Filippo Massaro, a nome del Csail-Indignati Lucani, torna ad occuparsi del centro oli di Viggiano e dichiara: “L’indignazione ha superato ogni limite di sopportazione e la rivolta sociale è più vicina”. Di seguito la nota integrale.
“Siamo alle solite: difronte all’ennesima visione “apocalittica” – fiamme alte, boati, fumo, aria irrespirabile, odori insopportabili, sirene – sabato scorso nell’area al Centro Oli di Viggiano (documentata dalle immagini filmate e diffuse dal sito www.lasiritide.it) siamo ancora in attesa di uno straccio di giustificazione ufficiale da parte dell’Eni, mentre l’Osservatorio Ambientale di Marsiconuovo e l’Arpab tacciono. Per non parlare dei sindaci che sono buoni solo a rivendicare più royalties”. E’ quanto afferma Filippo Massaro, a nome del Csail-Indignati Lucani, che aggiunge: “l’indignazione popolare ha superato ogni limite di sopportazione. Solo qualche giorno fa sostenevamo – dice Massaro – che la rivolta sociale ha terreno fertile nella Val d’Agri per la condizione di povertà e sofferenza della sua gente che non ne può di vedersi passare sotto il naso la ricchezza del sottosuolo che finisce alle compagnie. Se a ciò si somma la crescente preoccupazione per la salute, l’ambiente, piccole attività produttive, agricole, artigianali, di commercio e ristorazione che sono immolate sull’altare degli interessi dell’oro nero, la situazione diventa esplosiva. Al lavoro che non c’è per i nostri figli ma, come dimostra la vicenda della Geolog, è riservato ai laureati lombardi, si aggiunge una condizione di vita che è identico a quella di Paesi dell’Africa dove le compagnie petrolifere rapinano il territorio e le comunità che vi risiedono, con diffuse malattie respiratorie e tumori. Solo pochi giorni fa l’Osservatorio Ambientale di Marsiconuovo attraverso l’agenzia di regime (Basilicatanet), modello diametralmente opposto de La Siritide e della Gazzetta della Val d’Agri, si è affettato a farci sapere che il monitoraggio avviene mediante 5 centraline di rilevamento ubicate nell’intorno del centro olio di Viggiano (Viggiano 1 – Viggiano zona industriale – Grumento Nova – Masseria de Blasiis – Costa Molina sud 1) gestite da Arpa Basilicata che acquisisce i dati, effettua la validazione di I e II livello degli stessi e li trasmette all’Osservatorio Ambientale della val d’Agri. Ebbene se come sostiene l’agenzia di regime “illazioni sulla mancanza di dati e di trasparenza sono del tutto infondate”- continua il presidente Csail-Indignati – perché non si realizza un’informazione tempestiva di quanto è accaduto? Cosa si vuole nascondere e chi si vuole coprire? Quando abbiamo sostenuto che non ci si può fidare di chi esercita, contemporaneamente, il ruolo di controllore e controllato, siamo stati etichettati come sovversivi ed allarmisti. Dopo quanto è accaduto sabato scorso al Centro Oli di Viggiano siamo fieri di esserlo e mettiamo in guardia i cittadini: le imminenti elezioni regionali risveglieranno sentimenti sopiti di ambientalismo e difesa di territori e comunità interessate dall’estrazione del petrolio. La protesta civile non resta che l’unico strumento di difesa anche per smascherare interessi sulla nostra pelle”.