Una persona come tutte le altre, perchè un colore della pelle diverso dal nostro non può farci pensare ad un orango tango, con tutto il rispetto per questo animale. Calderoli ha fatto un clamoroso autogol etico ancor prima che politico. Ma la vita va avanti e così Cecile Kyenge da Ministro dell’integrazione è ritornata a Matera, dopo aver accompagnato nella nostra città gli organizzatori del festival della Libera Circolazione e della Carovana dello Jus Migranti, che avevano scelto proprio la città dei Sassi per una tappa di questa bellissima iniziativa di integrazione sociale. Qualcuno potrà storcere il naso per la presenza delle auto blu, peraltro di una nota casa automobolistica tedesca ma l’Italia ha deciso di far parte dell’Europa e la Germania evidentemente gioca un ruolo dominante anche nella scelta dei motori che accompagnano le più alte cariche dello Stato. Scorta a parte, in mattinata il Ministro dell’Integrazione di origine congolese Cecile Kyenge ha riscoperto il fascino della città di Matera. Un breve affaccio da piazzetta Pascoli per ammirare il panorama degli antichi rioni patrimonio mondiale dell’Umanità inserito all’interno di una città candidata a capitale europea della cultura nel 2019 e poi l’ingresso a Palazzo Lanfranchi per partecipare al dibattito in programma nella sala Levi per tutta la mattinata. Ad accogliere il Ministro Kyenge il vice ministro dell’Intero Filippo Bubbico, il presidente della Provincia di Matera Franco Stella, il sindaco di Matera Salvatore Adduce, l’assessore alle politiche sociali Simonetta Guarini e il presidente del Consiglio regionale Vincenzo Santochirico. Solo più tardi è arrivato il vice-presidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella. Dopo la relazione di Gervasio Ungolo, Osservatorio Migranti Basilicata sono arrivati gli interventi di numerosi simpatizzanti del festival della Libera Circolazione e della Carovana dello Jus Migranti mentre l’incontro si è concluso con la proiezione del documentario sulla libera circolazione realizzato nell’IPM con il contributo della Camera di Commercio della Basilicata. Per il Ministro Cecile Kyenge un pranzo a base di piatti tipici della cucina materana presso il ristorante Abbondanza Lucana. Lo chef Francesco Abbondanza ha preparato antipasti all’Abbondanza lucana dai formaggi ai peperoni cruschi, pasta fresca con fonduta di caciocavallo, podolica e pistacchio di Stigliano, arrosto di agnello di Gorgoglione, semifreddo con torroncino con fichi di Stigliano, vino Aglianico della tenuta Eelano. Nel pomeriggio è prevista una visita guidata della città di Matera, con Chiara Prascina pronta ad accompagnare il Ministro Cecile Kyenge alla scoperta ravvicinata dei Sassi.
Riportiamo di seguito il discorso del sindaco Adduce letto in occasione del workshop al quale ha partecipato anche il Ministro Cecile Kyenge.
“Siamo particolarmente grati alle associazioni organizzatrici del Festival della Libera circolazione e della Carovana dello ius migrandi di aver scelto Matera come tappa conclusiva di questa bellissima iniziativa. Fu proprio Cecile Kyenge qualche mese fa, quando nessuno di noi immaginava che potesse essere chiamata a svolgere queste delicato e impegnativo compito, che accompagnò a Matera gli organizzatori del festival. Anche per questo desidero ringraziarla: per aver confermato l’appuntamento a Matera. Ma le siamo grati per il lavoro che sta compiendo a cominciare dalla proposta e dalla battaglia per lo “ius soli” chi nasce in Italia ha diritto alla cittadinanza italiana!
E, permettetemi, per la lezione di stile che proprio in questi giorni ha offerto all’Italia e al mondo! La sua risposta composta, seria, intelligente alle volgarità di bassa lega che le sono state rivolte dimostra quanto tutti abbiamo da imparare dai nostri fratelli e sorelle venuti da lontano e che hanno deciso di stabilirsi in Italia.
Lei signora Ministra ci ha dato un esempio proprio in un momento così difficile per il nostro paese di come dovrebbe ciascuno di noi comportarsi, soprattutto quando si ricoprono cariche importanti. Grazie signora Kyenge”. Lo ha detto il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, nell’aprire la giornata conclusiva della carovana Ius Migrandi nell’ambito del Festival della Libera circolazione.
