Il Consigliere comunale della Lista Stella Enzo Acito ha inviato una nota relativa all’intervento presentato nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Matera su Matera 2019, una seduta che ha fatto registrare una scarsa partecipazione a dispetto dei due punti all’ordine del giorno, quello sul Piano Città e quello sul progetto relativa alla candidatura di Matera a capitale europea della cultura. Di seguito comunicato e nota integrale di Enzo Acito.
Matera 2019. Il consiglio comunale non è un bancomat!
Ci sembra che, a venti giorni dalla scadenza, manchi ancora un progetto definito e realistico per Matera 2019, manca una identità del progetto, manca l’ anima che dovrebbe fare la differenza tra il progetto di Matera 2019 e quello delle altre candidate, manca una strategia di coordinamento tale da attivare tutti i processi in parallelo e la candidatura a capitale europea della cultura. Senza questa opportunità si corre il rischio di naufragare nel mare della autocelebrazione e delle onerose quanto inutili operazioni di facciata. Si enfatizza, nel progetto, la condivisione con la comunità, ma nella sostanza si punta ad utilizzare il consiglio comunale come un bancomat da cui estorcere il semplice dato numerico di approvazione. Le slides oggi presentate, a venti giorni dalla scadenza, costituiscono solamente uno spaccato, limitato, e tra l’ altro poco comprensibile, del cosa, mentre non lancia nessun indirizzo o suggerimento sul come. L’ apoteosi, poi, quando si prende atto della visione di una città come luogo delle Utopie e delle distopie, visione che fa a pugni con una città, che con la sua essenza di concretezza e di cultura contadina, non ha mai perso il suo senso di praticità. Assegnarle il ruolo di luogo dove “elaborare un nuovo modello economico per l’Europa, discutere di crisi della democrazia, del pensiero meridiano come possibile fonte di idee per superare la crisi, di modalità nuove e collettive per affrontare le mafie, di nuove fonti energetiche e nuove modalità di gestire la fonti tradizionali”, un luogo dove “Tratteremo anche temi dolenti, per evitare distopie come la città disneificata, il familismo amorale, la perdita dei migliori talenti in fuga verso luoghi attraenti ma senza radici, la lentezza come opportunità di qualità della vita ma anche come remora al cambiamento” chiama a raccolta le intelligenze di questa città per evitare di ricadere nella trappola dei proclami enfatici, e irrimediabilmente sterili, di cui la storia di questa Città è piena. Chiedete un parere ai cassintegrati ed ai nuovi poveri della Città, chiedetelo agli operatori turistici che dovrebbero, con l’ incremento del fatturato che si aspettano dalla candidatura, far crescere il Pil dell’intera Città Il progetto di candidatura è ancora nei cassetti, a venti giorni dalla scadenza di presentazione, invocando una inconcepibile riservatezza come se l’ identità di Matera e le innovazioni proposte potrebbero essere copiate da altri concorrenti. L’ Aquila ha approvato il suo progetto di candidatura, in Consiglio comunale, il 6 giugno scorso, e leggendo attentamente tutto il dossier di candidatura ( sono 93 pagine) si evince una forte identità ed un’anima del progetto che nessun altra città candidata potrebbe copiare. Abbiamo il dovere di conoscere, studiare, metabolizzare, emendare ed approvare il progetto di candidatura nei tempi necessari, senza i ricatti dell’ ultimo treno e della gestione, voluta e preordinata, della emergenza decisionale. Al Consiglio comunale non viene fornita, ancora una volta da questa amministrazione Adduce, la possibilità di appropriarsi del suo ruolo di programmazione ma viene relegato a semplice organo che DEVE ratificare le scelte di altri pur avendone, il Consiglio Comunale, la competenza giuridica. Le slides oggi presentate non affrontano questioni richieste con domande specifiche nel dossier di candidatura e che sarebbe interessante scoprire oggi e non a ridosso della scadenza: Che tipo di struttura sarà quella incaricata dell’organizzazione e della realizzazione del Progetto? Quali sono i criteri e le modalità in base ai quali è stato/sarà scelto il direttore/la direttrice artistico/a della manifestazione? Qual è o quale sarà il suo profilo? Quando entrerà in carica? Quale sarà il suo campo d’azione? Il dossier dell’ Aquila qui è chiaro: La guida della Struttura di Progettazione e Realizzazione verrà demandata a professionisti indipendenti di conclamata reputazione, scelti mediante procedure di selezione di livello internazionale per il Direttore Artistico e il Coordinatore della Pianificazione e di livello nazionale per i Coordinatori delle Aree Tematiche e dei Settori Operativi Il nostro dossier di candidatura sarà ugualmente trasparente o lasceremo in eredità alla prossima amministrazione i retaggi di questa? Abbiamo bisogno con urgenza di esaminare tutto il dossier completo che, se non è ancora pronto, denota una inqualificabile incapacità progettuale; se, invece, è pronto e non è consentito l’ esame del consiglio comunale, è la ulteriore dimostrazione che ci usate come il Bancomat dei consensi comprati al mercato rionale.
