Michele Cataldi di Sanità Futura ha inviato una nota per ribadire la propria posizione rispetto alla vicenda che riguarda il tarriffario applicato per le prestazion ambulatoriali. Di seguito la nota integrale.
“Abbiamo, nei giorni scorsi, dato la notizia che perfino la Regione Puglia (lungi da noi il considerarla la migliore) ha dovuto rivedere i propri atti sulla materia delle tariffe a cui far riferimento per le prestazioni ambulatoriali. Abbiamo semplicemente detto la verità: ha dovuto rimuovere cioè un errore che però la Regione Basilicata non aveva fatto, ci sarebbe mancato anche questo al nostro curriculum? Ma al contempo la Regione Puglia ha dato una scadenza al recepimento del decreto ministeriale sulle tariffe, quella del 31/12/2013. Ha cioè imposto una revisione obbligatoria a brevissimo termine del tariffario, cosa che noi abbiamo proposto alla nostra Regione senza nessun successo. E per finire la polemica sull’argomento, basterebbe andare a vedere le tariffe applicate dalla Puglia sulle prestazioni ambulatoriali nel sistema informatico e si rivelerebbe la realtà: sono quelle del tariffario del ’96 e cioè quelle più alte. Come si vede la trappola dei tecnicismi è sempre attiva, il dedalo contabilistico predomina in ogni situazione e così le innumerevoli possibili mistificazioni. Ma a ricevere gratuitamente accuse di falsità proprio non ci stiamo, ancor di più quando da tempo si minaccia un presunto libro bianco sulla sanità privata e non si fa l’unica cosa istituzionalmente corretta e doverosa: riferire tutto al Consiglio Regionale e alla intera comunità lucana. Per noi rimane viva una verità inconfutabile, quella che non lascia spazi ai tentativi di distrazione, quella che è già scritta negli atti ufficiali di questa Regione: due anni di super ticket, tagli alle prestazioni ed ai livelli essenziali di assistenza, tagli indiscriminati alle piccole strutture accreditate, tetti bloccati dal 2011 al 2014, congelamento di ogni possibilità di riposizionamento strategico e la lista dell’autolesionismo potrebbe continuare. Come mai il governo regionale non ha rimosso le assurde disuguaglianze e discriminazioni anche all’interno della sanità privata? Come mai le strutture pubbliche non osservano le stesse norme sull’accreditamento della sanità privata? Come mai si continuano a creare corsie privilegiate in spregio di ogni norma di trasparenza ed uguaglianza? Non ci entusiasma e non ci interessa rincorrere la Regione Puglia nè ci appassionano le sfere di cristallo per spiegare le contraddizioni di un sistema che fa acqua da tutte le parti ed in ogni Regione. Ci interessa si, invece, che nella nostra Regione non si continui in una farsa che si traduce nei drammi quotidiani di tutti. Ci interessa vivere in una condizione dignitosa con il nostro lavoro e semplicemente vorremmo meno autocelebrazione e più attenzione. Se ciò avvenisse, delle polemiche ne faremmo volentieri a meno. E non sarà certo il “bollino verde” sui servizi sanitari, riferito cioè agli adempimenti dovuti dalla Regione rispetto ai livelli “essenziali” di assistenza per l’anno 2011, ad assolvere la coscienza di qualcuno”.
Ago 03