Focus sulla sanità lucana tra buone performance e criticità nella comparazione con altre sei Regioni. Nel rapporto presentato oggi a Matera, la Basilicata promossa per le best practice nelle malattie cardiocircolatorie e per tumori, ma dovrà migliorare gli indicatori della mortalità infantile.
Dal 2011 la Regione Basilicata aderisce al progetto “Network Regioni”, promosso dal laboratorio Management e sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e attivato insieme con Toscana, Liguria, Piemonte, Umbria, Marche, Veneto e le Province autonome di Trento e di Bolzano.
Nell’ambito di tale progetto, la Basilicata è stata oggetto di valutazione delle performance del sistema sanitario attraverso il confronto di un set di indicatori condivisi, volti a descrivere e confrontare, tramite un processo di benchmarking, vari aspetti e dimensioni della performance del sistema sanitario.
Secondo il rapporto presentato oggi a Matera (palazzo Viceconte) gli indicatori di salute della popolazione della Basilicata sono ottimi per quanto riguarda la mortalità per malattie cardiocircolatorie e per tumori – quest’ultima best practice tra le regioni – mentre sono critici la mortalità infantile e quella per suicidi. È nella media la speranza di vita.
Relativamente ai servizi di prevenzione, è buona la copertura vaccinale, in particolar modo contro il papilloma virus e lo pneumococco, mentre è scarso il numero di operatori sanitari vaccinati contro l’influenza. La gestione delle malattie infettive presenta margini di miglioramento, nello specifico sulla diffusione dell’analisi colturale delle tubercolosi polmonari. E’ critica la gestione del dolore, con un consumo di farmaci oppioidi molto ridotto, seppur in miglioramento.
Sul versante ospedaliero, è scritto nella relazione del progetto relativa alla Basilicata, la Regione ha condotto una forte deospedalizzazione, che ha portato ad un buon risultato sul tasso di ospedalizzazione. La durata della degenza è in linea con la media delle regioni, mentre la degenza pre-operatoria per gli interventi chirurgici programmati è ancora molto elevata, seppur in calo rispetto all’anno precedente. Sono stati conseguiti notevoli miglioramenti nell’ambito dell’appropriatezza medica, dove si sono ridotti i ricoveri di pazienti che possono essere seguiti in regime ambulatoriale, mentre dal lato dell’appropriatezza chirurgica si registrano maggiori problematicità, in particolare rispetto all’elevata percentuale di pazienti medici dimessi da reparti chirurgici. Il rapporto segnala, inoltre, che è in calo l’utilizzo del Day-Surgery.
La qualità clinica è in linea con le altre Regioni: suona un campanello di allarme per il basso utilizzo della laparoscopia negli interventi di appendicectomia mentre si ottiene il miglior risultato sulla prostatectomia transuretrale; la tempestività degli interventi per fratture di femore continua ad aumentare. Risulta critico il percorso maternoinfantile per l’elevato ricorso al cesareo, all’induzione al parto e all’episiotomia; inoltre, risulta alto il tasso di neonati in sofferenza fetale. Di contro, il Pronto Soccorso vanta ottime performance, sia per quanto concerne l’organizzazione interna, sia riguardo agli abbandoni volontari; la soddisfazione dell’utenza è nella media, in linea con quella della Toscana, altra regione che ha effettuato l’indagine ai pazienti. Le dimissioni volontarie sono, invece, critiche ed in aumento.
Buoni i risultati in ambito territoriale, sia relativamente alla gestione delle patologie croniche – in diminuzione i ricoveri per scompenso e diabete – sia riguardo all’integrazione ospedale-territorio: sono, infatti, contenuti i cosiddetti ricoveri “sociali”, e anche quelli per polmonite; unico neo l’alta ospedalizzazione per gastroenterite pediatrica. Positivo l’ambito della salute mentale e nella media il consumo di risonanze magnetiche muscolo-scheletriche per anziani, considerate clinicamente inappropriate.
Gli indicatori del Piano Nazionale Esiti sono nella media, mentre è necessario porre attenzione sui volumi di attività connessi con la qualità clinica, in particolare gli interventi per tumore alla mammella e al retto, mentre quelli per colecistectomia laparoscopica e parto sono buoni.
Il rapporto Network Regioni ricorda anche che la Regione Basilicata ha effettuato un’indagine di clima interno su tutti i dipendenti del sistema sanitario regionale, dalla quale è emersa una scarsa partecipazione pari al 35%, delle criticità sulla formazione e sulla valutazione data al management, mentre è positivo l’aspetto della comunicazione e informazione.
Il settore farmaceutico necessita una maggiore attenzione: nonostante una buona efficienza prescrittiva, la spesa territoriale pro-capite è molto elevata, anche se in diminuzione rispetto al 2011; critica, inoltre l’appropriatezza prescrittiva su numerose categorie di farmaci.
Riguardo alla sicurezza sul lavoro, la Regione detiene la best practice tra le regioni del network, sia sulla copertura del territorio che sull’efficienza produttiva. Abbastanza buono anche il costo medio dell’assistenza ospedaliera.