Il coordinamento territoriale dei renziani lucani si è nuovamente riunito in queste ore per assumere le iniziative più opportune in vista della prossima competizione delle primarie di coalizione per la scelta del futuro candidato alla Presidenza regionale.
Il coordinamento, nel confermare che i renziani non vogliono essere una corrente all’interno del PD, come più volte sostenuto dallo stesso Matteo Renzi, ma al contrario intendono rappresentare una proposta di innovazione e cambiamento del PD, nei metodi e nei contenuti, riafferma l’unità del movimento a livello regionale, nonostante presunte “spaccature” e qualche inopportuna “fuga in avanti”.
I renziani lucani, pur se in maniera sofferta, hanno condiviso la scelta di non presentare propri candidati perché per il movimento non conta esserci o misurarsi ma conta cambiare davvero le cose, determinando sin da ora le scelte future.
E per cambiare le cose anche nella politica regionale il coordinamento ribadisce i punti irrinunciabili, le condizioni imprescindibili per garantire il proprio sostegno ad uno dei due candidati del PD alle primarie:
1. rinnovamento totale nelle liste del PD alle prossime regionali, per garantire il ricambio di persone, idee e programmi, dopo il fallimento che la stessa classe dirigente ha acclarato, con la fine anticipata della legislatura regionale; un punto essenziale che tra l’altro recupera le finalità e lo spirito che lo stesso PD ha sostenuto nell’approvare la regola del doppio mandato come limite per le ricandidature e che invece viene puntualmente disatteso dalla concreta applicazione delle regole da parte dei diretti interessati;
2. rifiuto esplicitato sin da subito da parte del vincitore delle primarie a stringere accordi con il perdente, come impegno a garantire lo spirito stesso della competizione; Renzi ci ha insegnato che la battaglia per le idee ed i valori si combatte fino in fondo, ma poi l’esito della competizione va rispettato lealmente e senza contropartite di sorta, perché la coerenza prima di tutto;
3. riforma della legge elettorale regionale per garantire la rappresentatività di tutte le aree della Regione, affinché ad ogni territorio corrisponda un eletto; la forza dei grandi numeri e la logica perversa dei resti elettorali non può e non deve prevalicare il giusto diritto delle comunità lucane ad essere tutte rappresentate in Consiglio regionale;
4. accorpamento e riduzione degli enti ed agenzie sub regionali, applicando compiutamente la ripartizione di funzioni e responsabilità tra struttura amministrativa regionale, alla quale vanno attribuiti compiti di programmazione e controllo, e strutture operative territoriali alle quali assegnare le funzioni e responsabilità gestionali; nomina dei dirigenti e direttori generali non con la logica dell’appartenenza ma del merito e della competenza; promozione della gestione associata dei servizi e funzioni dei comuni; si tratta di azioni che contribuiscono alla revisione dell’attuale modello di governance della pubblica amministrazione regionale, allo scopo di ridurre i costi e i tempi per le imprese e le famiglie che entrano in contatto con essa, e ne rende l’azione efficace, efficiente e trasparente.
5. vincolo di destinazione dei fondi derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali quali petrolio e acqua per la spesa diretta agli investimenti e non per finanziare la spesa corrente. I fondi devono essere spesi seguendo le priorità territoriali cosi come definite dalle comunità locali quali: potenziamento delle infrastrutture e delle strutture turistiche e di accoglienza, sostegno alle imprese e lavoratori, per creare nuovo lavoro per chi lo ha perso e per chi non lo ha mai avuto.
La sfida politica lanciata ai due candidati del PD rappresenta, per merito e metodo, lo strumento che consente di cogliere la differenza tra chi intende davvero perseguire il rinnovamento della classe dirigente e chi invece, sventolando la bandiera del nuovo, in verità ha il compito di garantire la conservazione di un pezzo del potere che deve difendere se stessa dal pericolo della mancata ricandidatura alle regionali.
Ora, a pochissimi giorni dal voto delle primarie del centrosinistra, il coordinamento regionale dei renziani lucani invita alla mobilitazione sui territori per garantire la più ampia partecipazione alle primarie, che sono state fortemente volute, invitando tutti i renziani a cogliere quei segnali incoraggianti provenienti da chi non solo ha saputo tempestivamente cogliere le proposte avanzate dal movimento per un vero rinnovamento, ma nelle ultime ore ha affrontato con coraggio e decisione anche temi di merito, che presuppongono una capacità di elaborazione di una proposta di programma che dovrà essere all’altezza delle sfide che attendono la Basilicata.
Il Coordinamento dei renziani lucani.
ZAAAAAAAaaaaaaaaaaaaà da dò!!!!
Brigata ignoranteeeeeeeeeeeeeeee!!!
Leggendo già il primo punto deduco che i tensioni, che vogliono il rinnovamento delle liste, non possono essere dalla parte di Pittella e Braia. Giusto?
Giusto e mi fa piacere leggere “dalla parte” e non “contro”. L’attività politica, in tutte le sue espressioni, non si può svolgere contro “qualcuno”, “qualcosa” (come purtroppo accade e non solo nella nostra Terra). Non può che svolgersi sostenendo la propria idea collegando a questa l’uomo che si impegna a tradurla in azioni concrete.
Sembra che Lacorazza abbia già chiarito le sue posizioni sull’offerta “renziana” di rinnovamento e azione politioca per il Territorio. Se ciò dovesse concretizzarsi gìa nella formazione delle liste avrà il consenso di tutti coloro che vogliono il rinnovamento, renziani o no.
MA Lacorazza ha definito chi saranno i candidati consiglieri? ….ci saranno anche gli indagati?