La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, in merito all incontro del Tavolo della Trasparenza del giorno 2 agosto scorso per fare luce sul recente trasferimento di materiale radioattivo dal deposito ITREC di Rotondella (MT) destinato al rimpatrio negli USA (proprietari di tale materiale) con sosta all’aeroporto militare di Gioia del Colle (BA), denuncia l’assenza al Tavolo della Trasparenza convocato dal presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, dei rappresentanti dei Ministeri dell’ Interno, dell’Ambiente, della Salute e dello Sviluppo Economico, nonchè dei responsabili della sicurezza pubblica coinvolti dell’operazione di trasferimento dei materiali radioattivi (prefettura, organi polizia, militari).
La Regione Basilicata – denuncia la Ola – non può rimanere passiva di fronte all’atteggiamento governativo che ha imposto ed intende continuare ad imporre il segreto di stato ed anche quello militare su questa e su altre possibili vicende che riguardano il centro della Trisaia di Rotondella di cui si ignora il futuro.
La Regione Basilicata deve pertanto esigere da Sogin SpA un cronoprogramma relativo alla messa in sicurezza del sito della Trisaia, con l’indicazione dettagliata dei materiali che a vario titolo si intendono movimentare da e per il centro della Trisaia con i lavori realizzati e ancora da realizzare presso il centro.
Al tavolo della trasparenza non è infatti emerso con chiarezza quale debba essere il ruolo della Sogin SpA. Per statuto societario, Sogin SpA è interememte partecipata dallo Stato e più precisamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. La Sogin SpA detiene il 60% di Nucleo SpA ex Nucleco SpA (il 40% restante in mano a ENEA). Tutto questo, al di là di facili quanto intuitive ricadute di opportunità etiche quanto strategiche nell’avere una società di capitali quotata in borsa che deve condizionare, processare, contenere, de commissionare, stivare, trasferire – quindi: trattare – materiale nucleare, lascia aperto un grosso interrogativo: perché al tavolo della trasparenza Sogin – che è lo Stato, ma è anche una Spa?
Non è per la Ola accettabile quindi che la Sogin SpA si sia seduta al Tavolo della Trasparenza del giorno 2 Agosto scorso a Potenza, “scrollando le spalle” e parlando solo di mera esecuzione, quando essa ha invece dirette responsabilità sulle decisioni relative al decomissioning. Non è accettabile che il governo diserti gli incontri sulla trasparenza, ritenendo di dover affidare alla SpA il ruolo di “esecutore” pubblico su aspetti delicati che spettano alle istituzioni centrali e regionali.
La Ola ricorda che stiamo parlando di un operazione svolta sotto segreto di stato e forse anche sotto segreto militare. Infatti, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 aprile 2008 (Governo Prodi) individuava i “criteri per l’individuazione delle notizie, delle informazioni, dei documenti, degli atti, delle attività, delle cose e dei luoghi suscettibili di essere segreto di Stato”. Un Decreto questo che sottrae competenze ordinariamente svolte dalle ASL e dai Vigili del Fuoco e le assegna ad “Uffici competenti” funzioni nei luoghi coperti da segreto di Stato.
La Trisaia – chiede la OLA – è diventato un sito di interesse militare?
Nel 2009 la Corte costituzionale con la pronuncia 106/2009 sancì che “l’individuazione degli atti, dei fatti, delle notizie che possono compromettere la sicurezza dello stato e che devono rimanere segreti” costituisce il risultato di una valutazione “ampiamente discrezionale”.L’esercizio del potere di secretazione sarebbe quindi assoggettato al solo Parlamento, “sede normale di controllo nel merito delle più alte e più gravi decisioni dell’esecutivo”, attraverso il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir, già Copaco). Ciò è stato fatto?
La Ola chiede se il Parlamento Italiano sia stato messo al corrente di questa operazione e nel caso lo fosse il Copasir, in cui vi sono anche rappresentanti del M5S oltre che il lucano Roberto Speranza (PD), sia a conoscenza della movimentazione e se la stessa sia coperta anche da segreto militare a conferma del grado di pericolosità dei materiali tenuti presso il centro di Rotondella senza che si siano effettuati controlli sui rischi per la salute dei residenti.
La Ola denuncia in proposito la mancanza di un verbale del Tavolo della Trasparenza del 2 agosto scorso che confermi tutto quanto dichiarato in sede di dibattito. L’assenza di questo verbale sottoscritto dalle parti, vanifica il ruolo stesso del Tavolo della Trasparenza, trasformandolo in una passerella tra esponenti politici regionali e Sogin SpA, con i sindaci, i comitati e le associazioni presenti costretti a stringere tra le mani un bel nulla.
