue forti parole: “Comunico sin d’ora di uscire dal partito democratico finché in esso continueranno a militare personaggi di tale specie” dichiarazioni forti che provano gli insanabili e aspri rapporti che si alitano nel partito del sindaco, ai quali rispondono riferimenti chiari e precisi. Rissa politica edificata sul mattone, nodo spinoso, quello della legge 106, variante urbanistica tanto contestata che ha trovato il suo “boomerang” che ha colpito il presidente sugli esiti della commissione speciale. La relazione del presidente della commissione illustrata in consiglio comunale ha lacerato ancor di più il PD e di li in poi le questioni sono andate sull’indigesto. A tutto ciò il sindaco sembra non dar peso, ha perso ogni controllo sui consiglieri del suo stesso partito, nonostante ciò questa contesa tutta interna viene vissuta con leggerezza ed è evidente che la politica che affiora è quella del tirare a campare; del dare una continuità a questa amministrazione a qualunque costo, perché l’importante non è il futuro di questa città bensì mantenerne la guida. Responsabilità che non svincolano i restanti partiti che compongono la maggioranza, questi son colpevoli al pari se non in misura maggiore dell’attuale situazione, responsabili di reggere in piedi una coalizione che in tre anni di governo ha saputo dimostrare solo ostilità e prepotenza; che getta le basi per una spartizione di colpe alle quali nessuno dei consiglieri di maggioranza può sottrarsi per aver gestito male il proprio mandato. Guardano inerti e passivi a ciò che accade, nessuno se ne rammarica, nè si sentono voci di dissenso o prese di posizione inequivocabili, dimenticando di aver ricevuto un indirizzo elettorale per “fare” e non per dare sostegno alla zuffa politica. Alcuni consiglieri non hanno ben compreso che esiste una minoranza ed una maggioranza, null’altro, non vi è una posizione ibrida di comodo che ti solleva quando ritieni che la tua etica politica venga lesa. Il Partito Democratico le sue lotte intestine se le faccia in casa non venga in consiglio comunale a dimostrare insipienza, perché non è ammissibile che nessuno, Uffici e Dirigenti compresi, fossero al corrente dell’incompatibilità del Presidente della Commissione Speciale. Tali episodi contengono matrici ben precisi nelle quali il PDL non vuole esser parte, prende le distanze da quanto accaduto, si dissocia dalla guerriglia insensata, ritiene l’aula il luogo deputato alla crescita culturale e politica della città, luogo da onorare e rispettare non foss’altro per quanto chi ci ha preceduto è riuscito a dire e fare.
Adriano Pedicini, Consigliere comunale PDL