Legambiente torna ad occuparsi dei lavori in corso per il parcheggio che sarà realizzato dalla Soprintendenza nell’orto-giardino di Sant’Agostino. Di seguito la nota integrale.
Mal volentieri invochiamo un nuovo cardinal Carafa a Matera.
La magnifica opera del Giudizio Universale (1535-1541) fu oggetto di una pesante disputa tra il cardinale Carafa e Michelangelo: l’artista venne accusato di immoralità e intollerabile oscenità, poiché aveva dipinto delle figure nude, con i genitali in evidenza, all’interno della più importante chiesa della cristianità, perciò una campagna di censura (nota come “campagna delle foglie di fico”) venne organizzata dal Carafa e monsignor Sernini per rimuovere gli affreschi.
Michelangelo morì il 18 febbraio del 1564 e circa un mese dopo, il 21 marzo, il Concilio di Trento dispose con la bolla “Pictura in Cappella Ap.ca coopriantur” di coprire i genitali e le oscenità. Così Daniele da Volterra, un apprendista di Michelangelo, dipinse tutta una serie di panneggi e perizomi detti “braghe”, che gli valsero il soprannome di “Braghettone”.
Da allora e per alcuni secoli le opere d’arte, non solo religiose, furono pesantemente condizionate.
Questa la storia non bella, dei braghettoni.
Questa storia dovremmo assumerci la responsabilità per riesumarla ed applicarla ad alcune opere odierne.
Legambiente Matera ha iniziato le sue pubbliche denunce della arroganza e dello sperpero del danaro pubblico sin dal primo progetto di parcheggio nell’orto-giardino di Sant’Agostino.
Si sono susseguiti molti progetti, molte imprese, molti danni al patrimonio, molti soldi buttati, una cosa è rimasta inalterata: la prepotenza accanto alla assenza di umiltà.
La Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali, con i suoi funzionari progettisti, pur di dimostrate una reale capacità di dominio sui beni e di assoluto distacco e supremazia verso i Cittadini, caparbiamente insiste in una opera dannosa, inutile, provocatoria per i Sassi, la Città di Matera, tutti i suoi ospiti e visitatori e fino al cieco UNESCO.
Legambiente mette in opera foglie di fico, braghettoni e immensa vergogna a coprire pudicamente lo schifo che questo arrogante cantiere sta imponendo alla Città.
Sono diverse le schifezze che si sono realizzate nel recente passato della nostra Città (Grattacielo, lottizzazioni Cripta quattro Evangelisti, insediamenti su La Vaglia, etc.); oggi sono in corso lavori per realizzarne altre (lottizzazione Cristo la Gravinella, assalto alla area dell’Annunziata alla Stradella su via Gravina e del Cristo Docente ad Agna); nel cuore dei Sassi il ponte in ferro di vico Lombardi è un’altra opera che deve essere demolita.
Che si abbia il buon senso e la dignità di ammettere gli errori e si proceda urgentemente a veri restauri e ripristini dei luoghi violentati.
La Murgia è terra aspra, ma generosa di fichi e fichi d’india,
le prossime foglie saranno pungenti.
La fotogallery del flash mob improvvisato da Legambiente in mattinata in via D’Addozio per coprire con foglie di fico lo scempio del parcheggio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio
Città Plurale ha inviato su questa vicenda una lettera aperta al Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata, Francesco Canestrini. Ma il diretto interessato – secondo quanto riferisce Città Plurale – non ha ancora inviato una risposta all’associazione. Di seguito il testo integrale della lettera aperta.