La Ola chiede quindi con urgenza la riconvocazione del Tavolo della Trasparenza in uno dei comuni della costa jonica lucana così come già richiesto dal sindaco di Policoro. Tale incontro va preparato con l’obiettivo di fissare i punti del cronoprogramma da richiedere a Sogin SpA. Esso deve basarsi su documentazione concreta da richiedere a Sogin SpA, dalla quale si evincano tempi e le modalità per la restituzione delle barre di Elk River agli USA. Il documento redatto da Sogin SpA va inoltrato – secondo la Ola – prioritariamente, per competenza, alle stituzioni ed i dicasteri interessati, con una informativa trasparente sui quantitativi effettivamente presenti c/o depositi di stoccaggio/condizionamento/processa mento/decommissionamento degli stessi con lo stato dei lavori presso il centro della Trisaia.
La roadmap completa e dettagliata sul decommissioning del nucleare lucano deve individuare inoltre la perimetratura e protocolli di sicurezza adottati e da adottare, gli enti coinvolti (abbiamo appreso che l’Arpab Basilicata non sarebbe nemmeno stata informata della movimentazione del materiale radioattivo del 29 luglio scorso) con un piano di monitoraggio dello stato di sicurezza e di salute delle popolazioni interessate.
Rinunciare a ciò significa soccombere alle logiche impositive del Governo che non ha mai rinunciato a realizzare il deposito unico delle scorie radioattive italiane in Basilicata.
Vietato ingresso all’Itrec di Rotondella ai parlamentari del Movimento 5 Stelle Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli.
«Se per cortesia potete tornare domani. Oggi è domenica e non c’è nessuno». Il divieto è stato garbato, ma di fatto, a due parlamentari della Repubblica italiana, i portavoce del Movimento 5 Stelle, alla Camera, Mirella Liuzzi, e al Senato, Vito Petrocelli, è stato vietato di esercitare una delle prerogative della loro funzione istituzionale, il sindacato ispettivo.
Il grave fatto è accaduto oggi, domenica 4 agosto, alle 13, all’ingresso della sede dell’Itrec di Rotondella, il centro nucleare gestito dalla Sogin in contrada Trisaia, in provincia di Matera, quando Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli, accompagnati da un fisico, Piernicola Pedicini, si sono presentati al cancello della sede della struttura che la notte tra domenica 28 e lunedì 29 luglio è stata al centro di una contestata operazione di trasporto di materiale radioattivo verso la base militare Nato di Gioia del Colle, in provincia di Bari.
I due parlamentari del M5S, insieme al fisico, sono stati bloccati all’ingresso del centro nucleare dalle due guardie giurate presenti nel gabbiotto che hanno fatto da tramite, telefonicamente, con il direttore della struttura. È stato il direttore a vietare l’ingresso dei due parlamentari affermando che di domenica «nel centro ci sono solo tecnici» e che se per cortesia potevano, appunto, tornare all’indomani.
I due parlamentari della Repubblica italiana avrebbero voluto rendersi conto di persona della situazione presente all’Itrec di Rotondella, anche perché non sono ancora del tutto chiari i motivi del trasloco di materiale radioattivo deciso e fatto nottetempo, e avrebbero anche voluto verificare se le due centraline di controllo sono funzionanti e chi e quando fa i rilievi di radioattività all’interno dell’Itrec, dato che in Basilicata spesso i controllati si confondono con i controllori.
La decisione di andare oggi a fare la visita ispettiva all’Itrec è stata dovuta al fatto che sia per Liuzzi che per Petrocelli, è stato il primo giorno utile dopo una settimana di forte impegno politico nelle aule del Parlamento.
I due parlamentari lucani del M5S si sono poi recati a una importante giornata politica del M5S di Basilicata, la riunione regionale per stabilire le regole comportamentali per le prossime e imminenti elezioni regionali, dove hanno subito denunciato l’accaduto agli attivisti.
ma la domenica alle 13 del 4 agosto???
non esageriamo con le polemica. L’Enea alla Trisaia, con tutto ciò che contiene, è li da tantissimo e tempo e i due parlamentari sarebbero potuti entrare quando avrevbbero voluto. Mi sembra giusto che il direttore abbia loro negato l’ingresso. Se la visita fosse stata concordata e fosse stato loro vietato va bene, ma tutto questo non è successo.
Non esageriamo con le parole!
solo perchè sono parlamentari dovrebbero aver diritto ad entrare? sono tecnici? ma chi sono? come sempre, devono far propaganda inutile.
Stakanovisti del piffero! Ho saputi che poi sono andati al lido di Rotondella e non li hanno fatto entrare neanche lì.
Ormai vivo lontano da questa terra e sono molto felice della mia scelta!! Quando succedono episodi simili oppure operazioni poco trasparenti sono convinto che la colpa sia della gran parte dei lucani che è connivente con questa malapolitica;soprattutto perchè quasi tutti i cittadini lucani non fanno nulla per cambiare il loro destino.