“Gli eventi di queste ore ci hanno dato ragione: quando fummo espulsi dal Pdl e costretti a fondare un nuovo partito fummo bollati per eretici e visionari.” E’ quanto dichiara in una nota Egidio Digilio, coordinatore regionale di Futuro e Libertà. Di seguito la nota integrale.
Adesso la sconfitta di Berlusconi e le forti crepe che si sono aperte nel Pdl-Fi anche in Basilicata, a partire dai parlamentari e dai dirigenti più rappresentativi, sono innanzitutto la testimonianza politica del fallimento del disegno di partito unico a uso e somiglianza del capo e del tentativo di fagocitare la destra. Si chiude una lunga pagina della vicenda italiana. Si aprono nuovi scenari che rilanciano il nostro progetto di nuova destra nella quale i moderati che non si riconoscono più in Berlusconi e che, come abbiamo già fatto noi qualche anno fa, hanno avuto il coraggio di mettere in discussione i suoi ordini sino a trasgredirli, sono un punto di riferimento per la costituzione di un nuovo centrodestra. Un processo politico che le regionali ravvicinate, senza abusare del solito stereotipo “laboratorio”, possono far diventare autentica sperimentazione sul campo per dare vita ad una coalizione del centrodestra che metta fine, definitivamente, all’asfissiante egemonia e strategia, rivelatasi perdente, dei berlusconiani locali convinti o meno convinti. Ci sono dunque nuove occasioni ed opportunità per puntare all’alternanza del Governo Regionale sfruttando la situazione inedita ed insperata di lacerazione del Pd e del centrosinistra. Il compito lo abbiamo indicato da tempo ed esce rafforzato e riattualizzato dal voto di fiducia al Governo Letta: il fronte di alternatività e di diversità non può essere quello di limitarsi a costruire un cartello “tutti contro il Pd-centrosinistra” semmai di offrire idee sostanzialmente alternative per il modello di Basilicata 2013-2018 e nel metodo di gestione. Per questo non basta una “trincea di destra“. Dobbiamo ricercare le alleanze per partecipare alle regionali con la convinzione di vincere e non di arrivare secondi. Possiamo adesso contare sull’entusiasmo riacceso nell’elettorato moderato e di centrodestra, mentre la missione specifica che ci attende è di recuperare i voti che l’elettorato di destra ha “parcheggiato” al centro in attesa di una proposta politica che risponda ai valori culturali e agli ideali che appartengono da sempre a quei cittadini che non hanno mai creduto nella favola della conversione degli ex democristiani ed ex comunisti. Lavoriamo ad una nuova destra radicata nella comunità e nel territorio, fondata soprattutto su una visione radicalmente alternativa all’idea di consenso che il centrodestra ha elaborato in questi anni: consenso come adesione a un progetto di cambiamento e non alle virtù taumaturgiche del leader, come espressione di cittadinanza attiva e partecipazione. Dobbiamo riprendere il filo del nostro racconto, rilanciare un percorso tracciato nel solco di “un certo modo di intendere l’Italia”, con il coraggio delle idee e del cambiamento, forti di una spinta patriottica e repubblicana, pronti ad affrontare le sfide della competizione e dello sviluppo, con una forte attenzione alla solidarieta’ sociale. La fine del berlusconismo può coincidere con la prima Giunta regionale lucana di centrodestra a patto che questa volta si liberino energie sinora ingabbiate in logica di partito del capo”.