Più valore ai Confidi e sinergie col mondo produttivo per facilitare i prestiti alle imprese; creazione di specifici “export cluster” e razionalizzazione degli enti preposti alla promozione del “made in Italy” oltreconfine; avanti sull’Agenda digitale e sull’accesso alla banda larga: sono queste alcune delle proposte che l’Agia (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli) aderente alla Cia ha messo a punto insieme alle sollecitazioni per risolvere criticità e problemi legati a burocrazia e, semplificazione,
“Fare l’agricoltore sarà pure “figo”, come dice il Ministro De Girolamo, ma lo snellimento delle procedure e la riduzione degli oneri burocratici rappresentano un’esigenza fondamentale per ridare slancio alle imprese. La burocrazia – sottolinea l’Agia – costa oltre 4 miliardi l’anno all’agricoltura, di cui più di un miliardo addebitabile ai ritardi, ai disservizi e alle inefficienze della Pubblica amministrazione. Tutto ciò si traduce in un forte ostacolo alla crescita e alla competitività”. Per questo l’associazione dei giovani della Cia ha chiesto al ministro De Girolamo di non fare passi indietro sull’Agenda digitale, anzi di procedere con i regolamenti attuativi mancanti, favorendo al contempo l’accessibilità alla banda larga nelle aree rurali e svantaggiate. Oltre a istituire il Registro unico dei controlli per risparmiare tempi e risorse all’attività imprenditoriale.
Quanto alla questione del credito, “se tre imprese agricole su cinque denunciano difficoltà enormi nell’accesso ai finanziamenti, tra le aziende ‘young’ la percentuale sale a quattro su cinque. Anche la contrazione delle erogazioni al settore nei primi quattro mesi dell’anno (-4 per cento, pari a 20 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2012) ha coinvolto largamente le imprese giovani, a cui le banche sono più restie a concedere prestiti”. Ecco perché l’Agia-Cia ha rilevato la necessità di ottimizzare il sistema delle garanzie pubbliche, costruendo sinergie tra struttura nazionale e strutture regionali; potenziando i Confidi sul territorio; sviluppando un partenariato tra imprenditori, multinazionali, università e fondazioni per mobilitare finanziamenti in “business service” a disposizione di un network nazionale; dando vita a un Fondo di garanzia europeo tramite il Fei (Fondo europeo per gli investimenti) o la Bei (Banca europea per gli investimenti).
C’è poi da portare a termine l’ “operazione terra ai giovani” il patrimonio delle aree demaniali da dismettere che in Basilicata ammonta a circa 24mila ettari. E trovare il fattore terra oggi è una impresa quasi impossibile. I prezzi in Italia, come è noto, sono tra i più cari in Europa: 18mila euro per un ettaro a fronte dei 6.500 della Germania o dei 5.500 della Francia.
Lug 31