Il Fondo di solidarietà dei mutui per l’acquisto della prima casa è stato incrementato, con il D.L. 31 agosto 2013 n. 102, di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015.
Tale Fondo consente a chi è in difficoltà economiche di sospendere, fino a 18 mesi, il pagamento dell’intera rata del mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale.
Dal beneficio – dichiara Angelo Festa, Presidente Regionale dell’Adiconsum Basilicata e fondatore dell’Associazione antiracket e antiusura “Famiglia&Sussidiarietà – sono esclusi coloro che sono momentaneamente sospesi dal lavoro in attesa dei provvedimenti di autorizzazione dei trattamenti di sostegno del reddito, come ad esempio chi è in cassa integrazione o in classe integrazione in deroga.
Il fondo di solidarietà dei mutui per l’acquisto della prima casa è attivo solo per chi è stato licenziato oppure è in condizioni di non autosufficienza ovvero handicap grave dell’intestatario o di uno dei cointestatari del contratto di mutuo.
Per chi, invece, è sospeso dal lavoro e in attesa della cassa integrazione vi è solo la possibilità di chiedere, alla propria banca, un anticipo dell’indennità della cassa integrazione, oppure può rivolgersi alla Caritas per accedere al “Prestito della speranza”.
Non sempre, però, le banche sono disponibili ad anticipare l’indennità della cassa integrazione e in tal modo le famiglie sono realmente in difficoltà economiche e preda degli usurai.
Infatti, presso la sede dell’Adiconsum si sono rivolti scoraggiati numerosi lavoratori, a volte anche insieme alla moglie, ambedue dipendenti della stessa azienda in crisi, perché senza nessun sostegno economico, in difficoltà col pagamento delle rate del mutuo e con una famiglia da sostenere.
Nov 02