Il presidente del Consiglio regionale ha depositato la delibera per abrogare la riforma degli uffici giudiziari. Insieme alla Basilicata anche Abruzzo, Puglia, Calabria, Marche, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Campania..
Il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Santochirico, questa mattina ha depositato presso la Corte di Cassazione la delibera del Consiglio regionale del 10 settembre scorso con la quale, all’unanimità, è stata approvata la richiesta di referendum abrogativo delle disposizioni dettate dalla legge 148 del 14 settembre 2011 e dei decreti legislativi 155 e 156 del 7 settembre 2012 sulla riorganizzazione degli Uffici giudiziari.
Con le contestuali analoghe richieste depositate dalle Regioni Abruzzo, Calabria, Marche, Campania, Puglia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Liguria si avvia il percorso referendario d’iniziativa consiliare, ai sensi dell’art 75 della Costituzione.
Il presidente Santochirico ha fatto presente che “la Basilicata, come le altre Regioni, ha cercato il dialogo istituzionale a tutti i livelli, affinché il percorso riformatore della geografia dei distretti giudiziari voluto dal Governo potesse realizzarsi in accordo con le comunità e tenendo conto delle concrete esigenze di funzionamento della giustizia nei territori. Di fronte al muro opposto dal Governo, nonostante le dimostrazioni di buon senso e sensibilità date dalle Regioni, la via referendaria è stata una scelta obbligata. Condividiamo gli obiettivi di risparmio – ha aggiunto Santochirico – ma questi non possono sacrificare i diritti di cittadinanza, scaricando ulteriori costi economici e sociali sui cittadini e rendendo più difficile il già gravoso lavoro di tutti gli operatori, forensi, giudicanti e amministrativi”.
Il presidente del Consiglio regionale, inoltre, ha ricordato come la Regione Basilicata si sia già fatta carico “di sostenere le spese relative ai costi degli edifici giudiziari in luogo del ministero della Giustizia al fine di garantire la permanenza del Tribunale di Melfi e della sezione distaccata di Pisticci nel proprio comprensorio, ed è pronta ad ulteriori forme e modalità di sostegno, per evitare che la crisi fiscale dello stato e la deriva contabile producano un corto circuito fra tagli alla spesa, democrazia, diritti e infrastrutture civili”. Santochirico, infine, ha affermato che “l’iniziativa dei nove Consigli regionali non chiude la porta ad altre possibilità di dialogo, a livello centrale, per migliorare l’organizzazione della giustizia nel nostro Paese in maniera condivisa e senza contrasti”.
Nel quesito referendario depositato quest’oggi, si sottolinea che la soppressione del tribunale di Melfi e della sezione distaccata del tribunale di Matera avente sede a Pisticci “risulta in grave contrasto con il principio di prossimità stabilito dal Trattato di Lisbona, ove si prevede che l’Amministrazione (anche della giustizia) sia esercitata il più vicino possibile ai cittadini e che il mancato rispetto del richiamato principio non può assolutamente trovare giustificazione in un presunto risparmio, astratto e ipotetico”. Una riorganizzazione non accettabile “anche in considerazione delle difficili condizioni orografiche, logistiche e infrastrutturali (carenza di collegamenti stradali e ferroviari) del territorio lucano”.