Sabato 12 ottobre 2013 alle ore 16 a Tricarico nel salone di Palazzo ducale si terrà il Convegno di studio su “Cultura e lingua nell’opera di Rocco Scotellaro” nel 90o della nascita e nel 60o della morte del poeta lucano. L’iniziativa è promossa dal Circolo Culturale “Silvio Spaventa Filippi” – Premio Letterario Basilicata di Potenza e dal Centro di documentazione “Rocco Scotellaro e la Basilicata del secondo dopoguerra”, insieme all’Università degli Studi della Basilicata – Diparti-mento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente e Patrimoni culturali e alla Deputazione di storia patria per la Lucania.
L’iniziativa convegnistica sarà introdotta dagli interventi di Carmela Biscaglia, direttore del Centro di documentazione “Rocco Scotellaro”, di Santino G. Bonsera, presidente della Fondazione Pre-mio Letterario Basilicata, di Ferdinando Mirizzi, direttore del Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo – Università degli Studi della Basilicata e di Antonio Lerra, presidente della Deputazione di storia patria per la Lucania. Seguirà il saluto del presidente della Provincia di Matera, Franco Stella e del sindaco di Tricarico, Angela Marchisella, in rappresentanza degli enti istituzionali che, insieme alla Regione Basilicata e al Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo – Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Basilicata – Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata, hanno patrocinato l’iniziativa.
Il convegno, presieduto da Ferdinando Mirizzi, si articolerà attraverso gli interventi di Nicola De Blasi (Università degli Studi “Federico II” di Napoli) su Prospettive linguistiche nella lettura di Rocco Scotellaro; di Paolo Saggese (Centro documentazione della poesia del Sud) su La lingua dei classici greci e latini nella poesia di Rocco Scotellaro; di Eugenio Imbriani (Università degli Studi del Salento) su Biografie per la storia; della studiosa Rosaria Toneatto su Le stagioni della vita e della lingua; di Allen Prowle (College di Humberside, Lincoln e Hull, Regno Unito), su Dalla Ba-silicata a Londra: tradurre Scotellaro e di Michele Goffredo (Università degli Studi della Basilicata) su La traduzione di Scotellaro. Le conclusioni sono affidate a Nicola De Blasi.
Il convegno, inserito tra le iniziative culturali del Circolo “Silvio Spaventa Filippi” promosse a ri-dosso del Premio Letterario Basilicata e tra quelle del Centro di documentazione “Rocco Scotella-ro”, volte a tener viva, attraverso momenti di studio, l’attenzione sul poeta Rocco Scotellaro (Trica-rico 1923 – Portici 1953), affronta, alla luce dei risultati delle più recenti ricerche e secondo nuove prospettive di lettura e traduzione, il processo culturale di un intellettuale italiano moderno, qual è stato Scotellaro, legato alla tradizione e aperto alla modernità. Si sofferma, in particolare, sulla for-mazione culturale e sulla scrittura, caratterizzata dalla compresenza delle componenti stilistiche au-lica e discorsiva, venienti l’una dall’acquisizione di una cultura letteraria maturata nel corso degli studi liceali e coltivata con la partecipazione al dibattito culturale del dopoguerra, l’altra dall’oralità tradizionale vissuta all’interno del contesto storico in cui si espresse la sua vita e l’impegno politico-letterario.
Il tema del convegno trae spunto dalla recente pubblicazione di due opere molto significative: il saggio di Nicola De Blasi, “Infilo le parole come insetti. Poesia e racconto in Scotellaro” (Venosa, Ed. Osanna 2013) e Your call keeps us awake, Selected Poems of Rocco Scotellaro, translated by Caroline Maldonado and Allen Prowle” (Smokestack Books, 2013, Middlesbrough – Regno Unito). Quest’ultima opera è la testimonianza dell’interesse degli ambienti anglosassoni verso la poesia di Scotellaro, in special modo del Queen’s College di Oxford e della sua prestigiosa rivista letteraria «Modern Poetry in Translation», alla quale fanno capo i traduttori Maldonado e Prowle, con cui, da tempo, il Centro di Tricarico è in rapporto di studio e per i quali svolge una funzione di intermediazione linguistica, che permette loro di penetrare un mondo tanto diverso da quello anglo-sassone, passando dalla comprensione di un linguaggio, quello di Scotellaro, fortemente ancorato a forme lessicali e sintattiche mutuate dalla cultura orale tradizionale.