Egregio Soprintendente,
come tutti ricordano, il 18 ottobre 2006 le ruspe della Soprintendenza ai Beni Architettonici e per il Paesaggio della Basilicata sbancarono tutta l’area del giardino del Convento di S. Agostino, sede della stessa Soprintendenza, per realizzare un parcheggio privato interrato a due piani. Si trattava di un luogo in cui esistevano ambienti ipogei, prolungamento di quelli esistenti sotto il Convento, testimonianze storiche con iscrizioni e datazioni. Il Progetto, guarda caso, è della stessa Soprintendenza ed ha come titolo: Lavori di recupero ipogei e realizzazione parcheggio, accordo di Programma Quadro Ministero B.A.C. – Regione Basilicata – Valorizzazione turistica risorse storico-culturali.
Sarebbe stato meglio dire “Distruzione turistica risorse storico-culturali”.
Un progetto e una operazione mai discussi pubblicamente, che spinsero diverse associazioni a rendere pubblici tutti i vari passaggi che li avevano resi possibili e a protestare contro il reggente dell’epoca e i funzionari, peraltro ancora oggi in servizio.
Dopo varie iniziative, confronti e scontri, i lavori furono fermati nel novembre del 2006 a seguito di due lettere spedite al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’allora ministro della Cultura Francesco Rutelli.
Se avesse modo di leggere la cronologia di tutta la vicenda, si renderebbe conto del danno incalcolabile provocato ad uno dei luoghi più importanti dei Sassi, protetto, per di più, da un vincolo monumentale. Che la stessa soprintendenza non rispetta. Si auspicava che la storia di tutta questa incresciosa vicenda avesse insegnato qualcosa, nel modo di intervenire, alla ripresa dei lavori, per ripristinare il luogo e per riparare ai danni (di cui mai nessuno è responsabile in questo beneamato paese!). Il nuovo progetto prevede il ripristino di tutto il giardino preesistente(ci auguriamo che così sia) e la realizzazione di una sala polifunzionale.
Ciò premesso:
atteso che la Corte Costituzionale ha riconosciuto il ruolo particolare delle Soprintendenze per l’avvio di “misure di tutela” a salvaguardia di “beni cui sono connessi interessi primari per la vita culturale del Paese”, al fine di “conservare e garantirne la fruizione da parte della collettività”;
atteso che alle Soprintendenze è riconosciuta la funzione conoscitiva e che la loro missione è quella di accrescere le conoscenze sul patrimonio e sui paesaggi, di trasmetterle ai cittadini e di consegnare tale patrimonio alle generazioni future migliorandone lo stato di conservazione e il contesto di fruizione;
atteso che sono stati realizzati due manuali del restauro(Restucci- Giuffrè);
atteso che dovrebbe essere compito della Soprintendenza far progettare gli interventi utilizzando tecniche adeguate e materiali congrui rispetto ai luoghi in cui essi vanno realizzati,
Le chiediamo: perché la sala polifunzionale viene realizzata in cemento?
Alla Soprintendenza non risulta che il cemento presenta coefficienti di traspirabilità e rapporti di dilatazione contrastanti con le strutture antiche che, perdendo gradi flessibilità, sono più soggette a lesioni?
Alla Soprintendenza non risulta che il cemento non lega per contrastante reazione chimica e meccanica con il materiale calcareo?
Alla Soprintendenza non risulta che riempiendo i Sassi di cemento si vengono a creare sovraccarichi insostenibili e si sconvolge il normale drenaggio idrico?
Un restauro più attento, con la realizzazione della sala in tufo, avrebbe potuto essere un’occasione per creare nuove professionalità, riabilitare antichi mestieri e identità emarginate, ponendo le basi per ulteriori possibilità di sviluppo economico e umano, costituendo anche un modello per altri. Una Soprintendenza locale attenta, purtroppo, resta e resterà solo nel libro dei sogni. Tanti esempi lo confermano. Ciò che resta è l’ennesima occasione perduta!!!
Città Plurale
Grazie a Sassilive per la puntuale cronaca. Ottimo lavoro!
Città plurale, legambiente…adesso mancano all’appello Mutamenti a Mezzogiorno (quello della pastasciutta) e Sassikult..poi e cosi tutte le associazioni monoproprietarie e monotone avranno cantato in coro
Più che da zucca piena, parli da testa di …..!!!
