Una delle grandi piaghe sociali dei nostri tempi è l’abuso dell’alcol.
Secondo recenti indagini statistiche l’alcol uccide più della droga poiché l’etilismo (abuso di sostanze alcoliche) non provoca solo malattie mortali come cirrosi epatica, tumori, tubercolosi all’apparato respiratorio, ma anche danni al sistema nervoso periferico; senza contare alcuni disturbi comportamentali che possono talvolta portare al suicidio o omicidio. Ragazzi sempre più giovani – dichiara il Presidente del Consiglio Comunale di Policoro Gianluca Modarelli (PDL)- si fanno travolgere dal vortice dell’alcol per sentirsi uguali ed accettati dal proprio gruppo d’amici eliminando le inibizioni e le resistenze psicologiche alla propria espressione fisica e verbale. in Italia si fa per la prima volta uso di alcol ad undici anni mentre in altri paesi Europei a tredici. Questo fatto è allarmante tenendo conto che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sotto i sedici anni il sistema nervoso non è ancora completamente sviluppato e non è in grado di sostenere quantità elevate di alcol. Ma perché si comincia a bere? Oltre per disagi personali, familiari o emotivi (solitudine per esempio), un insuccesso scolastico, una delusione d’amore, un ragazzo beve per sentirsi libero, per stordirsi, perché è attratto dallo “sballo” – continua Modarelli – ma soprattutto perché al giorno d’oggi si pensa, sbagliando, che non ci si possa divertire il sabato sera, in discoteca o in un locale, senza ubriacarsi. I ragazzi d’oggi sembrano aver dimenticato quanto grande sia il dono della VITA e i rischi che corrono comportandosi in questo modo. Per non parlare del fatto che molti giovani uniscono droga ed alcol rischiando di cadere nel cosiddetto coma etilico che può causare gravi danni al cervello o addirittura portare alla morte. Si pensi inoltre che numerosi incidenti stradali (soprattutto durante il week-end) sono provocati da persone che guidano in stato di ebbrezza (cioè dopo aver assunto quantità elevate di alcol) e così facendo mettono a repentaglio la propria vita e quella degli altri. Bisogna tener presente che si parla di alcolismo quando una persona fa un uso abituale di alcol e che se non lo fa cade in uno stato di stress psico-emotivo ovvero la comune crisi d’astinenza. Purtroppo l’etilismo ha avuto e continua ad avere un’ampia diffusione fra tutti i ceti sociali, senza distinzione tra i due sessi e tra le diverse culture. Per questo motivo diventa molto importante aiutare amici, allievi o figli che vivono questa situazione, con il dialogo e rivolgendosi alle strutture che possono dare un aiuto medico e psicologico al ragazzo ma anche a chi gli è attorno e vuole aiutarlo. Oltre alle strutture pubbliche presenti negli ospedali esistono associazioni di volontariato che non solo si occupano della lotta contro l’alcolismo, ma cercano anche le vittime di questa dipendenza nella società. Ci sono molti modi per divertirsi ma non bisogna farlo mettendo a rischio la propria vita o quella degli altri. Bisogna imparare – conclude Modarelli – ad avere rispetto per se stessi e per la propria salute. Impariamo a divertirci con intelligenza e buon senso!
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