La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, rende noto che sull’ultimo BUIG (Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e Georisorse) del mese di Settembre è stato dichiato lo “stop” con il differimento dei termini per l’inizio dei lavori per lo stoccaggio del gas di Cugno le Macine, nel territorio di Ferrandina. Infatti si apprende che, con “istanza del 29 luglio 2013, prot. n.057/GS/, la Società Geogastock S.p.A. ha richiesto il differimento del termine di inizio dei lavori di cui al decreto 2 agosto 2012 di concessione.
Le motivazioni dello stop decretato dal Ministero dello Sviluppo Economico riguarda la tempistica del trasferimento delle pertinenze ENI a causa dei “ritardi rispetto a quanto previsto nel cronoprogramma presentato dalla Geogastock ed, in particolare si rileva come “la consegna delle condotte da parte di ENI S.p.A., prevista per il 31 marzo 2013 è stata una prima volta differita al 16 aprile 2013 e non è stata, ad oggi, ancora effettuata essendosi manifestata la necessità di procedere alla bonifica di terreni risultati contaminati da idrocarburi”.
Eni – si legge nel provvedimento pubblicato sul BUIG – è in attesa della risposta di ARPAB per la definizione della data dei campionamenti. Considerando, inoltre, che Geogastock prevede che i tempi di costruzione garantiscano il rispetto del termine di fine dei lavori attualmente previsto, ovvero 31 agosto 2017- si legge nel provvedimento – “si autorizza il differimento del termine di inizio lavori della concessione di stoccaggio “CUGNO LE MACINE STOCCAGGIO” dal 31 agosto 2013 al 31 agosto 2014, fermo restando il rispetto della data di completamento degli stessi entro il 31 agosto 2017.
La Ola, che assieme ad altre associazioni segnala l’inquinamento chimico e petrolifero delle aree in Val Basento, chiede di conoscere dalla Regione Basilicata l’esatta localizzazione delle aree contaminate da idrocarburi, non solo lungo le condotte, ma anche in prossimità dei pozzi da utilizzare per lo stoccaggio del gas con le date in cui l’inquinamento si sarebbe verificato al fine di addebitarne in modo puntuale le responsabilità.
Si chiede inoltre se siano stati o meno redatti piani di caratterizzazione e bonifica delle aree e se si siano state verificate eventuali contaminazioni delle falde acquifere tali da escludere rischi per la salute umana e le attività agro-silvo-pastorali attraverso misure di sicurezza. Costi e danni ambientali da imputare all’ENI e da non far gravare – evidenzia la Ola – alla collettività.
La Ola chiede inoltre di conoscere come mai le aree risultino inquinate da idrocarburi quando invece ufficialmente il giacimento di Cugno Le Macine è stato dichiarato da ENI per lo sfruttamento del gas. Su questo ultimo aspetto la Ola già chiesto chiarimenti alla Direzione Generale dell’UNMIG, informando dell’accaduto anche altri organi preposti agli accertamenti.