Il Presidente del Consiglio Comunale di Policoro Gianluca Modarelli (PDL) affronta in una nota le problematiche riscontrate anche il Basilicata rispetto al gioco d’azzardo: “La guarigione è una scommessa da vincere ad ogni costo”. Di seguito la nota integrale.
Tutto inizia con l’inserire una moneta, o un gettone, e poi un altro ed un altro ancora, dicendo «è l’ultimo, giuro!». E invece è una bugia, è un mentire a sé stessi, è un’autodistruzione inconscia. Il giorno dopo ci si ritrova di nuovo seduti davanti alle macchinette o slot machine o ad acquistare gratta e vinci. Mentre fino a dieci anni fa c’era solo la schedina e il giocatore investiva i suoi soldi una volta alla settimana, ora le cose vanno diversamente, ci sono estrazioni ogni cinque minuti (10 e lotto) ed i terminali sono predisposti per incassare anche 500 euro a giocata. Purtroppo oggi è un fenomeno diffusissimo in Italia: stime dimostrano che sono oltre un milione i giocatori tra i giovani, che pur di dedicarsi al gioco d’azzardo, o alle slot machine o ai video poker, trascurano lo studio o il lavoro, così come tra padri di famiglia che spendono i loro stipendi privando la famiglia delle necessità basilari, ma anche anziani che giocano la poca pensione che percepiscono, sperando di raggranellare qualcosa in più. In Basilicata al momento non ci sono ancora statistiche, è da poco che ci si occupa del problema e non c’è un registro vero e proprio, ma posso garantire che la situazione è davvero molto preoccupante dichiara il Presidente del Consiglio Comunale di Policoro Gianluca Modarelli (PDL). Il paradosso è che più c’è crisi, più la gente gioca sperando di fare il colpo del secolo. Invece queste persone non fanno altro che annullare sé stessi, arrivando a perdere anche la casa, la famiglia se non addirittura la propria vita. Di recente, attraverso l’articolo 7 del DDL 13/9/2012, è stato raccomandato ai “gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici, ovvero di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, di esporre, all’ingresso e all’interno dei locali, il materiale informativo predisposto dalle aziende sanitarie locali, diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco e a segnalare la presenza sul territorio dei servizi di assistenza pubblici e del privato sociale dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone con patologie correlate alla G.A.P.(Gioco d’azzardo patologico). Ma questa prevenzione basta? Se non è bastato scrivere sui pacchetti delle sigarette messaggi crudi come “Il fumo uccide”, “Il fumo provoca cancro ai polmoni” dato che i fumatori continuano a fumare, basta scrivere sui gratta e vinci “Il gioco crea dipendenza” per evitare che questa malattia si diffonda? Credo proprio di no continua – Modarelli – è necessario che lo Stato si assuma le sue responsabilità. È doveroso informare la cittadinanza che a livello locale l’Amministrazione guidata dal Sindaco Rocco Leone (PDL) non è rimasta indifferente al problema. Infatti l’adunanza consiliare del 04 Giugno u.s. ha riguardato anche le possibili adozioni di misure di contrasto alle Ludopatie. Non basta, infatti, un decreto legge che obbliga i gestori delle macchinette ad esporre le informazioni, ma servirebbe più informazione e prevenzione attiva, almeno per limitare il più possibile i danni che provoca la dipendenza dal gioco. E’ sicuramente una battaglia quotidiana difficile, anche perché chiudere i luoghi fisici dove si gioca non basta, ormai la scommessa corre soprattutto in rete, si può fare comodamente da casa. Quindi non serve allontanare le tentazioni, mettere i lucchetti alle slot machine. Questo è un fenomeno in crescita esponenziale, per il quale lo Stato prevede l’assistenza ma non fondi specifici per la cura. C’è chi ha proposto di utilizzare una parte dei soldi incassati con il gioco d’azzardo per la cura. In pratica è come se dovessimo sperare che in Italia si giochi di più per avere più fondi. Una cosa da far raccapricciare la pelle. L’unica via è provare a smettere, recandosi ai SERD pubblici dove lavorano psicologi, analisti, medici e gruppi di autoaiuto, dove ogni storia, ogni esperienza condivisa pubblicamente aiuta nel difficile cammino. “Ore di parole per imparare a conoscersi, a capire cosa si cerca di compensare, da cosa si fugge…per ricominciare a tessere la propria vita, a ritrovare il sapore, il gusto delle giornate e dei rapporti…a non alzarsi più al mattino con quell’unico pensiero (del gioco), che li ha bruciato non solo banconote, ma anni di vita.
Ago 04