“Matera è una città che affonda le sue origini all’età del Neolitico e dove le popolazioni migranti trovarono rifugio. Tutta questa ricchezza culturale che abbiamo oggi intorno a noi e che si è sedimentata nella nostra identità, è la testimonianza più tangibile della vocazione del nostro territorio all’accoglienza, all’integrazione. E’ stato grazie al viaggio di popoli migranti che abbiamo potuto fare tesoro del grande potenziale intellettuale della Magna Grecia. Ecco, noi siamo patrimonio mondiale dell’umanità grazie ai popoli migranti che hanno attraversato le nostre terre. Siamo una città che non ha paura di chi viene da altre nazioni, da altri continenti perché nel nostro DNA c’è questa storia millenaria che non ha mai alzato muri ed ha sempre favorito la integrazione.
Ma c’è stato un momento della nostra storia in cui noi stessi siamo stati migranti. E noi stessi, proprio come fecero i greci nell’antichità, siamo andati ad arricchire altre zone del Paese e dell’Europa, il più delle volte spinti dalla necessità. Questo fenomeno accompagnò il passaggio dell’Italia da paese prevalentemente agricolo a settima potenza industriale mondiale. Anche in questa circostanza i migranti hanno prodotto ricchezza e benessere.
Ecco, Matera non ha paura perché ha conosciuto la ricchezza culturale di quelli che sono arrivati nel corso della sua storia millenaria e lei stessa ha fornito persone e trasferito culture in altri posti del mondo.
Grazie a tutto questo Matera è oggi città della pace e dei diritti umani. E lo è non tanto per una etichetta, ma per i comportamenti quotidiani dei suoi cittadini che noi vogliamo rafforzare e valorizzare. È la nostra identità. Ed è proprio intorno a questa identità che noi vogliamo costruire la sfida che stiamo affrontando: diventare capitale europea della cultura nel 2019. Un viaggio, appunto. La paura si sconfigge con la cultura. E quindi vogliamo rafforzare questo processo. Per questo non abbiamo avuto paura quando abbiamo accolto le migliaia di albanesi sulle nostre terre, fra l’altro fratelli di molti albanesi che da secoli hanno messo radici in Basilicata. Anche per questo qualche mese fa abbiamo voluto conferire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama.
Crediamo, infatti, che non è ancora scaduto il tempo della speranza.
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini dello Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese”. Così recita l’articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che raccoglie pienamente dunque lo ius migrandi, diritto ripreso dal Patto internazionale sui diritti civili e politici e rivendicato con forza nella Carta Mondiale dei Migranti proclamata a Goreè nel 2011.
Noi siamo molto onorati di questa scelta. Matera, città candidata a capitale della cultura 2019, crede che il festival della Libera circolazione possa coniugare la cultura con una vocazione alla giustizia e all’accoglienza della nostra città”.
Il saluto al Ministro Cecile Kyenge di Luigi gravela, Consigliere comunale PD
Benvenuta Ministro,
Ho sentito la responsabilità in qualità di giovane amministratore di porgerle il saluto della mia generazione.
Come lei ben saprà la città di Matera, è candidata a Capitale Europea della cultura per il 2019.
Candidatura nata grazie alla creatività e all’ iniziativa di un’associazione di giovani, ragazze e ragazzi che hanno costituito un comitato promotore per far diventare Matera una città laboratorio dove accrescere il proprio patrimonio intellettuale tramite l’interazione di più culture.
Infatti questa città dagli anni ’50 è stata un luogo di sperimentazione, di innovazione, di attrazione di grandi cineasti e artisti, ma anche di feconda ibridazione tra personalità esterne e risorse locali.
Matera da quegli anni ad oggi ha fatto grandi sforzi, cercando di riscattarsi e diventando da vergogna nazionale a prima città del Sud ad essere nominata patrimonio dell’umanità; da città misconosciuta ad una delle principali città d’arte da visitare; è una città che ha messo in atto alcuni importanti interventi di recupero, ma che non ha ancora valorizzato il suo enorme potenziale culturale.
Con la sfida di Matera 2019 vorremmo dotare la nostra città, di un nuovo e forte impulso ideale per una nuova fase della sua trasformazione.
Significa infatti poter pensare a una città che passa da una fase in cui una opportunità per lo più già colta – quella di rendere fruibile il suo territorio storico, con i suoi contenuti architettonici e culturali e con ampie ricadute turistiche – a una nuova fase in cui da un lato punta ad attrarre stabilmente talenti culturali economici e tecnologici e dall’altra si pone il problema della sostenibilità diffusa di tale progetto.
