“E’ soprattutto la burocrazia a scoraggiare i privati nell’utilizzo dei fondi Ue, al punto che lo stato di avanzamento per il Programma Fesr 2007-2013 in Basilicata, sempre riferito ai progetti di operatori privati, è fermo al 24,2%”. E’ quanto sottolinea il capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale Michele Napoli riferendo i risultati di un Rapporto della Fondazione Ifel sui dati aggiornati al 30 aprile 2013. “Accade – evidenzia l’esponente del Pdl – che un bando della Regione Basilicata impieghi tra i 14 e i 18 mesi per essere aggiudicato e, sempre secondo i ricercatori della Fondazione Ifel, indipendentemente dall’entità del progetto privato, ci sono almeno 300 passaggi burocratici da superare. Oltre alla corsa ad ostacoli, quando ai tempi di riscossione materiale, un piccolo imprenditore lucano deve calcolare anche tre anni prima di incassare i soldi. Una situazione insostenibile per chi fa impresa e rischia in proprio e non sempre dovuta al Patto di Stabilità”.
Per Napoli “la tendenza in Basilicata è ancora più negativa se si considera che cresce, complessivamente nel Paese, soprattutto tra le imprese private, l’utilizzo dei fondi comunitari anche se la situazione di emergenza economica orienta i programmi in corso di realizzazione al potenziamento di strutture aziendali già esistenti, invece che sull’innovazione e sulle ricadute occupazionali per il territorio. Lo stato di avanzamento finanziario dei singoli progetti a livello nazionale, secondo il Rapporto, è infatti pari al 45,7% delle somme complessivamente stanziate. Oltre il 53,2% di tali progetti riguarda la sfera degli operatori e delle imprese private che sono la categoria di soggetti beneficiari più premiati nell’ambito dell’utilizzo delle risorse messe a disposizione da Bruxelles. Ma attenzione: i fondi vengono impiegati solo in modo residuale per la realizzazione di iniziative infrastrutturali o di avvio di nuove attività economiche e progetti sociali che sarebbero in grado di migliorare la situazione delle zone interessate dall’intervento comunitario. Le imprese utilizzatrici non riescono cioè ancora a indirizzare la propria programmazione in via prioritaria alla ricerca e all’innovazione, alla costruzione di nuovi impianti o, per esempio, per rafforzare la propria presenza nella gestione di servizi di pubblica utilità. Si tratta, pertanto, di una deviazione di rotta rispetto alle priorità fissate dal quadro strategico nazionale individuato dal governo per la crescita del sistema produttivo. La restante metà dei progetti in fase di avanzamento, sottolinea l’Ifel, afferisce, invece, a regioni, province, comuni, comunità montane, scuole, università, istituti di ricerca pubblici e altri organismi di categoria come le aziende sanitarie locali o gli enti parco. In proposito, altri dati che ci consegna il Rapporto Ifel su cui riflettere – conclude il capogruppo Pdl – sono quelli relativi allo stato di avanzamento dei progetti attestati ai Comuni che non riescono a reggere il passo della Regione con una situazione di maggiore ritardo, in troppi casi determinata dalla carenza di assistenza tecnico-amministrativa proprio da parte della Regione e di altri Enti Pubblici che operano in regione”.