Che i proventi del petrolio fossero tra i temi della Campagna elettorale era più che scontato, soprattutto in un momento nel quale occorrono risorse per rilanciare l’economia della Regione e con essa anche l’occupazione.
Il Centro- Destra ha badato alle soluzioni più spicciole e meno redditizie per lo sviluppo: abbassare il costo della benzina.
Il Centro-Sinistra ha badato a difendere l’impostazione originaria dell’accordo impostato tutto sul territorio della Val D’Agri che per quanto importante non può accollarsi i problemi dell’economia lucana.
Il rischio attuale è quello di una strumentalizzazione e contrapposizione che non può che far male alla Basilicata, alla Sua comunità ed al suo territorio.
La istituzione Regione se resta ferma nella difesa degli accordi stipulati negli anni passati, rischia di difendere situazioni non più attuali, dando corda a chi vuole utilizzare le Royalts in modo sbrigativo, senza prospettiva.
A me pare che le cose da fare siano due:
– rinegoziare gli accordi per quanto possibili;
– destinare una gran parte delle Royalts presenti ed anche future per un programma di investimenti nelle attività produttive e nella Reindustrializzazione nelle aree industriali esistenti (Viggiano, Val Basento, Tito, Melfi, Matera, Acinello) e nella selezione di attività ad alta tecnologia che generano nuova occupazione anche di diplomati e laureati.
Tra l’altro, se è vero che questo governo nazionale di centro-destra applicherà pedissequamente la “teoria del federalismo territoriale” significa che lo sviluppo del territorio regionale potrebbe essere affidato ancor di più al buon uso delle risorse interne anziché all’apporto delle risorse provenienti dal governo centrrale e comunque in ogni caso in tempi di estrema necessità e di caduta verticale della occupazione e dello sviluppo sul nostro territorio noi non possiamo passivamente osservare che il degrado aumenti ed al contempo mantenere nel forziere risorse che se programmate con saggezza e competenza , molti problemi possono risolvere.
Al punto in cui siamo, se questa inversione viene determinata dalla clase dirigente che governa la regione significa che essa si candida ad esserlo anche per i prossimi anni, se invece questo diverso modo di utilizzare le risorse del petrolio la classe dirigente regionale finisce per subirlo, significa che altri si candidano ad essere punto di riferimento politico istituzionale.
Ed allora occorre non perdere tempo, rilanciare una fase nuova della programmazione e dello sviluppo che punti anche sull’utilizzo delle risorse petrolifere per nuove occasioni di sviluppo e di occupazione per l’intero territorio della Regione.
Apr 19