Crediamo che Matera potrà divenire un laboratorio di esempio a livello mondiale, un nuovo modello culturale di progettare, fruire, comunicare città di piccole e medie dimensioni.
Un progetto che si sta allargando e sta contaminando tutta la Basilicata, grazie all’egregio lavoro che il Sindaco di Matera, Sen. Salvatore Adduce e il Direttore Prof. Paolo Verri insieme al comitato stanno conducendo per dimostrare che questo Sud è un valore, un valore condiviso, mondiale, un modello di convivenza.
Un modello che si occupa di riportare al centro luoghi meravigliosi e attivi considerati periferie, che si occupa dell’emigrazione dei suoi giovani, che si occupa della valorizzazione dei suoi talenti. In questa sfida ci sono valori propri di una generazione come la mia, cresciuta negli anni ’80 e ’90.
E allora: Benvenuta Ministro
dalla generazione Erasmus, perchè ognuno di noi ha potuto fare un’esperienza all’estero grazie a questo programma di studio che ti permette di poter ampliare i propri confini, di conoscere culture differenti, di imparare a rispettarle;
dalla generazione del dopo muro di Berlino, che divideva il mondo tra le “grandi forze” capitaliste e quelle dittatoriali, non pensando che entrambi i modelli avevano un corto respiro e che entrambi i modelli hanno portato ad una crisi profonda;
dalla generazione low cost, perchè spostarci di mille km, piuttosto che da una nazione all’altra non è più un problema ma un’opportunità da cogliere;
dalla generazione della pace, perchè crediamo che l’integrazione, che il dialogo tra i popoli, il confronto, sia l’unica via per vivere senza conflitti ed in pace;
Dalla generazione della Libera circolazione, perché ognuno ha il diritto di vivere, di crescere e di lavorare dove meglio vede realizzati i propri sogni e le proprie ambizioni;
dalla generazione Europa, che vive ogni giorno le opportunità create dalle associazioni di scambio giovanile che creano dibattito sui temi del welfare piuttosto che di occupazione con un ottica più globale che locale;
dalla generazione della multiculturalità, perchè ognuno di noi vive ogni giorno nei luoghi di studio, di lavoro con amici che hanno un altro colore di pelle, altre tradizioni
Benvenuta ministro, dalla generazione dell’art.3 della costituzione che recita
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Luigi gravela, Consigliere comunale PD
La fotogallery relativa alla visita a Matera del ministro Cecile Kyenge (foto www.sassilive.it)
Ho partecipato al workshop e stamani ho assistito alla conferenza e mi domando come mai in una manifestazione sui diritti degli immigrati nessuno ha proferito parola circa l’attualissimo “affaire Kazakistan”? Forse per non creare imbarazzo al vice ministro dell’interno Bubbico invischiato nella vicenda come esponente di primo piano del Viminale?
DIMISSIONI SUBITO, sue, di Alfano e di tutto il Governo delle banche e di confindustria.
poi leggendo le parole, pronunciate d’adduce,il massimo dell’ipocrisia. Potevano invitare tutti gli extracomunitari che stazionano davanti ai supermecati, per chiedere a loro nei fatti il livello d’integrazione nella nostra citta. Quando a Matera facciamo fatica ad integrarci noi materani da generazioni, se non abbiamo cognome altolocati o parenti e amici fra le autorità ben rappresentate nelle passarelle istituzionali.
Poi le macchine le potevano parcheggiare benessimo nel parcheggio interno della provincia.
gli extracomunitari invece di stare davanti ai supermercati a chiedere la carita’ ( con i cellulari in tasca dell’ultima generazione) sono BELLI GIOVANI e possono benissimo andare a lavorare ( nei campi
di lavoro ce ne sta’) piuttosto che fare gli scrocconi a vita. I nostri emigranti all’estero hanno fatto i lavori
piu’ umili per poter vivere ed integrarsi.
Paolo scusami se te lo chiedo ma dove vivi?
Quanti sono gli extracomunitari che chiedono la carità davanti ai supermercati a Matera? Quattro? Cinque? Dieci? Quanti sono quelli che lavorano nei campi nel metapontino? Centinaia o migliaia. Avviciniamoci ancora di più alla nostra città: i cinesi della zona paip, anche loro extracomunitari, li hai mai visti chiedere elemosina? Io penso che c’è qualcuno di loro che vive da anni qui e non è mai uscito dalla zona industriale perché lavora 10 o più ore al giorno, forse è arrivato giusto in via la martella per fare la spesa al discount. Questa è vita da SCROCCONI secondo te?
