Due interrogazioni urgenti, rispettivamente al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri delle Infrastrutture e delle Politiche Agricole, sono state presentate dall’on. Cosimo Latronico, a seguito della grave alluvione che ha messo in ginocchio la provincia di Matera ed in particolare i comuni della fascia jonica. Ad annunciarlo lo stesso parlamentare nel corso di un incontro a Scanzano ionico, alla presenza di dirigenti locali, provinciali e regionali del Pdl. Al premier Letta Latronico ha chiesto “la necessità di dichiarare lo stato di emergenza; se ritenga doveroso monitorare la situazione per stimare i danni subiti e garantire adeguate risorse ad un territorio fortemente provato dalle conseguenze della violenta alluvione e quali azioni intenda porre in essere per definire nell’immediato una risposta operativa al fine di superare la fase emergenziale ed avviare il processo di messa in sicurezza”. Ai Ministri delle Infrastrutture e dell’Agricoltura il parlamentare lucano ha chiesto,invece, “se ritengano necessario stimare i danni subiti e reperire le risorse necessarie per sostenere il comparto agricolo della zona del metapontino; se ritengano opportuno mettere in sicurezza le infrastrutture viarie danneggiate e verificare la presenza di adeguate opere di presidio della rete stradale ed infine se ritengano opportuno concordare con la Regione Basilicata un’azione coordinata di manutenzione del territorio, di prevenzione e di riduzione del rischio di dissesto idrogeologico”.
ALLUVIONE METAPONTINO: CIA, ATTIVARE CONTRATTI DI FIUME
L’attivazione dei Contratti di fiume; la disponibilità degli agricoltori a diventare manutentori del territorio “a costo zero” (con compensazioni su tributi consortili, spese previdenziali ed aziendali); l’impiego immediato di una quota del fondo dell’Accordo di Programma Ministero-Ambiente-Regione Basilicata per interventi nei “punti più critici” per prevenire ulteriori fenomeni metereologici eccezionali dell’imminente stagione invernale: sono le tre priorità indicate dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata per fronteggiare l’alluvione di Ginosa-Metapontino.
Il presidente regionale della Cia Donato Distefano spiega: è necessario passare dalle analisi su cosa è successo e dalla mappatura dei danni ai fatti. I Contratti di fiume, sperimentati positivamente in alcune regioni italiane, tra le quali l’Umbria, la Lombardia, il Veneto, la Toscana – precisa – si configurano come strumenti di programmazione negoziata interrelati a processi di pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali. L’aggettivo “strategico” sta ad indicare un percorso di co-pianificazione in cui la metodologia ed il percorso stesso sono condivisi in itinere con tutti gli attori che sono l’Autorità di Bacino, i Consorzi di Bonifica, l’Eipli, i Dipartimenti della Regione, le Province, i Comuni. Tali processi sono infatti finalizzati alla realizzazione di scenari di sviluppo durevole dei bacini elaborati in modo partecipato, affinché siano ampiamente condivisi.
Il Contratto di Fiume è quindi la sottoscrizione di un accordo che permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo prioritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale.
Gli elementi che entrano in gioco in questo accordo sono:
• una comunità (Comuni, Province, Ato, Regione, Associazioni, organizzazioni professionali agricole, imprese, cittadini, ecc.)
• un territorio (suoli, acque, insediamenti, aria, ecc.)
• un insieme di politiche e di progetti a diverse scale/livelli
Questi elementi, da sempre in relazione tra loro, devono quindi essere orientati verso obiettivi condivisi di riqualificazione attraverso adeguati processi partecipativi.
La caratteristica innovativa di tali processi è la scelta di andare nella direzione della sussidiarietà orizzontale: la differenziazione dei sistemi territoriali richiede un sistema di governance flessibile, in grado di comporre a livello locale i conflitti e gli interessi mediante processi negoziali aderenti alle vocazioni territoriali e capaci di fare sistema facendo dialogare i diversi strumenti di programmazione degli interventi socio-economici con quelli della pianificazione territoriale.
Strettamente intrecciata è la proposta – continua Distefano – di assegnare agli agricoltori compiti di manutenzione senza spendere un euro nel senso che gli stessi compenserebbero con gli oneri dovuti allo Stato e in particolare ai Consorzi di Bonifica che, come è noto, non sono in grado nemmeno di garantire la pulizia ordinaria dei canali. Infine, la questione finanziaria: si attinga dall’Accordo di Programma “sfidando” il Premier Letta dopo la sua denuncia a Longarone (non ci sono italiani di serie B) a mettere subito a disposizione i soldi. Gli agricoltori si mobiliteranno intorno a questi obiettivi.