“La migliore prevenzione è l’eliminazione del gioco d’azzardo. Per questo Italia dei Valori ha depositato in Cassazione una proposta di legge d’iniziativa popolare contro il gioco d’azzardo che prevede il divieto di tutti i giochi nei quali ricorre il fine di lucro, sono previste puntate in denaro e quelli nei quali la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria”. Lo ha detto Luciano Pisanello, componente della segreteria nazionale di IdV che ieri a Potenza ha partecipato ad un incontro-dibattito promosso dall’Aiart sul tema “Il vero volto di jackpot – come la comunicazione persuade al gioco d’azzardo”. “Un’iniziativa – ha detto il dirigente nazionale di IdV – particolarmente efficace perché viene dall’associazionismo che è un elemento essenziale per la prevenzione delle ludopatie. All’Aiart Basilicata inoltre va il riconoscimento per aver centrato l’aspetto più pericoloso nella diffusione del gioco d’azzardo che è quello della pubblicità-comunicazione”.
“In Italia il debito pubblico è tra i più alti d’Europa e ci sono le giocate più alte. Tutto ciò – ha evidenziato Pisanello – è la dimostrazione di come nei momenti di crisi la gente vuole tentare la fortuna, infatti il gioco non è quello del divertimento ma della disperazione. La disperazione di coloro che sperano di poter cambiare vita, vendendo anche le propri averi e riducendosi sul lastrico. La criminalità organizzata è interessata al gioco d’azzardo. E uno Stato che non porta avanti una seria lotta all’evasione e alla corruzione ma, al contrario, prende soldi dalle tasche dei cittadini, attraverso il gioco d’azzardo, non è uno Stato da rispettare perché si comporto come un biscazziere. E’ per questo che noi –ha detto il dirigente di IdV – abbiamo presentato un pdl di iniziativa popolare per dire basta alle slot machine, basta ai giochi on line, che impoveriscono i cittadini e fanno cassa sui disperati e registrano 100 miliardi di fatturato che vengono sottratti alle tasche degli italiani. Il gioco d’azzardo è la droga del nostro secolo si pensi, per fare un paragone, che in Italia i soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti sono 520 mila, mentre coloro che dipendono dal gioco d’azzardo di Stato sono 800 mila.
“Inoltre – ha sottolineato il commissario regionale di IdV Gaetano Cantisani – 2 milioni di cittadini sono a rischio patologico. L’Italia dei Valori, per contrastare questa piaga economica e sociale, sarà in tutte le piazze della Basilicata per raccogliere le 50 mila firme necessarie per presentare il pdl in Parlamento. Vogliamo coinvolgere in questa iniziativa a difesa della legalità e di civiltà, le associazioni di volontariato, gli amministratori locali e tutti i cittadini che vorranno dare il proprio contributo. Basta foraggiare la criminalità organizzata e basta allo Stato che ruba il denaro ai cittadini”.
Cantisani ha sottolineato inoltre che “nell’articolo 14 del testo della Delega fiscale, redatto dal Comitato ristretto della commissione Finanze della Camera, in merito ai giochi d’azzardo si parla dell’identificazione dei giocatori, in un’ottica di contrasto al riciclaggio di denaro. Infatti, se il gestore dell’attività è un soggetto riconducibile alla malavita ha, di fatto, la possibilità di riciclare il denaro a un prezzo bassissimo. Peraltro, sempre in quel testo, si parla anche della limitazione della pubblicità. Tutto ciò conferma come lo Stato si incarti, a proposito di gioco d’azzardo legalizzato, e tenti di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Vorrebbe, cioè, favorire un prelievo di quasi 100 miliardi all’anno dalle tasche dei poveracci che si rovinano, per applicarvi un miserabile PREU del 10%, e contemporaneamente evitare le pericolose conseguenze rappresentate dall’invadenza della criminalità organizzata, accompagnate dalla proliferazione dell’usura, dei banchi dei pegni o dei compra oro”.
“Davanti a quella che deve essere considerata la nuova piaga sociale di questi tempi – ha concluso Pisanello – lo Stato si affanna a produrre inutili palliativi pur di fare disumanamente cassa sulla pelle dei poveracci. Per di più, il vano tentativo di ridurre il danno, prospettato anche dalla delega fiscale, richiede, anche per i controlli dei nomi e la prevenzione delle ludopatie, maggiori spese a carico della collettività. Cioè lo Stato mette in essere le condizioni per la malattia, lucrandovi sopra, anche a costo di spendere di più per controlli, cure, prevenzione, danni sociali indotti, ecc. “.
Ott 10