“L’adesione dell’Istituto Alcide Cervi alla “Carta di Matera” rilancia la cooperazione culturale tra l’Istituto che ha sede a Gattatico di Reggio Emilia, costituito nel 1972 per iniziativa dell’allora Alleanza Nazionale dei Contadini (oggi Confederazione Italiana Agricoltori), il Centro Documentazione di Tricarico dedicato a Rocco Scotellaro e la Biblioteca Storica dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale di Basilicata con sede a Matera intitolata a Vincenzo Valicenti”. E’ il commento di Paolo Carbone, dirigente regionale della Cia lucana ricordando che la Carta di Matera, sottoscritta nella Città dei Sassi in occasione della Festa dell’Agricoltura 2010, contiene un concetto semplice e al tempo stesso essenziale: l’agricoltura è una risorsa inestimabile per le implicazioni economiche, sociali, ambientali e territoriali che ha nel nostro Paese Siamo dunque ad un nuovo passo avanti – continua Carbone – per raccogliere l’appello lanciato dall’Istituto dei Georgofili in occasione del loro 260° anno accademico, con l’invito a parlare della nostra agricoltura, rivolto ovunque e a chiunque. Dalla metà del secolo scorso, la nostra agricoltura è stata sempre più sottovalutata, trascurata e anche penalizzata. La grande e complessa crisi che stiamo attraversando si è quindi aggiunta a preesistenti incomprensioni. E’ sconcertante constatare quanto ne sia oggi disinformata l’opinione pubblica. Talvolta sembra rimanere sorpreso anche il mondo politico quando emergono alcune attuali realtà del lavoro agricolo, delle crescenti difficoltà a trarne l’indispensabile reddito, dei conseguenti rischi per la stessa sopravvivenza del “settore primario”.
Nell’evidenziare che i rapporti tra “Cervi” e Cia sono storicamente consolidati, essendo l’Organizzazione agricola tra i soci fondatori dell’’Istituto, Carbone afferma che l’adesione di un’istituzione che svolge una funzione culturale in ambito di storia dell’agricoltura, nasce da una condivisione dei principi informatori della “’Carta” e dalla considerazione che esso può svolgere, nei suoi numerosi contatti con istituzioni, pubblico e scolaresche, un importante ruolo divulgativo dei principi stessi.
La Cia – continua Carbone- è convinta che conoscere la storia e il passato aiuta a svolgere e a fare bene il proprio lavoro di sindacato delle comunità dei territori, ad evitare gli errori che sono stati pure commessi. Contadini sono i padri operosi dell’umanità e per questa si sacrificano e sopportano da sempre, proprio come dei buoni padri. In questi anni la Cia specie nelle aree rurali più interne ha svolto un’azione importante di tutela, di rappresentanza di consulenza agli agricoltori e alle loro famiglie. Forse qualche volta si è spinta più avanti di quanto doveva, se penso – dice Carbone – che già nei primi anni ottanta, quando non erano in molti a parlare di qualità di tipicità, di salubrità delle produzioni, di agriturismo, di turismo rurale, di energie alternative in agricoltura (quella che oggi si chiama multifunzionalità)”. Nel nostro Paese occorre – quindi – confermare i valori dell’agricoltura e rinnovare la consapevolezza delle sue funzioni essenziali e dei servizi che essa offre a beneficio di tutti”.
Ott 22