Mentre in mattinata i candidati del Movimento 5 Stelle del Materano e il candidato portavoce presidente Piernicola Pedicini si presentano a Matera sulla terrazza dell’Annunziata, il Movimento 5 Stelle Basilicata sottolinea in una nota le principali questioni sulle quali il governo di centrosinistra non è riuscito a dare risposte concrete per rilanciare la Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Siamo alle solite! Mentre prosegue inesorabile e a ritmi serrati la campagna elettorale del M5S in giro per la Basilicata con la presenza sempre più fitta sul territorio dei candidati portavoce consiglieri e del candidato portavoce presidente Pedicini, dobbiamo riscontrare, attraverso le notizie di stampa e attraverso la voce dei cittadini, che in Basilicata si continua imperterriti ad assistere alle dinamiche e ai sistemi del “Partito Regione” su tutti i fronti: dall’economia in tema ambientale sino al lavoro come la vicenda dei 50 incarichi di assistenza tecnica specialistica per l’attuazione del Po Fesr Basilicata 2007–2013. I Co.co.co che, “scelti per cooptazione nell’espletamento esclusivo delle attività di assistenza tecnica al Por (poi Fesr) sono chiamati a vigilare – alcuni percepiscono anche 3 mila euro al mese – su come sono stati spesi i fondi europei” (fonte La Nuova del Sud) da scegliere attraverso pubblico concorso ma con domande già note per i soliti “amici di…” invece che per i cittadini, nell’ottica dell’assoluta mancanza di trasparenza. O ancora basti pensare alla recente “non recusazione” della lista dell’ assessore Pittella, a dispetto del ricorso presentato agli organi del TAR per “la mancanza di “documentazione” e fatta in barba a tutte le norme legislative in tema di giurisdizione elettorale. Senza farci mancare niente passiamo nella zona Jonica, così come in molte altre parti della regione, dove si viene a sapere che si fa da anni la raccolta dei rifiuti porta a porta, la quale non ha portato un centesimo di risparmio non perché non è buono il sistema, ma perché la filiera della raccolta differenziata non è stata volutamente completata dai politici regionali che intendono favorire l’incenerimento dei rifiuti e non la differenziazione e il riciclo. Per cui, anziché guadagnare i cittadini, hanno fatto guadagnare il gruppo francese Edf La fenice e i gestori di discariche speciali per contenere le ceneri prodotte con gli inceneritori. Ricordiamo che Fenice non produce energia elettrica e non accede per questo agli incentivi Cip 6 in compenso “Fenice s.r.l.” brucia 30mila tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti da tutto il mondo, e questi sono quelli dichiarati (fonte ISPRA 2012).
In una classifica nazionale la Basilicata è al 4° posto per la quantità di rifiuti pericolosi “inceneriti”, tutti a Fenice “ex EDF s.p.a. ed ormai FENICE s.r.l., una società a responsabilità limitata”.
Rifacendo i conti, tenuto conto che in Lombardia e nelle altre due regioni da podio ci sono più di un inceneritore, bene, FENICE è al primo posto in ITALIA, un triste primato!
Così come un altro triste primato secondo il Rapporto SVIMEZ lo deteniamo in termini economici.
Il sud Italia è a un passo dalla “desertificazione industriale”, con consumi fermi ormai da 5 anni (-4,8% solo nel 2012), tasso di disoccupazione record, a cominciare da quella giovanile, e aumento vertiginoso delle tasse, che determina una contrazione della spesa generale delle famiglie.La Basilicata rientra ovviamente in questa situazione, e i numeri sono assolutamente in linea con l’andamento generale del mezzogiorno: nel solo 2012 il PIL è crollato del 4,2% e l’emigrazione verso le regioni del nord ha nuovamente ripreso a galoppare.In mezzo a tutto questo caos, tuttavia, soltanto il settore agricolo e agroalimentare sembra che riescano a tendere un’ancora di salvezza all’economia delle regioni del sud: il valore aggiunto del settore agricolo meridionale, secondo la CIA Basilicata – Confederazione
Italiana Agricoltori – nel 2012 ha segnato +3,5%, più del doppio del centro-nord (+1,5%), ma c’è pur sempre da sottolineare che dal 2006 al 2012 il valore aggiunto dell’agricoltura meridionale era crollato del 10%, a fronte del calo del 2% nel centro-nord, portandosi dietro anche gli investimenti, i quali tra il 2000 e il 2012 sono precipitati addirittura del 36%, oltre il triplo del centro-nord (-10,2%).
Questo mare di numeri, che algebricamente sono evidentemente da leggere con il segno meno, caratterizzano una situazione certamente drammatica e non risolvibile nel giro di poco, per cui sono in molti a chiedere l’instaurazione del cosiddetto “reddito minimo di dignità”, che per il M5S ammonta a 440€ da destinarsi a circa 15/20.000 persone a reddito praticamente 0, inoccupati, disoccupati, non abbienti, esodati, casalinghe e che potrebbe tornare utile a migliorare lo stato di quelle famiglie che sono costrette a limitare di parecchio i consumi: un cane che si morde la coda che nessuna classe politica è riuscito a gestire finora. Questo è l’effetto di oltre venti anni di gestione politica del cosiddetto “Partito Regione”, effetto che verrà meno solo se i cittadini sapranno dare voce ad un VERO cambiamento attraverso l’elezione di cittadini prima di tutto onesti e di sicuro legati alla propria terra e non a becere promesse elettorali alle quali assistiamo senza vergogna!
Movimento 5 Stelle Basilicata