Nel I semestre 2013 sono state complessivamente richieste in Basilicata circa 5 milioni e mezzo di ore cassa integrazione da parte delle aziende, di cui 3 milioni e mezzo per la cig ordinaria, 1 milione 800 mila per la straordinaria e 200 mila per la cig in deroga. E’ quanto si rileva dal sesto rapporto UIL sulla cassa integrazione. Nello specifico del mese di giugno 2013, il totale di ore di cig supera le 755mila unità con un incremento del 39% rispetto al mese di maggio (la cig straordinaria segna l’aumento più consistente, più 216%); gli operai interessati a giugno sono stati 4.442 (di cui 2.723 per la straordinaria) con un aumento di 1.247 operai rispetto a maggio. A livello territoriale – segnala UIL – si registrano sostanziali differenzazioni: a giugno l’aumento di cig in provincia di Potenza è stato pari al 65,4% (rispetto a maggio) a Matera invece appena del 2,4%.
Il Centro Studi UIL ha anche elaborato un raffronto tra il primo semestre 2012 e il primo semestre dell’anno in corso: in Basilicata la situazione del ricorso alla cig è migliorata con una differenza di meno 33,8% (le ore di cig complessive dal 1 gennaio-30 giugno 2012 erano oltre 8 milioni 200 mila) e 2.749 operai in meno (al primo semestre 2012 erano 8.132 contro i 5.383 del primo semestre attuale).
Per la UIL il dato che registra la flessione della deroga invece è dovuto essenzialmente al blocco dei finanziamenti che ha condizionato gli iter autorizzativi da parte delle singole Regioni in questi mesi del 2013.
Il recente rifinanziamento previsto dal Decreto Legge n. 76/13, che ammonta a 550 Milioni di euro, determinerà, con ogni probabilità, una impennata delle richieste dei prossimi mesi, ma tale cifra non sarà comunque sufficiente a garantire la copertura per l’intero anno.
Diventa quindi necessario – commenta il segretario UIL Carmine Vaccaro – aumentare tale dote finanziaria, per tamponare l’emorragia occupazionale. Quello che infatti desta maggiore preoccupazione è il forte aumento delle domande di disoccupazione e mobilità nell’arco dei primi cinque mesi dell’anno, nel Paese, di oltre 600.000 lavoratori: ciò indica come il “travaso” dalla cassa integrazione alla disoccupazione sia sempre più marcato La crescita e’ pertanto la prima risposta al crescere dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali e della disoccupazione, crescita che si potrà stimolare con politiche fiscali finalizzate a alimentare il consumo interno e che consenta di ridurre il Cuneo fiscale. Nel contempo vanno apprezzate le prime parziali risposte al tema della ricollocazione di lavoratori colpiti dalla crisi e in cassa integrazione o disoccupati involontari, come l’ incentivo alle aziende che assumono chi è in sussidio ASPI. Appare, infine, incomprensibile la volontà di intervenire radicalmente, oggi e nel pieno della tempesta economica, sui criteri di concessione della cassa in deroga, unico strumento che tutela milioni di persone, dipendenti di piccole imprese soprattutto, colpite dalla crisi”.
Lug 20