Un auditorium gremito ha fatto da degna cornice all’appuntamento inaugurale di “Incontri d’autore”, il ciclo di eventi organizzato dall’Associazione “Francesco Saverio Nitti” a Melfi presso il centro culturale dedicato allo statista melfitano. Ad aprire la manifestazione è stata la presentazione del libro “D’Annunzio , Mussolini, Nitti. Cronistoria di una trattativa segreta e il discorso di Lauria di F.S. Nitti” di Valerio Mignone.
Introducendo l’evento il direttore dell’Associazione Nitti, Gianluca Tartaglia, ha sottolineato come “il ciclo di incontri culturali offre l’occasione di conoscere meglio la figura di Francesco Saverio Nitti attraverso la recente attività editoriale dedicata allo statista lucano”, mentre il vice sindaco di Melfi, Rinaldo Di Ciommo, ha rimarcato “l’importante azione culturale che l’Associazione Nitti sta portando avanti in questi anni con una programmazione sempre di altissimo livello”. L’assessore alla cultura della Provincia di Potenza, Francesco Pietrantuono, invece, ha auspicato “una sempre maggiore partecipazione di giovani ad iniziative culturali come queste che rappresentano un’occasione di crescita culturale e civile”.
Presentando l’ultima fatica editoriale di Valerio Mignone, il Prof. Giampolo D’Andrea (Università degli Studi della Basilicata) ha dichiarato che “l’opera fa luce, attraverso un paziente lavoro di scavo archivistico e di ricostruzione dettagliata degli avvenimenti, sugli anni cruciali che portarono dal primo dopo guerra al fascismo nel corso dei quali Nitti fu Presidente del Consiglio dei Ministri e svolse un ruolo centrale anche nel tentativo di gestire la transizione resa necessaria dalla crisi dello Stato liberale. Naturalmente fu a Melfi, in primavera, e a Lauria, in autunno, che Nitti nel 1922 delineò la sua strategia nello sforzo di ricondurre, nell’ambito dell’ordine costituzionale, la convulsa vita politica del tempo”.
Concludendo l’incontro culturale, Valerio Mignone ha sostenuto la tesi in base alla quale “dopo la conquista del potere da parte di Mussolini, tutti commisero l’errore di fiancheggiare, inizialmente, il fascismo, dentro e fuori il Parlamento. Nitti, invece, non commise questo errore. Dopo la ‘marcia su Roma’, infatti, non ritornò alla Camera dei Deputati perché non intese legittimare un potere conquistato dai fascisti con la violenza eversiva preferendo l’esilio volontario”.