Pino Passarelli, referente del Comitato Sos Costa Jonica, torna ad occuparsi di inceneritori a seguito di una delibera regionale che ha dato parere positivo al progetto proposto da Lucania Ambiente srl e relativo alla realizzazione “… di un impianto per il recupero di rifiuti non pericolosi a matrice organica provenienti dalla raccolta differenziata destinati al riutilizzo con produzione di compost di qualità (CQ) e di combustibile solido secondario (CSS) “ per l’alimentazione di un gassogeno e valorizzazione energetica …”. Di seguito la nota integrale.
Nei giorni scorsi la Giunta Regionale, con la delibera 758 del 27 giugno 2013, ha nuovamente dato parere positivo al progetto proposto da Lucania Ambiente srl e relativo alla realizzazione “… di un impianto per il recupero di rifiuti non pericolosi a matrice organica provenienti dalla raccolta differenziata destinati al riutilizzo con produzione di compost di qualità (CQ) e di combustibile solido secondario (CSS) “ per l’alimentazione di un gassogeno e valorizzazione energetica …”.
Sarebbe interessante sapere cosa è cambiato nell’ultimo anno, visto che il progetto ripropone per la terza volta lo stesso impianto bocciato per ben due volte dalla Giunta Comunale di Bernalda (delibera 125 del 3 nov. 2011 e delibera 85 del 2 ott.2012).
Lo scorso 30 settembre, in occasione della “Giornata mondiale di azione contro l’incenerimento dei rifiuti”, in collaborazione con Città Plurale di Matera, il Comitato Diritto alla Salute di Lavello, l’Associazione Ambiente e Legalità di Ferrandina, l’Ass. Medici per l’Ambiente-ISDE Italia e la OLA organizzammo un incontro a Bernalda in cui, oltre a parlare della politica regionale legata al ciclo dei rifiuti e della pazzia dell’utilizzo dei rifiuti come combustibile negli inceneritori, si parlò anche delle problematiche legate al progetto presentato dalla Lucania Ambiente srl.
In particolar modo il dott. Ferdinando Laghi, vice presidente dell’Associazione Medici per l’Ambiente e referente associativo per ciò che riguarda il “Ciclo di smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani e impatto sulla salute”, parlando del Gassificatore/Inceneritore che si vuole realizzare a Metaponto ha parlato dei problemi causati dalle nano particelle che verrebbero prodotte nel ciclo lavorativo dicendo che essendo molto più piccole del PM10 sono più pericolose e difficilmente intercettabili con i filtri e la tecnologia del momento e che la tecnologia con cui si intende costruire il Gassificatore/Inceneritore è ancora nella fase sperimentale e quindi non si conoscono tutti gli effetti che un impianto del genere può avere sull’uomo e sull’ambiente.
Lucana Ambiente srl per dimostrare la non pericolosità del Gassificatore/Inceneritore, nella documentazione tecnica presentata (alla Regione, Provincia e Comune) faceva riferimento al Gassificatore della Comunità Montana Gallurese n.3 Tempo Pausania e riportava i valori delle analisi effettuate, nel 2006, con l’impianto che “… si trovava a regime normale.”
Con una semplice ricerca su Internet contattammo il vice sindaco di Tempo Pausania, dott. Gianni Monteduro, che ci comunicò che “… l’allora Comunità Montana Alta Gallura, fece un breve periodo di sperimentazione in tema di gassificazione, con un impianto assai modesto negli anni 2006-2008. Ma il progetto non venne portato avanti in assenza della certificazioni e autorizzazioni che l’Amministrazione riteneva necessarie e che non vennero fornite. Così la società non ebbe possibilità di proseguire con il progetto…”.
Ognuno, a questo punto, può farsi la propria idea sulla veridicità dello studio proposto da Lucania Ambiente srl.
La ricerca che abbiamo fatto noi avrebbero dovuto farlo anche le nostre “istituzioni” e ciò che non riusciamo a comprendere è perché studi non supportati scientificamente e lacunosi proprio nella parte riguardante gli effetti sulla salute dei cittadini vengono presi per buoni per la terza volta dalla Giunta Regionale e dalla Giunta Provinciale.
Nella stessa delibera regionale venivano autorizzate anche altri due impianti finalizzati alla produzione di combustibili da raccolta differenziata.
Il primo a Ferrandina (La Carpia Domenico srl) riguarda “… l’ampliamento di un centro attrezzato per la messa in riserva ed il recupero dei rifiuti non pericolosi e pericolosi … finalizzato alla produzione di …, combustibili (CDR/CSS) e recupero parziale di energia ..”
Il secondo a Colobraro (Progetto Europa Energy SpA) riguarda la “…richiesta di riconversione di un opificio industriale per la realizzazione di un impianto di recupero di rifiuti urbani e speciali non pericolosi finalizzato alla produzione di combustibile solido secondario (CSS) …”
Tutti e tre i progetti hanno avuto il parere favorevole della Provincia di Matera.
All’assessore provinciale Gianni Rondinone che, dopo la denuncia fatta dall’Associazione Ambiente e Legalità di Ferrandina sui due inceneritori di Ferrandina e Metaponto, ha detto che il piano rifiuti della Provincia non prevede alcun inceneritore e che lo stesso piano prevede “… solo che la parte secca deve essere trasformata in CSS …” noi diciamo, come già detto precedentemente in varie occasioni, che la raccolta differenziate ha senso solo con il riciclo totale delle frazioni secche dei rifiuti.
Infatti arrivare, nel giro di tre anni, al 65% di raccolta differenziata per trasformarla in CDR o CSS e poi bruciarla non ha alcun senso perchè non porta alcun risparmio al cittadino, non riduce il consumo di materie prime, non riduce l’inquinamento ma al contrario aumenta il prezzo pagato per il servizio, aumenta il consumo di materie prime, aumenta l’inquinamento e aumentano le malattie.
E’ certo solo l’aumento del reddito di chi gestisce gli inceneritori.
L’incenerimento dei rifiuti avviene oramai in forme ed impianti diversi, dalla combustione nei termovalorizzatori, nei cementifici, nelle centrali a “biomassa”, con la gassificazione, la piro-gassificazione ed altre forme al momento ignorate.
Come si può notare i nomi sono diversi ma nessun processo viene chiamato col proprio nome semplice di inceneritore, perché alla fine quello che fanno tutti i vari impianti è bruciare qualcosa.
Secondo noi una volta effettuata la raccolta differenziata tutto il secco deve essere indirizzato al riciclo totale e non all’incenerimento, avendo come risultati una ricchezza dalla vendita dei materiali raccolti, minor danno ambientale per il reperimento delle materie prime, una reale e duratura occupazione per molte più persone di quante ne possa occupare un qualsiasi inceneritore e non avremmo più bisogno di discariche.
E’ infatti assurdo che in una regione con la densità abitativa che ha la Basilicata, dove dovrebbe essere semplice fare il 100% di raccolta differenziata, periodicamente si aumentano le capienze delle discariche esistenti con poco controllo su tutto ciò che ruota intorno alle discariche ed ai rifiuti.
Quindi sarebbe ora che di cambiare la politica regionale e provinciale in tema di rifiuti affinchè la raccolta differenziata sia finalizzata al riciclo totale.
In altri posti si fa e si può fare anche in Basilicata.
Basta volerlo.
P.S. Cari amministratori non provate un po’ di vergogna pensando che mentre oggi facendo degli scavi vengono alla luce dei reperti archeologici che portano turismo e ricchezza chi scaverà domani troverà solo “munnezza”?
Metaponto 3 agosto 2013