Enzo Acito, Consigliere comunale della Lista Stella
Matera 2019. Il consiglio comunale non è un bancomat!
Conosciamo l’ obiettivo 2019. Non sappiamo come e soprattutto con quali energie arrivarci. Sembra di vedere il traguardo attraverso un binocolo che non ci consente di definire i contorni del tragitto. O, meglio, non sappiamo in quanti arriveremo al 2019 sopravissuti ad una difficile crisi che attanaglia il sistema produttivo della Città. Non basta definire cosa fare e quali ricadute attendersi, è urgente individuare il percorso del come fare a costruire un tessuto economico in grado di cogliere le ricadute attese. E soprattutto sollecitare gli attori principali a fornire il proprio contributo di idee e di competenze. La storia della Città è satura di programmi e di obiettivi, di proclami, quasi sempre preelettorali, di asse ferroviario (RFI) di collegamento Ferrandina – Matera – Bari, a chiusura dell’anello ferroviario Tirreno/Adriatico, in territorio lucano, in direzione dell’hub di Bari, di asse ferroviario “metropolitano” (FAL) che, partendo dal terminal-nodo di scambio (con RFI) di Venusio, interessa l’intera estensione urbana della città, fino all’Ospedale/S. Francesco; di una viabilità di circonvallazione extra-urbana, raccordo tra la viabilità interregionale N-S (Murgia/Pollino) ed E-O (itinerario bradanico-salentino), di convergenza di attività e risorse della “città murgiana”, di un conseguente nodo logistico intermodale (gomma/ferro) geograficamente collocato all’intersezione degli assi ferroviari e stradali summenzionati. E la bozza di piano strategico, presentato al Consiglio Comunale qualche settimana fa, ripercorre imperterrito questo viaggio della speranza e dei sogni perduti nei cassetti vuoti dei finanziamenti inesistenti. Nessun dubbio sulla utilità di tutto quanto, ma manca, in maniera evidente, la realistica definizione delle priorità in funzione delle risorse disponibili e del potere contrattuale della nostra classe politica rispetto al governo centrale, a qualunque colore appartenga. L’ elenco dei sogni infranti sulla roccia della indisponibilità finanziaria o del ridotto potere contrattuale potrebbe pericolosamente arricchirsi con la sensazione che Matera 2019 possa diventare un’ altra chimera da tramandare alle future generazioni come una ulteriore opportunità immaginata ma non colta (polo della pasta, Val Basento, Bando Matera–Treviso, Felandina, polo del salotto, ecc. insegnano). Non saremmo agli ultimi posti, in termini di PIL, se non avessimo fatto incetta di fallimenti ad orologeria e se non avessimo puntato, in periodi diversi, sulla monocultura industriale, con un sistema incapace di diversificare l’ economia del territorio in diverse e contemporanee attività produttive. La generosa previsione delle ricadute positive sulla economia reale della Città, con la candidatura, potrebbe trasformarsi in un’ altra debacle se non si attivano collegamenti diretti, tra settori non tradizionalmente connessi alla cultura, per creare le condizioni della diversificazione produttiva. Non si riscontrano però, al momento, collegamenti diretti tra i settori produttivi trainanti questa asfittica economia ed il percorso di candidatura. E nemmeno crediamo sia opportuno attendere l’ esito della prima fase o dell’ esito finale della candidatura per attivare, solo allora, i processi economici che si potrebbero innescare. Agricoltura, agroalimentare, artigianato, industria delle costruzioni, telecomunicazioni e tecnologia dell’ informazione, pezzi importanti della economia della città, assistono impotenti, ed anche indifferenti, alla candidatura non intravedendo, in questa fase, alcun collegamento diretto e nemmeno indotto con la promozione della cultura quale prossima frontiera