Rispetta chi perde del proprio tempo per preservare e migliorare la storia e la cultura della tua città.
Quanto a Sassikult … lavati la bocca prima di infangare il nome
chi sei il difensore d’ufficio dell’associazione monoproprietaria sassikult? o sei il sig. sassikult in persona?
come al solito si chiude il cancello quando le mucche sono già scappatè
esprimete tutte le ragioni, ma è necessario fare quelle scritte nei sassi? grazie per lo spettacolo che date ai turisti, capre!
Già, meglio una bella colata di cemento e alberi secolari abbattuti irreparabilmente, piuttosto che un lenzuolo con una scritta che domani non ci sarà più.
io lì ci avrei fatto un bel parcheggio per i residenti
Zukkapiena sei una capa vacante o uno……. a c…i propri!
Legambiente è più brava a fare arte contemporanea che altro.
Se non ci mettiamo d’accordo tra noi materani con questi a dir poco nauseanti commenti poco costruttivi, figuriamoci se ci stanno a sentire l’amministrazione comunale e la soprintendenza.
Nei Sassi l’unica cosa da fare è conservare e recuperare punto e basta! Senza fare interventi che stravolgono l’originalità dei siti e dei manufatti con materiali impropi.
Perchè non si propone un referendum popolare all’amministrazione comunale per quanto riguarda i Sassi, senza dover sottostare al dictat dell’Ufficio Sassi, dove quello che è consentito a qualcuno sia nelle cocessioni che ai recuperi non è consentito ad altri, e così via dicendo su altre situazioni, continuando anche a spendere soldi pubblici per mantenere un ufficio: scatola vuota.
Zukkapiena, ufficio sassi scatola vuota. YES
togliete quelle scritte che danno un pessimo spettacolo ai Sassi. ci sono altri modi per discuterne!
A me interessa poco la questione avvilente sulle associazioni e sull’associazionismo. Forse dovremmo tendere una mano a chi si impegna per il nostro territorio, talvolta potremmo anche criticare questioni e gestioni, ma partire in modo prevenuto senza badare mai ai contenuti credo sia la cosa più stupida che si possa fare. Mi interessa, piuttosto, il problema in sè. Siamo tutti d’accordo sul fatto che ci sia bisogno di trovare un luogo ove posteggiare le macchine, affinché un giorno i sassi possano essere liberati dalle ferraglie. Il dubbio che mi sorge, però, è il seguente: esiste un parcheggio dietro al Comune, che se non erro deve essere ancora affidato a qualcuno che lo gestisca. Non si poteva pensare a quel parcheggio come punto di riferimento per i residenti dei sassi e per i turisti? Per il collegamento al quartiere vecchio si poteva pensare a bus pubblici e/o navette elettriche. Non mi sembra una soluzione surreale, ma sicuramente sbaglio. Mi piacerebbe, perciò, capire dove esattamente il mio ragionamento trova “intoppi”… Insomma, perché costruire un parcheggio nuovo quando ce n’è uno appena terminato e mai entrato in funzione?
beh! credo che il caldo da quelle parti, Matera, giochi cattivi scherzi.
Nel 2006 c’era in animo di costruire un parcheggio sull’area antistante S. Agostino.
La protesta di molte associazioni fu tanta ed il progetto fu sospeso prima ed annullato dopo.
Restava il buco che si era venuto a creare e che bisognava riempire per ricostruire il giardino. Visto che stava, Il buco, la sopraintendenza ha pensato che fosse giunta l’ora di chiuderlo realizzandovi una sala polifunzionale.
Che la sala possa servire o meno visto che ce ne sono tante può essere oggetto di dibattito, che si usi cemento e che poi questo venga foderato o che si voglia costruire tutto in tufo può essere altro elemento di dibattito che, però, non può non tenere conto delle risorse economiche disponibili e dalla fattibilità di alcune scelte tecniche.
