La mostra fotografica che la Galleria di Porta Pepice ospita dal 14 aprile di quest’anno ha ricevuto un importante riconoscimento da parte della UN-Water – F.A.O.
Il progetto “Aqua– deserti e monsoni” è sintetizzato in una mostra fotografica che è il risultato dell’incontro tra due fotografi di spessore internazionale: G.M.B. Akash e Gaetano Plasmati.
Stili fotografici, culture ed esperienze differenti che si fondono in un comune impegno filantropico, nel tentativo di coinvolgere i visitatori in uno straordinario viaggio per immagini che propone temi e realtà di stretta attualità, concernenti l’acqua e i problemi ad essa legati.
A questa iniziativa non è restata indifferente la UN-Water che, dopo aver visitato la mostra per il tramite del suo communications manager, ha sentito il dovere di adottare la mostra e integrarla nel progetto del International Year of Water Cooperation 2013 (l’Anno Internazionale della Cooperazione per le Risorse Idriche 2013).
UN-Water è un organismo sovranazionale che coordina 31 organizzazioni delle Nazioni Unite (FAO, UNICEF, UNESCO, UNHCR e molti altri) e si occupa dei problemi legati alle difficoltà nel reperimento e nell’utilizzo delle risorse idriche nel mondo.
Nell’ambito degli eventi organizzati in occasione del I.Y.W.C.2013, la mostra “AQUA – deserti e monsoni” ha destato grande interesse, tanto che lo Stockholm International Water Institute di Stoccolma, dove si è svolto il World Water Week 2013, ha chiesto di poterla ospitare in modo permanente nelle bellissime sale della sua sede.
La U.N.-Water ha voluto ringraziare i fotografi, la Galleria di Porta Pepice e Intransit Magazine con un comunicato nel quale si legge che la mostra ha “contribuito ad aumentare la consapevolezza globale delle sfide legate all’acqua in tutto il mondo”, e che le immagini della mostra hanno “destato un grande interesse da parte dei partecipanti alle conferenze internazionali e costituiscono una importante iniziativa nel quadro dell’Anno Internazionale della Cooperazione per le Risorse Idriche 2013”.
La mostra fotografica affronta, attraverso gli scatti di Plasmati e Akash, due temi: la carenza e l’abbondanza dell’acqua (argomenti al centro dell’interesse di UN-Water).
Il progetto di Gaetano Plasmati è il frutto di un percorso durato 15 anni ed è maturato nel corso di una serie di viaggi in Algeria, Libia, Tunisia, Marocco, Mali, Niger ed Eritrea.
I bellissimi scatti del fotografo materano descrivono un itinerario teso alla ricerca di popolazioni che vivono il dramma della desertificazione, come i Wodaabe, i Dogon, i Tuareg.
Plasmati ha seguito il lento e inesorabile ritrarsi delle popolazioni nomadi da territori che diventano sempre meno accoglienti per le tradizionali attività economiche con cui si sostentano. Le condizioni critiche e i disagi del nomadismo sono stati sempre condivisi dal fotografo, che ha assecondato, non senza problemi e rischi personali, il “dinamico” stile di vita delle popolazioni nomadi ritratte nelle splendide immagini.
Le immagini di Akash raccontano al mondo la criticità della condizione umana nelle zone rurali dove, vite, abitazioni e raccolti, sono periodicamente travolti e annientati dalla furia delle acque.
Gli scatti del fotografo bengalese, drammaticamente schietti e ottenuti a rischio della sua personale incolumità, riportano anche la determinazione a voler ricominciare, raccogliendo quel che si può e ricostruendo la vita nei villaggi rasi al suolo dalla natura tormentata.
Due mondi narrati da fotografi sensibili e maturi, con esperienze diverse in aree diverse del pianeta. Plasmati, con i caldi colori del deserto e i volti dei nomadi scolpiti dal sole; Akash, con i cromatismi di una regione in cui domina il verde e gli sguardi di chi non cessa di sperare e persevera nel ricostruire dopo ogni disastro, per riprendere il corso della vita.
Di seguito la biografia di Gaetano Plasmati, la lettera di ringraziamento di UN-Water e la fotogallery relativa alla mostra.
Biografia di Gaetano Plasmati
Gaetano Plasmati vive e lavora a Matera, dove è nato nel 1965. La sua innata passione per i viaggi e per la fotografia di reportage lo portò a iniziare la sua professione come guida per i gruppi turistici. Ciò gli permise di visitare numerosi paesi. In oltre 20 anni ha visitato Grecia, Turchia, Albania, Nepal, Tibet, Cina, Thailandia, Birmania, Cambogia, Bangladesh, Malesia, Singapore, Indonesia, Libano, Siria, Marocco, Tunisia, Algeria, Libia, Niger, Kenia, Madagascar, Messico, Guatemala, Honduras, Belize, Perù. I viaggi hanno costituito il punto di partenza per lo sviluppo di diversi progetti, la maggior parte dei quali sono stati oggetto di mostre e libri.