Allontaniamoci un po’: in Calabria il 90% dei lavoratori stranieri impiegati nell’agricoltura, non ci prendiamo per il culo, lavora in nero, ovviamente non per propria scelta, e ti lascio immaginare quante ore lavorano al giorno e in che condizioni vive. Tant’è vero che la rivolta di Rosarno di qualche anno fa fu dovuta proprio a questo. Pure loro sono SCROCCONI?
Analisi perfetta, complimenti. Hai scritto quel che io ho sempre scritto e pensato. Ci manca solo da dire, visto che la finanza ha dichiarato guerra al lavoro in nero ed al capolarato che i lavoratori non Italiani stanno portando un po di ossigeno alle asfittiche casse dell’INPS e che ad essi dobbiamo dire grazie visto che i lavori più umili li fanno loro e nesun figlio di papà italiano.
io, non so voi ma se devo scegliere di farmi schiavizzare nei campi, preferisco stare davanti ai supercati e se c’ è bisogno potrei anche andare a rubare. Consiglio di andare a raccogliere i pomodori , vi abbronzate pure gratis, potrete vivere la vita all’aria aperta come le bestie,ne trarette una esperienza utile per capire cosa vuol dire fare l’emigrante. Parlo da emigrante, siamo ed eravamo sempre ” Terroni” noi oltre ad aver esportato menti lucide e forze lavorative, profesionalità e capacità imprenditoriale, abbiamo esportato la mafia l’andrangheta , la camorra, e anche una massa di scansafatiche.
POI la mia domanda il comune di Matera si è mai posto il problema di questi giovani con i telefoni che stanziano davanti ai supermecati, da dove vengono, perchè sono costretti a mendicare, dove vivono.
Quale alternativa gli po offrire, quali strumenti puo mettere a disposizione, per eliminare questa realtà.
Ma siccome la nostra ignoranza non ha limite e la nostra classe politica rappresentà degnamente il nostro modo di pensare, siamo bravi a sbraitare contro il poveretto di turno, ma contro il potente mai.
x FR.SAL
forse sei andato troppo oltre e ti sei lasciato prendere la mano rispetto a quanto da me scritto.
Non ho parlato dei cinesi e neanche degli immigrati di ROSARNO ( tanto di rispetto….).
Parlo di una categoria di immigrati, e ce ne sono, che ha un pensiero un po’ distorto della realta’.
AIUTIAMO CHI HA DAVVERO BISOGNO !
Purtroppo la ns.societa’, e non parlo solo di quella politica o economica, non aiuta chi e’ nato qui,
FIGURIAMOCI chi viene da fuori.
Sai qual è il fatto Paolo, che non capisco qual è la ”categoria” di immigrati a cui fai riferimento e sopratutto chi reputi ”veramente bisognoso”. Nessuno conosce la situazione e la storia di quei ragazzi che si trovano davanti ai supermercati, io una volta parlai con uno di loro col mio inglese precario e mi disse che veniva dalla Nigeria. Ho provato a fare due più due e ho immaginato che potesse essere un richiedente asilo vista la situazione di quel Paese. Poi non ci trovo niente di strano al fatto che abbia un cellulare di ultimo grido, visto che nulla toglie che venga da una famiglia benestante (magari è pure laureato) ma si è visto costretto ad andarsene ugualmente dalla Nigeria perché la vita laggiù è un inferno per gli scontri armati e le persecuzioni contro i cristiani (ti dice nulla Boko Haram? Sono una delle cellule più infami e pericolose tra quelle affiliate ad Al-quaeda).
Sono d’accordo infine con chi ha detto nei precedenti commenti che il Comune di Matera potrebbe fare di più, sia per le persone con queste problematiche ma anche per fare chiarezza su alcune forme di sfruttamento ben note in città, e qui mi ricollego ai cinesi, ma che vengono tacitamente accettate un po’ da tutti forse perché c’è la convinzione che ”tanto sono cinesi, sono felici di lavorare 13 ore al giorno, magari anche se minorenni…..”.
Su questo ho fonti certe al 100% parlando spesso con gli asiatici che frequentano il campo da basket di Piazza degli Olmi.
Verrebbe da chiedersi se è giusto rispondere o ragionare con i razzisti di casa nostra.
La democrazia non livella culture, coscienze e sensibilità.
Io, potendo scegliere, preferirei persone che vengono dalla Nigeria ad altre
che dai Sassi non sono mai uscite.