Sabato 12 ottobre, a partire dalle ore 10 si terrà la prima Assemblea nazionale del Centro Democratico a Roma. Interverranno delegati, sindaci, consiglieri regionali, comunali e provinciali da tutta Italia ed ospiti esterni tra i quali Guy Verhostadt, Presidente del gruppo Alde (Liberali e Democratici Europei), Marco Follini, gia’ vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Andrea Romano, deputato di Scelta Civica, prima della chiusura del leader Bruno Tabacci.
I lavori dell’Assemblea sono stati preceduti nel pomeriggio di oggi da una riunione della Direzione Nazionale allargata ai segretari regionali e provinciali di Centro Democratico. Nel corso di questa prima giornata, è stato elaborato e approvato un documento politico-programmatico contenete le linee di azione del movimento.
“La missione delle donne e degli uomini del Centro Democratico per un’Italia concreta – sottolinea Rossana Florio dirigente regionale che ha partecipato ai lavori della direzione nazionale – è quella di costruire un polo riformatore, animato da un’idea partecipativa della dimensione politica, che veda nei diritti e nelle libertà, coniugati assieme ai doveri e alle responsabilità, la chiave di volta per ricostruire un tessuto civile degno di un Paese moderno. La scelta che abbiamo dinanzi è quella tra un’Italia chiusa in se stessa, gelosa della propria sovranità e prigioniera dei propri egoismi – territoriali, generazionali, economici e sociali -, e un’Italia aperta, protagonista in Europa e nel mondo e portavoce di un nuovo modello di sviluppo responsabile e solidale. E’ la scelta tra un modello di sviluppo che guarda alle generazioni future e vuole cambiare in profondità un sistema di produzione e consumo che non garantisce né un’equa distribuzione della ricchezza, né un uso oculato dei beni della terra, e un modello incentrato solo sul profitto e la competizione. Oggi la democrazia e la politica italiana sono fragili perché hanno smarrito l’orizzonte globale entro il quale si collocano le grandi questioni che determinano il destino dei popoli, e così facendo hanno perso le proprie radici. Le migliori tradizioni politiche, popolari, socialdemocratiche, liberali e riformiste, sono state relegate in un cono d’ombra da un ventennio in cui al centro della politica e della società è stato posto l’interesse individuale, più spesso quello personale, l’interesse delle lobby e delle corporazioni, piuttosto che l’interesse generale. La crisi dell’Italia, prima ancora che una crisi economica, è, in questo senso, una crisi politica, culturale e morale. Lo sviluppo economico e la solidarietà sociale sono troppo spesso trattati in modo disgiunto, come se l’uno potesse prescindere dall’altra. E la politica senza principi è un pragmatismo senza speranza; la politica senza soluzioni, concrete e praticabili, rende il futuro senza speranza. E’ con questa filosofia che il Centro Democratico, assieme alle altre forze della coalizione di centro-sinistra, si candida a far ripartire la Basilicata e il Paese”.
Ott 11