“L’impietosa pagella dell’Isfol sulle competenze linguistiche e matematiche dei lucani (dai 16 ai 65 anni), al pari degli altri cittadini residenti al Sud, rinnova la nostra “ricetta”: migliorare il sistema scolastico, incentivare gli investimenti in settori ad alta innovazione, liberalizzare i mercati dei prodotti e dei servizi perché la concorrenza produce innovazione e competenze”. E’ il commento del consigliere regionale Antonio Autilio ai dati del Rapporto Isfol. I voti vanno da zero a 500 e gli italiani — secondo le rilevazioni di Isfol — nelle abilità alfabetiche prendono 250, contro una media di 273. Al Sud è peggio che al Nord e i laureati, a parità di studi, sfigurano più dei meno istruiti. Raggiungono la sufficienza meno del il 30% degli adulti e il 5% dei giovani ’Neet’, quelli che non studiano e non lavorano.
“I dati – continua Autilio – dovrebbero farci saltare dalla sedia: siamo ultimi nella graduatoria delle competenze alfabetiche (literacy) e penultimi nelle competenze matematiche (numeracy), fondamentali per la crescita individuale, la partecipazione economica e l’inclusione sociale. Sempre l’indagine evidenza anche un forte divario tra Nord e Sud del Paese che si conferma per tutti i livelli di istruzione ed è più preoccupante per i livelli più elevati (istruzione universitaria). Inoltre, il 40 per cento di chi ha seguito un percorso formativo raggiunge o supera il livello 3 nelle competenze alfabetiche, contro il 20 per cento di chi non lo ha fatto. E a preoccupare è anche il fatto che gli adulti italiani partecipino poco alle attività di apprendimento formale e informale: appena il 24 per cento contro una media del 52 per cento. E allora due proposte per la nuova legislatura: approvare quel Piano Pluriennale Regionale del Lavoro al quale ho lavorato da assessore regionale alla formazione-lavoro nel 2009 e vincolare almeno il 30 per cento dei Fondi strutturali europei ad interventi volti alla promozione dell’autonomia finanziaria dei giovani”.
Secondo Autilio ”va, pertanto, rilanciato un nuovo patto sociale tra Sud e Nord che ponga al centro le politiche per l’inserimento di giovani qualificati nei processi produttivi. Infine, il piano di riprogrammazione dei fondi comunitari per il Mezzogiorno ci deve vedere protagonisti nella definizione di proposte in grado di tradurre in provvedimenti quel fortunato slogan ‘investiamo nel nostro futuro’ che abbiamo contribuito a promuovere nel 2009”.