“La crisi continua a colpire le famiglie riducendone ogni giorno il potere d’acquisto. La priorità è rimettere soldi in tasca agli italiani”. E’ il commento del segretario regionale della UIL Carmine Vaccaro ai dati diffusi dall’Istat secondo cui il reddito disponibile delle famiglie è sceso del 2%, ma il reale potere d’acquisto è diminuito del 4,7%, con una perdita che è la peggiore dal 1990.
“I numeri – aggiunge – fotografano l’ennesimo colpo ai consumi. Tutto ciò mentre le dinamiche economiche del nostro Paese sono sempre negative e in ogni famiglia vi e’ un dramma sociale: fra chi ha perso il lavoro, chi non lo trova e chi vive con contratti precari. Fino ad oggi la famiglia ha svolto la funzione di welfare e adesso non lo puo’ fare piu’ in quanto vengono meno reddito e propensione al consumo. Anche le imprese hanno sempre piu’ difficolta’ a stare sul mercato, tanto e’ vero che le importazioni hanno una flessione molto forte, e tantissime stanno chiudendo e qualcuna si trasferisce all’estero, in quanto in Italia l’energia costo troppo, la tassazione e’ arrivata a livello insopportabile, (44% del Pil), mancano le infrastrutture, e non si investe in ricerca ed innovazione. Adesso che il Governo e’ legittimato ad andare avanti – prosegue il sindacalista – deve immediatamente avviare una fase di sviluppo immettendo risorse nelle tasche degli italiani, riducendo le tasse sul lavoro e sulle pensioni e rinnovando i contratti in modo da avviare i consumi interni e dare un po’ di ossigeno alle imprese”
Per Vaccaro, nello specifico, “il cuneo fiscale, certificato dall’Istat oltre il 46%, rende urgentissima una significativa riduzione delle tasse sul lavoro da parte del Governo. È necessario un provvedimento di detassazione su stipendi e pensioni il cui beneficio sia disponibile per milioni di persone già nel prossimo mese di dicembre. La Legge di Stabilità dovrà poi rendere strutturale tale intervento da finanziare con la destinazione automatica dei proventi della lotta all’evasione fiscale. Questa è la svolta nella politica economica di cui c’è bisogno per rilanciare i consumi interni e ampliare i primi timidi segnali di ripresa della nostra economia
Ancora – sostiene il segretario della UIL – se le risorse dell’Imu derivanti dalla tassa sulle cosiddette ‘case di lusso’ fossero utilizzate per ridurre il carico fiscale sui salari e pensioni, la Uil e’ pronta a discuterne. Con l’eventuale abolizione dell’Imu sulla prima casa con rendita catastale sotto i 750 euro si esenterebbe dal pagamento di questa imposta il 90,1% dei proprietari”. Secondo un’analisi del Servizio Politiche Territoriali della Uil, sarebbero 1.740.195 le case che hanno una rendita catastale sopra i 750 euro, di cui il 65% appartiene alla classe catastale dei villini. Questi contribuenti si aggiungerebbero ai 44.785 proprietari di immobili di lusso, per la quale l’Imu non e’ stata abolita. Sono, dunque, 1.784.980 i contribuenti che continuerebbero a pagare l’Imu”.