Francesco Rosi è cittadino onorario di Matera. Alle 13,30 nella sala Carlo Levi di Palazzo Lanfranchi durante la seduta straordinaria del consiglio comunale di Matera si è svolta la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Francesco Rosi, regista e sceneggiatore, alla presenza del Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Massimo Bray.
All’età di 91 anni per Francesco Rosi arriva un riconoscimento importante dalla città in cui aveva già girato tre film importanti della sua luminosa carriera da regista: C’era una volta nel 1967, Cristo si è fermato ad Eboli nel 1979 e Tre fratelli nel 1981.
Visibilmente emozionato, Rosi è stato accolto a Matera dal sindaco della città Salvatore Adduce e da tutta l’Amministrazione comunale con grande affetto. Dopo aver garantito, in compagnia di Roberto Andò, la sua presenza venerdì sera in piazza San Giovanni per Hollywood Party, programma nel palinsesto di Materadio, la festa di Radio 3, alle 12,30 il regista napoletano ha raggiunto Palazzo Lanfranchi. L’assalto dei fotografi e dei giornalisti lo ha sorpreso: “Sono troppi, mi pare eccessivo nei miei confronti”. Nella sala Levi Francesco Rosi può ammirare il grande capolavoro pittorico “Lucania 1961” di Carlo Levi, abbraccia il sindaco di Aliano e il materano Roberto Linzalone, uno dei tanti amici con i quali è rimasto in contatto nella città dei Sassi. Poi saluta il Ministro dei Beni culturali Massimo Bray e assiste ai lavori richiesti dal protocollo per il conferimento della cittadinanza onoraria. Prima della consegna ufficiale c’è spazio per la visione di una clip che racchiude in pochi minuti alcune scene tratte dai tre film girati a Matera e per il pubblico c’è l’occasione per ammirare nuovamente la straordinaria interpretazione di Peppino Persia, icona della tradizione popolare materana, in “Cristo si è fermato ad Eboli”.
Francesco Rosi ritrova in pochi attimi la genunità, il calore, la semplicità e la bellezza di una terra aspra ma decisamente affascinante e da meridionalista convinto racconta le sue emozioni: “Devo ancora rivedere i Sassi ma da quello che ho potuto vedere percorrendo il centro della città Matera è cambiata tantissimo, a tal punto che mi sono ritrovato un po’ spaesato. Devo dire che Matera ce l’ho nel cuore e grazie a questo riconoscimento ho avuto la possibilità di rivedere tanti amici. Certamente molti di questi non ci sono più ma vivono nel mio ricordo e in quelli che mi hanno conosciuto e incoraggiato a raccontare il Sud attraverso il cinematografo. Quando mi chiedono perchè hai deciso di fare il cinema io rispondo che avevo la necessità di comunicare al nord, all’altra metà dell’Italia i problemi del sud, le difficoltà che il sud ha dovuto superare ogni giorno per trovarsi al passo con le civiltà avanzate. E devo dire che il cinematografo è riuscito a trasmettere molto bene il mio messaggio. Rispetto alla letteratura il cinematografo ha una forza che resiste anche alle nuove tecnologie: è quella di rendere tattile personaggi e problemi. Quando vediamo un film ci immedesimiamo nei personaggi e io sono convinto che il cinematografo riuscirà a resistere a lungo, malgrado ci sia la concorrenza della televisione. Voi oggi mi fate l’onore di consegnarmi questa cittadinanza onoraria e potete immaginare l’emozione che provo nel ritrovare tante facce che non ho mai dimenticato”. Quindi la sorpresa finale. Roberto Linzolone consegna a Francesco Rosi una forma di pane di Matera e il regista non si lascia scappare la battuta ad effetto: “Il vostro pane lo conosco bene, – è come un Sasso, duro come la fatica di questa terra”.
Onorato di poter partecipare al conferimento della cittadinanza onoraria anche il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Massimo Bray: “Matera è uno dei grandi tesori di questo Paese e dobbiamo lavorare affinchè l’Italia possa investire in cultura e tutelare il nostro patrimonio culturale”. Il pranzo del Ministro Massimo Bray all’interno del ristorante “L’Abbondanza lucana” di Francesco Abbondanza, che sarà premiato il 28 ottobre prossimo a Roma dal giornalista Luigi Cremona con il riconoscimento “Buona cucina” del Touring Club. Francesco Abbondanza ha preparato per il Ministro un menu con pasta fresca ai cardoncelli con crema di fave, un secondo a base di cinghiale con i fichi secchi di Miglionico, una degustazione di formaggi misti, caprini al tartufo e all’Aglianico, una torta di ricotta al forno con marmellata di uva aglianico e dei biscotti secchi di Irsina.
