“Ancora un calo del Pil in Basilicata, a fine 2013, di meno 2,6% ed una perdita di 1.600 posti di lavoro: sono i dati della nuova “doccia fredda” del Rapporto Svimez. La chiave di lettura è che le manovre dei recenti governi per rientrare dal deficit eccessivo sono costate care al Mezzogiorno: nel solo 2013 hanno pesato sulle regioni del Meridione per un ammontare pari all’1,5% del Pil”. Ad evidenziarlo è il consigliere regionale Antonio Autilio, riferendo che “Svimez rinvia la ripresa in Basilicata al 2014 con una previsione assai modesta di incremento del Pil di più 0,4% e addirittura prevedendo appena un centinaio di posti di lavoro nel rapporto tra assunti e disoccupati. Davvero troppo poco per pensare di farcela. Così non stupisce che tra il 2001 e il 2011, ben 1,3 milioni di persone abbiano lasciato le Regioni del Mezzogiorno dirette al Centro-Nord, 172 mila di queste laureate, mentre 180 mila persone, di cui 20 mila laureati, sono emigrate all’estero. Come è in continuo aumento il numero di chi, una volta finita l’università, lascia il Sud (dal 10,7% del totale del 2000 al 25% del 2011). Nel quadro tracciato da Svimez si ricorda anche che, negli ultimi cinque anni (dal 2007 al 2012), al Sud le famiglie povere sono aumentate del 30%, pari a 350 mila nuovi nuclei, e, guardando al futuro, si lancia l’allarme ‘desertificazione- spopolamento’ per le aree del Meridione. Dal 2012 al 2065, infatti, è previsto un calo di 4,2 milioni di persone nel Sud, a fronte di un aumento di 4,5 nel Centro Nord. La popolazione del Mezzogiorno sul totale rischia di crollare dal 34% di oggi al 27,3%. Di questi, il 53% di quelli destinati a sparire, oltre 2 milioni, ha meno di 44 anni, «decimando» le Regioni del Sud «della componente più vitale, prolifica e produttiva».
Ma l’impatto delle manovre economiche, limitandoci solo a quelle del 2012, in Basilicata quest’anno, in soldoni, ha un peso di 10,2 milioni di euro in meno come risorse dirette, 22,2 milioni in meno come risorse indirette a cui si sommano quelle contributive ed altre per un totale di 65,4 milioni che mancheranno alla Basilicata entro la fine dell’anno.
Per Autilio “non c’è più tempo per aspettare altri studi e indicatori socio-economici: è tempo di agire da parte del Governo Letta che sinora con il decreto “del fare” sta facendo troppo poco per il Sud. Contrariamente a quanto si pensa, non esiste contraddizione tra federalismo e intervento straordinario, come dimostrano le esperienze statunitensi in cui agenzie composte da rappresentanti degli Stati membri e del Governo centrale lavorano insieme alla programmazione e gestione degli interventi nazionali e regionali. In questo senso occorrerebbe aprire un nuovo ciclo di intervento straordinario per il Mezzogiorno, che veda protagonista un’Agenzia per lo sviluppo del territorio meridionale. Contestualmente – conclude – c’è bisogno di una nuova strategia di programmazione delle risorse comunitarie 2014-2020 concentrandole su progetti-obiettivi”.
Lug 27