Per il mercato fondiario che in Basilicata ha registrato nel 2012 un altro anno di rallentamento, sia per quanto riguarda l’attività di compravendita sia in termini di quotazioni, la decisione di annullare, dal 2014, le agevolazioni fiscali per l’acquisto di terreni agricoli da parte di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali sarà un’ulteriore “mazzata” da scongiurare. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Il recente decreto legge 104/2013, che interviene nuovamente in materia di imposte registro e ipocatastali, conferma la soppressione dall’anno prossimo delle disposizioni fiscali previste sull’acquisto di terreni agricoli e fondi rustici da parte di agricoltori professionali -spiega la Cia-. Con questo provvedimento, insomma, si cancella l’agevolazione fiscale in materia di PPC (Piccola Proprietà Contadina), vigente dal 1954, che in questi 60 anni ha consentito la composizione della titolarità fondiaria nei confronti di chi destina il terreno agricolo a finalità produttive.
A partire dal primo gennaio 2014, dunque, i trasferimenti a titolo oneroso di terreni agricoli -sottolinea la Cia- saranno sottoposti all’imposta di Registro con aliquota unica del 9 per cento, superando l’attuale differenziazione tra l’aliquota ordinaria del 15 per cento e l’imposta fissa prevista a favore dei coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti ai fini previdenziali.
Ma “la Confederazione italiana agricoltori esprime forte contrarietà sulla decisione del Parlamento di cancellare le agevolazioni PPC e manifesta grande preoccupazione per le conseguenze che potrebbe produrre a danno del settore agricolo, con effetti negativi per la stessa produzione agricola del nostro Paese”.
“Particolarmente colpiti da questa nuova misura risultano i giovani imprenditori agricoli, quelli a cui la stessa politica non perde occasione per dichiarare vicinanza e attenzione, coloro che più di altri rivendicano la possibilità di accedere al bene terra a condizioni sostenibili -continua la Cia-. Si pensi che un ettaro agricolo in media in Basilicata si aggira intorno 18mila euro, mentre gli aiuti al reddito previsti per le zone svantaggiate hanno contribuito a mantenere ad un certo livello di prezzo quei terreni che, in assenza del sostegno comunitario, perderebbero gran parte dell’interesse alla coltivazione agraria rischiando l’abbandono. Significative differenze di valore si riscontrano tra i terreni vitati che hanno potuto usufruire del premio comunitario per l’espianto e i terreni che mantengono il diritto all’impianto. In alcune annate il mercato è stato ravvivato dalla compravendita di seminativi ed oliveti, attuata da operatori legati direttamente all’attività agricola. Per un’idea delle quotazioni dei terreni agricoli da noi di maggiore pregio, nel Vulture, secondo l’Inea, quella minima è di 29mila/ettaro e quella massima di 62mila/ettaro.
“Lo sconcerto del mondo agricolo è palese, la preoccupazione tangibile”, per questo “la Cia chiede innanzitutto ai parlamentari ed esponenti lucani di governo che si intervenga immediatamente a sanare questa condizione paradossale, confermando a favore degli agricoltori professionali le agevolazioni PPC sull’acquisto di terreni destinati allo svolgimento di attività agricole. La politica lucana batta un colpo e faccia almeno una volta una cosa a favore del mondo agricolo.
L’altra faccia della medaglia – evidenzia il presidente della Cia lucana Donato Distefano – è la difficoltà di accesso al credito che rimane uno dei fattori che limita le potenzialità della domanda degli agricoltori professionali che sono ancora interessati a consolidare la struttura aziendale per aumentare le economie di scala, per non parlare dei giovani “tagliati fuori” dai costi proibitivi. D’altra parte gli acquirenti extragricoli sono frenati dalla mancanza di liquidità e dalle prospettive incerte per la redditività del settore, anche se non manca l’interesse di investitori, anche stranieri, o comunque extraregionali, per acquisizione di aziende intere o per corpi fondiari di una certa rilevanza situati in zone particolarmente pregiate. Per Distefano “il valore terra è adesso legato alla nuova PAC e all’attuazione di una serie di misure, tra le quali quelle relativo al disaccoppiamento o accoppiamento degli aiuti comunitari, al criterio di aiuti solo a superficie. Per questo dopo la sospensione del pagamento dell’IMU che ci ha consentito una bocca d’ossigeno di fiscalità, incoraggiando la ripresa di investimenti nel settore, dobbiamo guardare con grande attenzione alla nuova programmazione 2014-2020”.
Set 21