L’aspetto più sorprendente del Lff 2013 non è il bagno di folla per Riccardo Scamarcio al Lucano Movie Night. La XIV edizione dell’evento più crossmediale mai ideato in Basilicata centra forse l’obiettivo più difficile per una manifestazione festivaliera che fa del cinema di qualità il suo marchio di fabbrica. Il successo di questa edizione certifica la maturità e la crescita di un pubblico che, con i numeri solitamente destinati solo agli appuntamenti di massa, ha partecipato ai momenti più impegnati dell’evento riempiendo le sale per le numerose proiezioni in concorso e le sedute per alcuni talk che hanno dilatato enormemente la molteplicità culturale della rassegna.
Il successo del Lff 2013 è nell’interazione partecipata del pubblico alla lectio magistralis di Carlo Infante, la mente illuminata di Urban Experience che, in collaborazione con Allelammie, darà vita al progetto P-Stories attraverso il quale, per dirla con le parole del luminare, “si proverà a recuperare la memoria dimenticata di questa comunità, segnata dal passaggio traumatico dal mondo rurale a quello industriale”.
Del rapporto tra territori e modernità si è parlato anche con il paesologo Franco Arminio, le cui lucide provocazioni hanno il fascino di immagini sbiadite dal tempo, da cui trasuda un nuovo umanesimo, in alternativa all’autismo corale di cui è impregnato il mondo attuale. Il suo corpo e il suo pensiero abitano i piccoli paesi, quelli a cui si potrebbe assegnare la bandiera bianca come riconoscimento per non aver partecipato al saccheggio della modernità, tanti in Basilicata.
La premiazione dei film vincitori, che ha concluso la lunga maratona del Lff, ha rinnovato la certificazione internazionale dell’evento. Preceduta da un tocco di gran classe, offerto dall’alto funzionario Mibac, Marcello Tagliente, che ha interagito nel talk con la giuria di donne greche, evidenziando gli innumerevoli link culturali ed etnici tra il metapontino e la terra di Pitagora, la cerimonia, officiata assieme al main sponsor Amaro Lucano, ha accolto il racconto quasi commosso del direttore artistico Rocco Calandriello: “I film che scegliamo, solo pochi titoli tra gli oltre mille che si iscrivono da tutto il mondo al nostro concorso, sono per noi come dei figli ed è quasi crudele doverne premiare solo alcuni”. E’ per questo motivo che sul palco della sala piccola sono stati accolti tutti gli attori e registi presenti alla kermesse, definita dal direttore generale Massimiliano Selvaggi come un “festival fotonico, un torrente di particelle che illumina il buio che spesso entra nelle nostre vite individuali e collettive”. In una terra solcata dal rimorso del sud, il Lucania Film Festival è la scommessa testarda di rendere possibile un altro mondo e costruire una prospettiva di futuro.
Ha vinto un’animazione polacca, Ziegenort di Tomasz Popakul. Ha vinto l’attrice italiana Eleana Costanza, del film Ammore di Paolo Sassanelli. Le “Elle” del Lucania Film Festival, inoltre, hanno raggiunto l’Olanda, la Germania e la Georgia con altri riconoscimenti competitivi.
Poi è salita in cattedra la musica, con il pandemonio di sonorità balcaniche della Kocani Orkestar, due ore di spettacolo nella piazza della Terravecchia.
Resta ovviamente negli occhi di tutti il film del grande impatto di pubblico di Riccardo Scamarcio, che ha saputo raccontarsi e raccontare il cinema, assieme a Rocco Papaleo. Ma con artisti di questo calibro diventa tutto più semplice. Ben più difficile era fare il pieno di pubblico per quattro giorni consecutivi puntando soprattutto su una programmazione impegnata, dotta e di grande qualità. Ma è stata proprio questa la sfida più difficile ed esaltante che il Lff ha vinto, elevando i luoghi della Terravecchia a laboratorio delle culture e dei saperi.
Ago 14