La prima esposizione di un fotoreportage risale al 1994, dopo un avventuroso viaggio nello Yemen.
L’anno successivo toccò ai Tuareg, ai Dogon e ai Wodaabe, popoli nomadi del Sahara.
In India è tornato ben sette volte, per portare a termine la ricognizione antropologico-spirituale, presentata a fine 2002, con la mostra “Mother India” a sostegno di Emergency.
Nel 2004 le testimonianze fotografiche del viaggio nella terra dei Maya, furono al centro di una mostra caratterizzata da uno stretto rigore documentaristico.
Nello stesso anno apre la Galleria di Porta Pepice: una galleria nel cuore del centro storico di Matera che ospita mostre fotografiche e grafiche, eventi culturali e iniziative sociali.
Nel 2009 intraprende, come editore e (naturalmente) fotoreporter, l’avventura di Intransit, free press magazine che “racconta attraverso la fotografia”. É un periodico che si occupa di raccontare il mondo e le esperienze umane attraverso gli scatti fotografici.
Nel 2013 ha seguito, per la rivista Intransit, il Maha Kumbh Mela, il più grande raduno umano al mondo (quest’anno con circa 80 milioni di pellegrini hindu), che si svolge ogni 12 anni sul Gange, il fiume sacro dell’hinduismo.
I continui viaggi all’estero di Gaetano Plasmati hanno via via cambiato obiettivo e destinazione.
Tradizioni, feste popolari, manifestazioni culturali sono sempre più la meta delle sue documentazioni. Così la gente, le loro usanze, i loro costumi, nel ciclo delle stagioni, hanno riempito rullini e pellicole. Gli scatti-cartolina, i luoghi del turismo di massa, non avevano alcun senso, a confronto di esperienze ed occasioni a contatto diretto con le popolazioni.
Plasmati è anche fotografo di teatro, musica jazz e classica, pubblicità.
Ha pubblicato il libro “100 volti, 100 angoli, una città” con scatti singolari di personaggi conosciuti della città di Matera, “Il Pollino, montagna incantata”, “Cernobyl, una delle mille storie della città perduta”, “Lampedusa, porta del Mediterraneo”.
Recentemente è stato protagonista di due eventi internazionali: nel novembre 2012 presso il Safadi Center di Beirut ha esposto una selezione di fotografie nell’ambito delle celebrazioni della giornata della cultura italiana nel mondo, sotto l’alto patrocinio dell’Ambasciatore d’Italia in Libano. Nel febbraio del 2013, presso le sale della stazione centrale di Dhaka – Bangladesh-, ha esposto una personale fotografica su invito del N.C.P. (Narayanganj Photographic Club), visitata da oltre un milione di persone.
GMB Akash
Come giornalista multimediale, ha viaggiato intensamente in 22 paesi e ha ricevuto più di 70 premi internazionali e il suo lavoro è stato pubblicato in più di 80 riviste internazionali, tra cui: National Geographic, Vogue, Time, New York Times, International Herald Tribune, Sunday Times, Newsweek, Geo, Stern, Der Spiegel, The Fader, Brand Ein, The Guardian, Marie Claire, Colors, The Economist, The New Internationalist, Kontinente, Amnesty Journal, Courier International, PDN, Die Zeit, Days Japan, Hello e il Sunday Telegraph di London di Londra.
Nel 2002 è stato selezionato per il World Press Photo – Joop Swart Masterclass.
Nel 2004 ha ricevuto il Young Reporters Award nel corso del Scope Photo Festival a Parigi. Nel 2005 gli è stato assegnato “Best of Show” presso il Center for Fine Art Photography’s international competition in Colorado, USA. E nel 2006 è stato premiato con il World Press Photo e ha pubblicato il suo primo libro “First Light”.
Nel 2007 ha fatto parte dei 30 fotografi emergenti (PDN 30) selezionati da Photo District News Magazine, che pubblica negli Stati Uniti d’America.
Ha vinto il premio “Vevey International Photography” dalla Svizzera nel 2009 e nello stesso anno, ha portato a casa il prestigioso “Travel photographer of the Year” che viene attribuito al miglior fotografo di viaggi (TPOY 2009). É il più prestigioso premio dedicato alla fotografia di viaggi.
Nel 2012 ha pubblicato “SURVIVORS” il suo secondo libro, la cui prefazione è stata scritta da Ruth Eichhorn, direttrice della prestigiosa rivista Geo.