Michele Capolupo
Riportiamo di seguito l’intervento del sindaco di Matera Salvatore Adduce per il conferimento della cittadinanza onoraria a Francesco Rosi, alcune curiosità sui tre film girati a Matera dal regista napoletano e la fotogallery relativa alla cerimonia avvenuta nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi (foto www.sassilive.it)
INTERVENTO DEL SINDACO DI MATERA, SALVATORE ADDUCE PER IL CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA AL REGISTA FRANCESCO ROSI.
Sig. Ministro, consiglieri comunali, cittadini,
Ci siamo impegnati a dire poche parole questa mattina perché la cerimonia dedicata al Maestro Francesco Rosi a cui il Consiglio Comunale all’unanimità conferisce la cittadinanza onoraria deve soprattutto essere l’occasione per noi, per la città per ascoltare il Maestro.
Anche perché troppo tempo è passato dal momento in cui questo atto fu annunciato.
E allora innanzitutto porgo a Francesco Rosi il BENTORNATO A MATERA!
E il suo ritorno a Matera questa volta non è da “straniero” , diciamo così, ma da CONCITTADINO da COMPAESANO!
GRAZIE MAESTRO! GRAZIE DI AVER ACCETTATO IL NOSTRO OMAGGIO!
E GRAZIE per come lei ha raccontato nelle sue opere nei suoi film la nostra terra, la nostra Matera, le masserie pugliesi, le splendide case bianche, e Craco, i calanchi di Aliano cercando di guardarli con gli occhi di Carlo Levi, quando arrivò qui al confino. Grazie per come ha raccontato il nostro paesaggio, la murgia che condividiamo con gli abitanti della Puglia, Ministro Bray.
Nei suoi film il paesaggio non è mai cornice, non è mai location, ma è corpo vivo della storia, cuore pulsante di un itinerario narrativo nel quale realtà e creatività riescono bene a conciliarsi. Lei come Pasolini è riuscito a far recitare i luoghi, la città, il paesaggio e li ha resi importanti.
in c’era una volta, Cristo si è fermato a Eboli e ne I tre fratelli.
ma ha anche saputo raccontare in modo originale le vite, le persone che questi luoghi attraversano dalla loro nascita.
Le sue opere ci parlano ancora oggi. Sono attualissime ed ispirano il nostro impegno in questa fase di grande fermento culturale che pervade la città di Matera.
Abbiamo voluto celebrare questa cerimonia nella sala intitolata a Carlo Levi de Palazzo Lanfranchi.
Ringrazio il Soprintendente dr.ssa Marta Ragozzino.
Questo è uno straordinario museo. E’ quello che si dice oggi una grande infrastruttura culturale.
Ma questo è il museo che conserva il grande telero di Carlo Levi Lucania ’61.
Abbiamo voluto offrirle questo momento non una sala anonima, ma qui per farle provare e noi insieme a Lei Maestro ancora una volta l’emozione di un documento vivo, forte. Come quando si guarda il volto di Rocco Scotellaro.
Sono contento che il direttore della film commission della Basilicata Paride Leporace abbia organizzato in questi giorni la proiezione nel Cinema Comunale dei tre film girati a Matera, in Basilicata ed in Puglia.
Le dicevo ieri sera, Maestro, che è stato un grande successo! Il cinema si è riempito tutte le sere di tanti giovani, di tanta gente!
Le sale dei cinema non sono quasi mai piene.
Aver fatto questo miracolo in questi giorni ha un significato straordinario e ci spinge a lavorare perché la cultura l’arte possa sempre più impossessarsi della nostra città!
Ma abbiamo voluto celebrare questa onorificenza alla presenza del ministro Bray perchè crediamo che il suo cinema straordinario abbia offerto un contributo prezioso non solo alla città di Matera, ma anche all’intero Paese.
Francesco Rosi può essere considerato autore simbolo e innovatore del cinema italiano di impegno civile, Con una lunga carriera Rosi ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema italiano del dopoguerra. La sua opera, infatti, ha influenzato generazioni di cineasti in tutto il mondo per il metodo, lo stile, il rigore e la capacità di fare spettacolo su temi sociali di stringente attualità.
Ecco perché ringrazio il ministro Bray che ha accolto il nostro l’invito a essere qui con noi. La sua presenza qui, sig. Ministro, ci inorgoglisce e rafforza questa celebrazione dandole uno spessore che va oltre i nostri confini territoriali.
Grazie sig. Ministro.
