Un segnale di discontinuità, che parte innanzitutto dal confronto costruttivo tra le organizzazioni della rappresentanza sociale, che assume funzioni di “crocevia e laboratorio” dal quale far emergere una comune visione della programmazione integrata con la progettualità intersettoriale, capace di dar corso a concrete filiere, a robusti accordi di sviluppo, tesi a consolidare sistemi produttivi ed economia reale locale. E’ questo il “messaggio” venuto dalla tavola rotonda “Società, economia e territori, ripensare la rappresentanza, costruire opportunità in Basilicata e nel Mezzogiorno” promossa ieri a Potenza dalla CIA e dall’Associazione Basilicata Rurale.
– Il dibattito, introdotto e coordinato dal presidente Cia Basilicata Donato Distefano, ha visto la partecipazione di: Pancrazio Toscano, Associazione Basilicata Rurale; don Filippo Lombardi, delegato Pastorale Problemi Sociali e del Lavoro; Anna Lisa Mandorino, vice segretario generale Cittadinanzattiva; Antonio Miele Confartigianato; Nicola Fontanarosa, direttore Confapi Basilicata; Paolo Laguardia coordinatore Manifesto “Pensiamo Basilicata”; Prospero Cassino Confesercenti-Rete Imprese Italia Basilicata; Carmine Vaccaro, segretario UIL Basilicata. Le conclusioni sono state affidate ad Alberto Giombetti, coordinatore Giunta Nazionale CIA. L’obiettivo dell’iniziativa che prevede ulteriori momenti di confronto per rafforzare cooperazione e partenariato sociale – è stato sottolineato – è di rideterminare un nuovo perimetro all’interno del quale in una logica integrata ed intersettoriale, i ceti produttivi e le loro rappresentanze di Basilicata si riappropriano delle loro funzioni propulsive e propositive da traslare nei prossimi piani/programmi. Ripensare la rappresentanza in Basilicata – è stato concordato dagli intervenuti – vuole essere l’occasione in un momento di evidente crisi, anche Istituzionale, per ridisegnare un nuovo progetto di sviluppo in chiave europea, partendo dal ruolo determinante delle rappresentanze economiche e sociali.
“I sistemi della rappresentanza economica, sociale e territoriale – sottolinea Donato Distefano – sono parte integrante e fondamenta delle democrazie e delle società avanzate. Racchiudono e sono il portato di un sedimento culturale democratico, di modelli relazionali e concertativi, oltre che luoghi di mediazione e cultura di governo. Partendo da tali valutazioni intendiamo come CIA porci al servizio di un percorso collegiale, facendo tesoro di limiti e errori del passato, cercando di recuperare ritardi, colmando carenze. Si tratta di favorire nuove forme di partenariato collaborativo. Particolare attenzione bisogna riporre nella nostra Regione alle opportunità offerte dalle politiche Comunitarie e dai suoi obiettivi quali la coesione, l’occupazione, l’innovazione, la sostenibilità che sono le finalità di Europa 20/20/20. Tali obiettivi dovranno essere perseguiti costruendo percorsi di partenariato, di co-partecipazione, di proporzionalità che di fatti chiamano ad un nuovo protagonismo i corpi intermedi sociali e i portatori d’interessi collettivi. Ma – continua Distefano – la rappresentanza economica e sociale di Basilicata, procede ad un rigoroso aggiornamento e prima di chiedere al resto del sistema a partire da quello politico/partitico, a quello delle Istituzioni, alla PP.AA., alla mondo della finanza, della cultura e quello dell’informazione, si dota di una strategia, supera vecchi schemi, si autorganizza per rispondere meglio alle sfide in atto. Un contributo ambizioso, che guarda con attenzione alle opportunità in corso che possono diventare occasioni di sviluppo e risposte concrete ai problemi esistenti”.
Per Alberto Giombetti, coordinatore della Giunta Nazionale CIA “si tratta di orientare e incidere sulle scelte, fornire un contributo di merito sui programmi che le Regioni si accingono a definire, sugli obiettivi da perseguire, sulle modalità tramite le quali si intendono aggredire gap e ritardi, a partire da quelli infrastrutturali a quelli sull’innovazione, al fine di favorire la buona economia, quella sostenibile, di qualità e valoriale, che genera competitività, redditività, prosperità e coesione. Si tratta di guardare coerentemente alle risorse e alle vocazioni principalmente del territorio, rimettendo al centro l’agricoltura e il sistema agroalimentare, e su di esse innestare innovazione tecnologica. Elemento essenziale: un uso efficace delle risorse provenienti dal ciclo di programmazione comunitario in via di definizione per il periodo 2014/2020 (i Piani Regionali di Sviluppo-Feoga) oltre a quelle ordinarie e aggiuntive che in Basilicata si riferiscono alle royalty su petrolio e acqua”.