I cittadini del Metapontino non sono di serie “C”: dopo le parole pronunciate dal Premier Letta a Longarone in occasione del 50esimo anniversario della tragedia del Vajont e l’affermazione, più che condivisibile, che di fronte alle emergenze non ci possono essere cittadini di serie A e di serie B, per le popolazioni del Metapontino c’è una motivazione in più per chiedere giustizia sociale. Qualcuno dovrà spiegare perché dopo la firma dell’Accordo di Programma tra Ministero Ambiente e Regione Basilicata nel 2010 per interventi di contrasto del dissesto idrogeologico quei soldi dallo Stato non sono mai arrivati nel Metapontino e nel resto della regione. E’ quanto afferma la dirigente regionale del Centro Democratico Rossana Florio evidenziando che in occasione dell’alluvione del primo marzo 2011 lo Stato ha mostrato il volto dell’allora Ministro all’Economia Tremonti che pretendeva di imporre alla Regione Basilicata (come a tutte le altre interessate da calamità naturali) la “tassa sulla disgrazia” vale a dire l’aumento di tributi regionali per far fronte all’emergenza. Bisogna riconoscere che nel 2011 la Giunta Regionale, sostenuta dal centrosinistra, ebbe il coraggio di opporsi alla pretesa di far pagare i cittadini danneggiati per i danni subiti ma comunque dallo Stato non solo i soldi non sono mai arrivati quanto piuttosto con il Patto di Stabilità si sono legate le mani degli amministratori regionali e locali nello spendere quel poco che c’era in cassa. L’annuncio oggi di Letta di nuovi fondi per la Protezione Civile, per ora di 50 milioni di euro che sono frutto della vendita degli aerei di Stato, è un primo passo di inversione di marcia, comunque non sufficiente a sanare i gravi ritardi per la difesa del suolo ed evitare che ad ogni calamità naturale si chieda l’intervento dello Stato, perchè è risaputo che le Regioni da sole non ce la possono fare e ancor meno i Comuni. Non va dimenticato che sempre nell’alluvione 2011 il Parco Archeologico di Metaponto fu sommerso dall’acqua e solo attraverso interventi della Regione è stato possibile metterlo in salvo. Solo che – conclude Florio – senza progetti di messa in sicurezza definitiva del n ostro patrimonio archeologico i danni si sono ripetuti.
Nella fotogallery il tempio di Apollo Licio a Metaponto quasi completamente sommerso dall’acqua che ha invaso l’area archeologica e una delle strade danneggiate dall’alluvione.