di sviluppo. Sappiamo benissimo cosa vogliamo, cosa ci aspettiamo in termini di ricaduta della candidatura, non sappiamo, o forse non è ancora esplicito, come attivare le ricadute economiche, come attivare i processi di coinvolgimento delle attività produttive assenti dalla filiera “ culturale” produttrice di reddito. Manca la sensibilizzazione degli operatori economici “ non allineati” e manca soprattutto una strategia del come coinvolgerli. Come ricercare, nelle attività ordinarie dell’agricoltura, dell’agroalimentare, dell’artigianato, dell’industria delle costruzioni, delle telecomunicazioni e della tecnologia dell’ informazione quelle nicchie inesplorate o poco utilizzate per creare il collegamento con la risorsa “ cultura”. Questa azione di regia attiene all’ amministrazione comunale che dovrebbe assumere il ruolo del coordinamento strategico perché insieme al cosa si definisca e si delinei il come. Se le azioni di coordinamento strategico fossero state messe in campo già nella prima fase, si sarebbe verificato un contributo produttivo integrativo al filone culturale, completando l’ offerta e generando un indotto che potrebbe conivolgere settori tradizionalmente lontani dal turismo. La valorizzazione dei prodotti tipici non può limitarsi all’ aspetto promozionale, dovrebbe comportare l’ adozione di sistemi di incentivazione alla produzione coinvolgendo gli operatori economici del settore e potenziando il progetto strategico del turismo eno-gastronomico, indotto del turismo “culturale”. Serve coinvolgere gli operatori economici del settore ed esplorare, tra i finanziamenti comunitari, quelli che potrebbero favorire le produzioni tipiche. Anche questa è cultura ma questo non sembra sia presente nel progetto di candidatura sul “come” attivare questi processi. Il patrimonio dei Sassi potrebbe ospitare sistemi di edilizia innovativa, interventi sperimentali di produzione di energie alternative senza impattare con i vincoli storico-architettonici, adeguamenti sismici con progetti compatibili, adozione di soluzioni di bioarchitettura. Interventi sperimentali per costituire il prototipo e per esportare le soluzioni in altri centri storici con gli stessi vincoli e con le stesse difficoltà operative. Coinvolgere gli operatori del settore per sperimentare le tecnologie innovative ed individuare fondi comunitari che potrebbero consentire la realizzazione del prototipo. Esiste una nicchia, oltremodo interessante, attratta dalle applicazioni innovative nell’ edilizia e nello sviluppo sostenibile. Anche questa è cultura ma questo non sembra sia presente nel progetto di candidatura sul “come” attivare questi processi. L’ artigianato artistico, per ceramica e cartapesta, meriterebbe maggior attenzione ed una azione concordata per la nascita di scuole specifiche ed azioni di attivazione utilizzando l’ incubatore di impresa di Sviluppo Basilicata che, pur presente nei Sassi, non ha dato sinora i risultati attesi, oppure attivando Basilicata Innovazione i cui risultati non sono francamente visibili. Anche questa è cultura ma questo non sembra sia presente nel progetto di candidatura sul “come” attivare questi processi. L’ innovazione tecnologica potrebbe interessare le centinaia di piccole e micro imprese del territorio provinciale con un’ azione di trasferimento tecnologico attivata dalla vicina Agenzia Spaziale Italiana. Lo studio redatto dall’ università Bocconi nel 2009 prevede 800-1000 posti di lavoro con la creazione di un distretto tecnologico nel settore dell’ Osservazione della Terra. Potrebbero essere 800-1000 posti di lavoro, di cervelli non più costretti ad emigrare o addirittura da richiamare. La città della scienza di Napoli richiama(va) 350.000 visitatori all’ anno e questa sarebbe