Una cosa è certa che dalle parti di S.Agostino non viene nessun parcheggio, basta andare a vedere il progetto esposto in sopraintendenza; quel buco indecente non poteva più starci ed adesso è giunto il momento di riedificare il giardino con essenze congrue con il nostro territorio ed a mero titolo di esempio credo che le palme che c’erano ci azzeccassero poco
Così è se vi pare!!!!!!!!!!!!!!.
Perchè ripristinare lo stato così com’era sarebbe stato tanto immorale? Alla fine comunque paga la collettività.
MATERA 2019 CAPITALE EUROPEA DELL’IGNORANZA E DELLA MENEFREGAGGINE!!!!!!!!
Come dice il buon Totò: <> se non avete capito la bellissima amministrazione che ci governa in questo tempo, non interessa cosa pensa la comunità di Matera perché il suo scopo e quello di rubare tutti i soldi del povero cittadino e per far credere che fanno qualcosa perdono tempo in queste cosiddette “opere pubbliche” che fanno solo male al patrimonio di questa bellissima città. Matera ha un bellissimo panorama che viene distrutto da una colata di cemento, da un ponte tutto di ferro, da un degrado che esiste da tanti anni e nessuno se ne accorge e tante tante cose, per non parlare dell’immondizia che viene nascosta per non farlo vedere al turista perché se vedrebbe uno “spettacolo” del genere scapperebbe in gambe elevate da questa città. Come voi saprete che questa città ha origini antichissime e io mi domando per lunghissimi anni hanno saputo mantenere in buono stato Matera, quando non esistevano le attrezzature come adesso ed ora che sta tanto progresso tecnologico e questo non potrebbe essere sfruttato per restaurare i Sassi mantenendo l’originalità??? Cosa ci manca???? Ciò che noto che tutto questo che si sta rivelando ci vuole mettere tutti contro non vedendo il nocciolo della questione: si stanno prendendo gioco di noi cittadini di Matera credendoci stupidi di non capire. Ci vuole una bella rinsvegliata gente di Matera!!!!!! aprite gli occhi e non guardate come i cavalli
E’ vero che la soprintendenza è l’organo che rappresenta lo Stato in materia di controllo sui beni architettonici, però chi sta più in alto di essa è a corrente di tutta questa vicenda a dir poco allucinante, il Ministro in persona è stato contattato ed insieme ad esso magari anche la magistratura per danno all’umanità?
io propongo di fare quanto dice Andrea…
Non vorrei essere frainteso ma mi spiace ammettere che condivido le critiche mosse verso l’associazione materana di Legambiente… Oramai è stato constatato negli anni che le loro iniziative sono sempre in ritardo, una sorta di dissenso che arriva sempre a giochi già fatti. Se solo si impegnasse a sensibilizzare la propria cittadinanza sulle problematiche ambientali che purtroppo viviamo ogni giorno nella nostro bellissimo territorio sempre più usurpato.
Ad oggi ricordo legambiente solo per manifestazioni Ridicole quali quella dei cavalieri che volevano, con lame di plastica e cartone buttare già l’ecomostro dell’italcementi; gli striscioni a Lanera dopo il vergognoso taglio di alberi secolari; l’inscenata teatrale contro i depuratori in via del Corso e poi quest ennesima cavolata con foglie di fico.
Scusatemi, ma non condivido questa maniera di affrontare problematiche del genere… sicuramente è particolare e, se interpretata nel giusto modo può avere il giusto risultato….ma, partecipando esternamente alle vostra manifestazioni (non essendo un attivista di legambiente) ho notato solo sorrisi da parte della cittadinanza…. mal interpretando il vostro messaggio non inorridendosi come tutti noi speriamo.
Non esistono solo i soldi dell’antincendio e dei campi di lavoro internazionali……. siate più propensi nell’agire in modi più efficaci e soprattutto NEI TEMPI UTILI.
saluti