Con i suoi tre film girati a Matera Francesco Rosi ha dato un enorme contributo a far conoscere al mondo intero la storia e l’identità della nostra terra raccontando di un Mezzogiorno ricco di valori e di contraddizioni, e sapendo cogliere i valori poetici legati alle specificità ed alle identità territoriali, compresi quelli della civiltà mediterranea e, in particolare, del nostro Sud, della nostra Basilicata, della nostra città.
INFORMAZIONI SUI TRE FILM GIRATI A MATERA DA FRANCESCO ROSI
1967 – C’ERA UNA VOLTA di Francesco Rosi. Fiabesco. Fra gli attori Sofia Loren, Omar Sharif, Enzo Cannavale
Una favola, con un principe, Rodrigo, e una contadina, Isabella. San Giuseppe da Copertino consiglia al principe di sposare la ragazza che per prima gli preparerà 7 gnocchi. Rodrigo sceglie Isabella e le chiede di preparargli 7 gnocchi; Isabella però ne mangia uno così la predizione non si avvera. Qualche tempo dopo, il re impone al principe di sposarsi entro otto giorni, il Principe decide di sposare la ragazza che lavando i piatti ne romperà di meno, sicuro del successo di Isabella. E’ proprio Isabella però a romperne di più, ma come in tutte le favole, Isabella scopre che le altre pretendenti avevano usato uno stratagemma per evitare di rompere i piatti, e riesce così a sposare il principe. E vissero felici e contenti…
1979 – CRISTO SI E’FERMATO AD EBOLI di Francesco Rosi. Dramma sociale. Fra gli attori: Gian Maria Volontè e Lea Massari.
Ambientato nel 1935, quando il medico torinese Carlo Levi viene confinato in Lucania dal fascismo. Qui prenderà contatto con la popolazione locale e si darà alla pittura. Una volta rientrato a Torino, scriverà l’omonimo libro, che fada soggetto al film, in cui denuncerà lo stato di vita della popolazione lucana.
1981 – TRE FRATELLI di Francesco Rosi. Drammatico.Fra gli attori Philippe Noiret, Michele Placido e Vittorio Mezzogiorno 3 Nastri d’argento: miglior regia, miglior fotografia e miglior attore protagonista a Vittorio Mezzogiorno
In una masseria nelle murge un uomo ormai si ritrova da solo, dopo l’improvvisa morte della moglie; i suoi tre figli vivevano da tanto lontani da casa, a Roma, a Torino e a Napoli. Per il funerale della madre, i tre fratelli tornano dal padre, e qui si accendono vivaci discussioni fra i tre sulle diverse idee socio-politiche. L’indomani, svoltisi i funerali, ognuno torna alla vita di sempre, e il vecchio padre rimane solo con il ricordo della persona più cara, la moglie scomparsa, della quale prende la fede e l’infila al dito accanto alla sua.
BIOGRAFIA DI FRANCESCO ROSI
Francesco Rosi è nato a Napoli il 15 novembre 1922. E’ un regista e sceneggiatore italiano.
Formazione
Durante la seconda guerra mondiale studia Giurisprudenza per intraprendere poiuna carriera come illustratore di libri per bambini; contemporaneamente inizia a lavorare per Radio Napoli, dove intreccia amicizia con Raffaele La Capria, Aldo Giuffré e Giuseppe Patroni Griffi, con i quali collaborerà spesso in futuro. L’attività teatrale lo portò anche a stringere amicizia con Giorgio Napolitano.
Nel 1946 inizia la sua carriera nel mondo dello spettacolo come assistente di Ettore Giannini per l’allestimento teatrale di ‘O voto di Salvatore Di Giacomo.
È aiuto regista di Luchino Visconti per i film La terra trema (1948) e Senso (1953), e dopo varie sceneggiature (Bellissima, 1951, Processo alla città, 1952) gira alcune scene del film Camicie rosse (1952) di Goffredo Alessandrini. Nel 1956 co-dirige con Vittorio Gassman il film Kean – Genio e sregolatezza.
Solo nel 1958 potrà dirigere il suo primo lungometraggio, La sfida, che ottiene il consenso di critica e pubblico. L’anno successivo dirige Alberto Sordi in I magliari (1959), nel quale l’attore romano è un immigrato che fa la spola tra Amburgo e Hannover che si trova a scontrarsi con un boss napoletano per il controllo del mercato delle stoffe.
Il film-inchiesta
Inaugura il florido filone dei film-inchiesta ripercorrendo la vita di unmalavitoso siciliano attraverso una serie di lunghi flashback in Salvatore Giuliano (1962), e l’anno successivo dirige Rod Steiger nel suo capolavoro Le mani sulla città (1963), nel quale denuncia con coraggio le collusioni esistenti tra i diversi organi dello Stato e lo sfruttamento edilizio a Napoli.