solo una parte della ricaduta che si potrebbe innescare. La creazione di nuove piccole imprese altamente tecnologiche, la creazione di un cluster in grado di seguire l’ Agenzia Spaziale sui mercati mondiali potrebbe costituire l’ innesco della sempre tanto invocata e quasi mai realizzata internazionalizzazione delle PMI. Sarebbe anche una opportunità di diversificazione degli investimenti per tanti imprenditori che, in assenza di alternative credibili, continuano a puntare sull’ ormai decotto settore delle costruzioni e che, invece, affiancati dai cervelli da trattenere o da richiamare, potrebbero inaugurare una nuova stagione per l’ economia della Città, l’economia della tecnologa avanzata e dei mercati internazionali. Anche questa è cultura ma questo non sembra sia presente nel progetto di candidatura sul “come” attivare questi processi. Ci sembra che, a venti giorni dalla scadenza, manchi ancora un progetto definito e realistico per Matera 2019, manca una identità del progetto, manca l’ anima che dovrebbe fare la differenza tra il progetto di Matera 2019 e quello delle altre candidate, manca una strategia di coordinamento tale da attivare tutti i processi in parallelo e la candidatura a capitale europea della cultura. Senza questa opportunità si corre il rischio di naufragare nel mare della autocelebrazione e delle onerose quanto inutili operazioni di facciata. Si enfatizza, nel progetto, la condivisione con la comunità, ma nella sostanza si punta ad utilizzare il consiglio comunale come un bancomat da cui estorcere il semplice dato numerico di approvazione. Le slides oggi presentate, a venti giorni dalla scadenza, costituiscono solamente uno spaccato, limitato, e tra l’ altro poco comprensibile, del cosa, mentre non lancia nessun indirizzo o suggerimento sul come. L’ apoteosi, poi, quando si prende atto della visione di una città come luogo delle Utopie e delle distopie, visione che fa a pugni con una città, che con la sua essenza di concretezza e di cultura contadina, non ha mai perso il suo senso di praticità. Assegnarle il ruolo di luogo dove “elaborare un nuovo modello economico per l’Europa, discutere di crisi della democrazia, del pensiero meridiano come possibile fonte di idee per superare la crisi, di modalità nuove e collettive per affrontare le mafie, di nuove fonti energetiche e nuove modalità di gestire la fonti tradizionali”, un luogo dove “Tratteremo anche temi dolenti, per evitare distopie come la città disneificata, il familismo amorale, la perdita dei migliori talenti in fuga verso luoghi attraenti ma senza radici, la lentezza come opportunità di qualità della vita ma anche come remora al cambiamento” chiama a raccolta le intelligenze di questa città per evitare di ricadere nella trappola dei proclami enfatici, e irrimediabilmente sterili, di cui la storia di questa Città è piena. Chiedete un parere ai cassintegrati ed ai nuovi poveri della Città, chiedetelo agli operatori turistici che dovrebbero, con l’ incremento del fatturato che si aspettano dalla candidatura, far crescere il Pil dell’intera Città Il progetto di candidatura è ancora nei cassetti, a venti giorni dalla scadenza di presentazione, invocando una inconcepibile riservatezza come se l’ identità di Matera e le innovazioni proposte potrebbero essere copiate da altri concorrenti. L’ Aquila ha approvato il suo progetto di candidatura, in Consiglio comunale, il 6 giugno scorso, e leggendo attentamente tutto il dossier di candidatura ( sono 93 pagine) si evince una forte identità ed un’anima del progetto che nessun altra città candidata potrebbe copiare. Abbiamo il dovere di conoscere, studiare, metabolizzare, emendare ed approvare il progetto di candidatura nei tempi necessari, senza i ricatti dell’ ultimo