“L’Ugl Basilicata denuncia ancora casi di malasanità, da oggi, sarà molto difficile per l’oligarchia lucana vantarsi della sanità regionale solo perché il sistema regionale sanitario non è commissariato dal Ministero. Tutto ciò non è più ammissibile, non può essere che a fronte di tanti danari spessi il diritto alla salute dei lucani sia al di sotto della decenza per un Paese Civile e Occidentale: inammissibile che una donna entri in ‘codice giallo’ nel nosocomio regionale, ne esce giorno successivo con ugual codice senza aver risolto il problema di salute per incuria medica e di più perché serve il posto letto. E’ un paradosso che succede solo in Basilicata”.
A denunciare l’ennesimo caso di malasanità, è il segretario regionale generale dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi per il quale, “Vorrei solo ricordare l’art. 32 della nostra Costituzione: ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti’. Poiché la Basilicata è già ‘incostituzionale’ sulla tutela del lavoro essendo una regione fondata sulla disoccupazione, reputo etico perché ci si adoperi per dare effettività e concretezza al Diritto sulla Salute, alzando gli standard qualitativi dei servizi, premiando la professionalità ed evitando privilegi, carriere di filiera e sprechi inutili. In merito – conclude il sindacalista, Tancredi – dall’Ugl sarà presentata un’interrogazione con la quale si chiede al Presidente De Filippo quali provvedimenti intenda prendere per superare le tante criticità evidenziate dal report dell’ospedale San Carlo di Potenza. A qualche parolaio politico invece faccio presente che non tutti i comuni cittadini lucani hanno la possibilità di predicare bene e razzolare male, ovvero da un lato difendere la Sanità Pubblica Lucana e poi dall’altro scegliere al bisogno Cliniche Private oppure Ospedali in altre Regioni. Chiacchiere è facile, dire che è nella Libertà dei Cittadini scegliere dove curarsi è banale, ma nei fatti specie nella nostra regione sempre più povera, questa libertà di scelta non appartiene alla maggioranza dei lucani. Ma forse gli oligarchi non lo sanno, troppo ovattati nei loro privilegi e nella loro autoreferenzialità”.