La pellicola viene premiata con il Leone d’Oro al Festival di Venezia; questi due film sono generalmente considerati i capostipiti del cinema ad argomento politico, che vedrà in futuro spesso la recitazione duttile e spontanea di Gian Maria Volontè.
Salvatore Giuliano (1962), il capolavoro di Francesco Rosi
Dopo Il momento della verità (1965), Rosi si concede una migrazione in un film favolistico C’era una volta… (1967), con Sophia Loren e Omar Sharif, fresco del successo ottenuto dal film Il dottor Zivago (1966), anche se Rosi aveva inizialmente richiesto per la parte Marcello Mastroianni.
Negli anni settanta torna ai temi di sempre rappresentando l’assurdità della guerra con Uomini contro (1970), parla della scottante morte di Enrico Mattei in Il caso Mattei (1972) e Lucky Luciano (1973), tutti con grandi prove di Gian Maria Volontè. Riscuote un notevole successo il capolavoro Cadaveri eccellenti (1976, tratto dal romanzo Il contesto di Sciascia), con Lino Ventura, e realizza la versione cinematografica di Cristo si è fermato a Eboli (1979), tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Levi e sempre con Volonté protagonista.
Dagli anni ’80 fino a oggi
Dopo un altro successo come Tre fratelli (1981), con Philippe Noiret, MichelePlacido e Vittorio Mezzogiorno, vorrebbe trasportare sul grande schermo il romanzo La tregua di Primo Levi, ma il suicidio dello scrittore (11 aprile 1987) lo fa rinunciare (realizzerà la pellicola solo nel 1997), e dirige un adattamento cinematografico della Carmen (1984) con Plácido Domingo.
Successivamente lavora a Cronaca di una morte annunciata (1987), tratto dal romanzo di Gabriel García Márquez, che riunisce un grande cast alla corte di Rosi, Gian Maria Volontè, Ornella Muti, Rupert Everett, Anthony Delon e Lucia Bosè; il film fu girato in Venezuela ed in Colombia (Mompox)
Gira poi Dimenticare Palermo (1990), con James Belushi, Mimi Rogers, Vittorio Gassman, Philippe Noiret e Giancarlo Giannini.
Torna poi alla regia teatrale con le commedie di Eduardo De Filippo: Napoli milionaria, Le voci di dentro e Filumena Marturano, tutte interpretate da Luca De Filippo.
Nel 2005, per il film Le mani sulla città, gli verrà conferita la laurea ad honorem in “Pianificazione territoriale urbanistica ed ambientale” presso l’università Mediterranea di Reggio Calabria.
Nel 2008 gli è stato assegnato l’Orso d’Oro alla carriera al Festival di Berlino, nel 2009 la Legione d’Onore, nel 2010 l’Alabarda d’oro alla carriera e il 10 maggio 2012, il Cda della Biennale di Venezia approva all’unanimità laproposta del suo direttore, Alberto Barbera, di conferire il Leone d’oro alla carriera al regista in occasione della 69ª edizione della mostra[1].
Ultimamente vive a Roma, vicino a Piazza di Spagna.
Nella mattina dell’8 aprile 2010 la moglie Giancarla Mandelli, sorella della celebre stilista Krizia, è deceduta all’Ospedale Sant’Eugenio di Roma in seguito ad ustioni di 3º grado sul 100% del corpo, dovute ad un incendio divampato nella propria abitazione a seguito di una sigaretta che ne avrebbe incendiato l’abito.
Vivissimi complimenti alla nostra Città per aver organizzato questa stupenda cerimonia in onore di Francesco Rosi e al conferimento della cittadinanza onoraria. Rosi con i suoi grandi capolavori di films mise in evidenza i gravi problemi del nostro meridione.
Pasquale Fontana
Onore al grande maestro Francesco Rosi!
Ma mi viene da fare una domanda che a nessun giornalista è venuta in mente da fare al ministro: come ha fatto a raggiungere Matera? Se è venuto in elicottero probabilmente non si è accorto di come siamo tagliati fuori dai collegamenti. Se è venuto da Bari in macchina, si sarà accorto del giro panoramico tra le campagne delle murge pugliesi dovuto al blocco che ormai dura da sei anni sulla statale 96 senza che nessuno se ne vergogni.
Cari giornalisti, sappiate cogliere queste occasioni, fate qualche domanda scomoda la potere ogni tanto. Non basta conpiacersi solo delle cose belle che abbiamo.