“Il sia pure modesto 0,6% in più che l’Istat oggi attribuisce all’export del “made in Basilicata” nel primo semestre del 2013, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, registrando nello specifico una leggera ripresa della quota di export dei mobili, inverte comunque una tendenza negativa da noi fortemente accentuale per la nota situazione di crisi del comparto del polo murgiano del salotto, che insieme all’auto è la principale produzione lucana di esportazione, e consente di affrontare senza ricorrere ad integralismi ideologici la questione del salvataggio di attività e posti di lavoro”. E’ il commento di Rossana Florio, dirigente regionale e consigliere comunale a Pisticci per Centro Democratico.
“Non può essere certamente il cosiddetto “modello rumeno” (tra l’altro smentito dal Gruppo Natuzzi) soprattutto se inteso come più basso salario per i lavoratori del polo murgiano a risolvere i problemi della competizione sui mercati italiano ed esteri, quanto piuttosto – aggiunge Florio – l’individuazione dei segmenti di mercato del comparto arredo-mobile imbottito. Dunque l’impegno del Gruppo Natuzzi a riportare nel Materano una linea di produzione denominata «Leather Edition» (edizione in pelle) ha in questo una sua specificità, per una produzione che si posizioni su una fascia di mercato intermedia tra il basso di gamma realizzato per Ikea (prodotta per la gran parte in Brasile e Cina) e l’alto valore aggiunto della linea Divani&Divani disegnato invece negli stabilimenti italiani e simbolicamente il made in Italy di cui Natuzzi si fregia sui mercati più ricercati di Europa e Stati Uniti. Quanto al costo di produzione, che è un fattore fondamentale per rilanciare il Gruppo Natuzzi, come del resto per tutte le imprese industriali, la posizione del segretario UIL di Matera Coppola – afferma Florio – merita il sostegno della politica e delle istituzioni perché parlare di salario di ingresso in deroga agli attuali contratti di categoria, sia pure per periodi limitati nel tempo e con l’obbligo di trasformarlo in assunzione a tempo indeterminato, come di nuova organizzazione del lavoro, (piccoli reparti che producono il divano dall’inizio alla fine) non deve continuare ad essere un tabù. Il rilancio del mobile imbottito, per tanto tempo “simbolo” della Matera che produce in qualità e professionalità delle maestranze, non è perseguibile senza un cambiamento culturale, anche di sindacati e lavoratori, che tenga conto dei processi di profonda trasformazione avvenuti a livello internazionale negli ultimi anni.
Ci sono poi cose che la politica e le istituzioni possono fare direttamente quali la riduzione dei costi energetici e di consumo di acqua, in virtù della nostra produzione petrolifera e delle nostre risorse idriche con una nuova interlocuzione nei confronti del Governo Letta in merito alle ZFU (Zone Franche Urbane) che pure hanno previsto misure agevolative a Matera rimaste come impegni teorici. E specie da parte del Governo si attende l’attuazione delle azioni promesse a favore della riduzione della pressione fiscale e dell’aiuto all’export per le imprese e l’occupazione”.
Set 11