treno e della gestione, voluta e preordinata, della emergenza decisionale. Al Consiglio comunale non viene fornita, ancora una volta da questa amministrazione Adduce, la possibilità di appropriarsi del suo ruolo di programmazione ma viene relegato a semplice organo che DEVE ratificare le scelte di altri pur avendone, il Consiglio Comunale, la competenza giuridica. Le slides oggi presentate non affrontano questioni richieste con domande specifiche nel dossier di candidatura e che sarebbe interessante scoprire oggi e non a ridosso della scadenza: Che tipo di struttura sarà quella incaricata dell’organizzazione e della realizzazione del Progetto? Quali sono i criteri e le modalità in base ai quali è stato/sarà scelto il direttore/la direttrice artistico/a della manifestazione? Qual è o quale sarà il suo profilo? Quando entrerà in carica? Quale sarà il suo campo d’azione? Il dossier dell’ Aquila qui è chiaro: La guida della Struttura di Progettazione e Realizzazione verrà demandata a professionisti indipendenti di conclamata reputazione, scelti mediante procedure di selezione di livello internazionale per il Direttore Artistico e il Coordinatore della Pianificazione e di livello nazionale per i Coordinatori delle Aree Tematiche e dei Settori Operativi Il nostro dossier di candidatura sarà ugualmente trasparente o lasceremo in eredità alla prossima amministrazione i retaggi di questa? Abbiamo bisogno con urgenza di esaminare tutto il dossier completo che, se non è ancora pronto, denota una inqualificabile incapacità progettuale; se, invece, è pronto e non è consentito l’ esame del consiglio comunale, è la ulteriore dimostrazione che ci usate come il Bancomat dei consensi comprati al mercato rionale.
Enzo Acito, Consigliere comunale della Lista Stella
che brutto comunicato stampa, preparato prima del consiglio comunale. Vergognati!
io credo che tu stia facendo un complimento ad Enzo Acito dicendogli che il comunicato lo aveva preparato prima del Consiglio. è proprio così che dovrebbero comportarsi i consiglieri comunali…..e non sedere solo per alzare la mano su richiesta dei boss di questa città. si sarà informato sul lavoro dei vari comitati x Matera 2019. ed ha espresso le sue perplessità.
temevo che era dello stesso livello del piano strutturale.
Siamo sempre nell’astratto perchè manchiamo di progettualità concreta, volutamente.
Questa volta, siccome Matera è in competizione c on altre realtà, il risultato sarà inclemente.,
Questa candidatura è una pagliacciata e mi vedo costretto a sottoscrivere pienamente il comunicato!
L’augurio e’ che Matera vinca e che il Consiglio Comunale eserciti nella pienezza dei suoi poteri istituzionali,senza se è senza ma!!!!
A circa 20 giorni non si sa o non si ha un programma….voi pensavate il contrario? Io no. Come sempre solo chiacchiere per spendere e spandere i soldi stanziati e fare promozione per le LORO candidature.
VERRI TORNASSE DA DOVE E’ VENUTO A PIEDI….ANZI SULLE SPALLE DEL SIG. ADDUCE (scusate la parola)
comitato 2019 ……solo rubare e i fatti dove sono.
la cosa più simpatica è che il mediatore di tutto è: Angelo Tosto……l’unico veramente contrario a questa cosa….prima che fosse stipulato un “contratto” di media partnership tra il Comitato Matera 2019 e TRM………..sarà mica interessato a qualcosa? Noooo malpensanti.
Praticamente quelli del Comitato Matera 2019 dovrebbero inserire nel programma soluzioni concrete ai tanti problemi che affliggono la città e il territorio e che in anni ed anni questa classe dirigente non ha saputo risolvere …e se cambiassimo semplicemente classe dirigente? sappiamo noi “come attivare questi processi”….non votandovi alla prossime elezioni! E confido nella vittoria di Matera perchè troverà le forze per rigenerarsi e crescere