“Analizzando con uno sguardo d’insieme le delibere regionali degli ultimi 4 mesi si delinea un’azione politica ben precisa: l’utilizzo delle cariche e dei soldi pubblici per rafforzare le filiere di potere in vista della tornata elettorale. Niente di nuovo fin qui? Forse, ma se entriamo nel dettaglio emerge una sottocasta, quella dei colletti bianchi, che a differenza dei politici possono avere una carriera ed un potere ben più incisivo dei nostri eletti oltre a non essere sottoposti ad alcuna votazione”.
E’ quanto denunciano i segretari dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e Giuseppe Giordano per i quali, “la beffa parte dal fatto che diversi dirigenti regionali sono di nomina politica, in conflitto d’interessi, in causa con la Regione che li ha assunti e soprattutto non sono valutati da nessuno: l’organo che li valuta, l’OVI, in Basilicata viene nominato a legislazione chiusa, quando non serve più, con criteri e modalità dubbie. Tuttavia le bassezze di questa Basilicata non emergono solo nella questione personale, ma come al solito, viaggia a braccetto con quella ambientale, perché il marcio continua a venire a galla. Ma entriamo nel dettaglio come ben ha denunciato anche B24. Partiamo dalla n.1278, ove la Regione prolunga ciò che non esiste. Esattamente la Regione Basilicata, nonostante avesse bandito nel 2011 il concorso per i membri dell’OIV ( Organismo indipendente di valutazione – i valutatori dei dirigenti regionali ), dopo averli nominati ed assunti con la delibera n.1064 del 10 settembre, adesso si trovano, a legislazione conclusa, a non dover valutare nessuno per mesi e mesi, ciò nonostante – proseguono Tancredi e Giordano – l’Ugl evidenzia che hanno già firmato un contratto con relativa retribuzione alla quale si aggiungerà l’eventuale onere accessorio quando modificheranno il regolamento valutativo perché l’attuale griglia valutativa andrà in proroga fino a quando non sarà fatto un nuovo regolamento. Ciò che riguarda l’OIV ha del criminoso, dal punto di vista morale e politico, perché nella giunta De Filippo i dirigenti non sono mai stati valutati da un OIV, hanno ricevuto premi di produttività nonostante la Basilicata sia in crisi in ogni settore e nonostante diversi enti siano in perenne passivo. Oggi a legislazione conclusa si nominano anche i 3 componenti dell’OIV: ipotecando la prossima legislatura. Con la delibera n.1279 si nomina, guarda un po’, il Responsabile per la Trasparenza della Regione Basilicata. Un calcio nei denti a quel poco di dignità che rimaneva viene cancellata da questa nomina che avrebbe avuto senso mesi fa. In aggiunta si nomina altresì il responsabile della compilazione del Piano Anti-corruzione regionale: la ratio? Spostare e responsabilizzare un altro dirigente già in organico alla Regione. Il dirigente nominato responsabile per la trasparenza, inizia bene per l’Ugl, perché sul fondo della delibera che lo interessa c’è la sua firma. Ma tutto ciò è legale? Può un dirigente pubblico firmare la delibera che ha per oggetto le sue competenze?” tuonano forte e chiaro i segretari, Giordano e Tancredi. “E comunque tempo per approntare il D. Lgs. 33/2013 quello sulla trasparenza, il PTPC (Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione), quello previsto dalla L. 190/2012 (insieme a vari adempimenti che rientrano nell’area “trasparenza”, da più parti vista come un “capitolo” del PTPC) non c’è ne stato, tempo per le nomine sì. Con la delibera n. 1237 si rettifica il contenuto di una delibera precedente del luglio c.a., nella quale si prevedeva ed autorizzava il potenziamento e la manutenzione della rete idropluviometrica regionale. Un sistema integrato che alla Basilicata ed al Metapontino serviva da anni ma che si sblocca solo oggi. Di fatto il territorio lucano ancora non gode di un moderno sistema di monitoraggio idropluviometrico ed in casi di forti piogge i dati più precisi li forniscono i privati e non il pubblico, il che è tutto dire. Tuttavia la delibera arriva ma non la realizzazione della rete, per quello dovrà essere espletata una gara con relativo contratto. Quindi anche in questo caso non avremo la rete di monitoraggio prima della prossima alluvione. Con la delibera n.1269 anche la Regione Basilicata si adegua in materia di controllo analogo sulle società partecipate. Si avvia così l’iter non solo per evitare multe dalla UE ma per regolamentare la giungla normativa che esiste tra Regione e società in house. Non aver stabilito sino ad oggi, il meccanismo del controllo analogo, vuol dire non aver regolamentato la funzione di controllo del detentore pubblico sulla società partecipata, in merito a: patrimonio, indirizzi attuativi, bilancio e qualità dei servizi erogati dalle partecipate mediante la stipulazione di apposite carte dei servizi. Ciò spiega la bassa produttività ed i passivi registrati dalle nostre “carrozze regionali” da Acquedotto Lucano a Sviluppo Basilicata. Ridicola e vergognosa è la stesura originaria di questa delibera, ove sul finire della premessa compare la dicitura:”…..il presente provvedimento avente natura di atto di alta amministrazione…” quando invece è solo un adempimento di legge alle normative nazionali ed europee in vigore. Per fortuna qualcuno ha avuto il buonsenso di cancellare suddetta dicitura. Adesso vedremo se il controllo analogo verrà applicato. Ancora una volta De Filippo si presenta come il paladino dei dirigenti regionali e nella delibera n.1265 ridefinisce alcuni incarichi dirigenziali. Infatti viene assegnata la dirigenza dell’Ufficio Autonomie Locali per 3 anni ed ad interim gli incarichi dirigenziali per gli uffici di Controllo Fondi Europei ed Affari Legislativi. Un piccolo giro di valzer per premiare qualcuno in vista di futuri assetti e votazioni. La delibera n.1258 pone un altro serio interrogativo ambientale sulle falde acquifere lucane. Infatti l’oggetto parla chiaro:”Cartografia geochimica per il controllo ambientale dei siti industriali di Viggiano, S.Nicola di Mefi, Valle di Vitalba, Baragiano e Matera (Jesce-La Martella) – trasferimento delle reti piezometriche ai Consorzi dello Sviluppo Industriale per la messa in sicurezza d’emergenza della acque di falda inquinate”. Niente di più preoccupante anche perché la delibera è vaga sui motivi d’urgenza tuttavia in premessa compare un inciso che fa riferimento alle aree industriali di La Martella, Viggiano e Melfi ove sono stati riscontrati superamenti delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) di alcune sostanze riportate nel Dlgs n.152 del 2006 e per la quali urge la bonifica. La Regione, alla luce del contenuto dell’atto, deve informare subito i cittadini dell’accaduto, di quali sostanze si tratta e se le zone sono state perimetrate. Ma l’amministrazione regionale dinanzi a queste delibere cosa dice? La sua sbandierata meritocrazia come si attuerà se continuerà a convivere con questa classe dirigente? Perché gli assessori non si sono opposti alle delibere numero 1032 e 1083 ove 10 meuro sono stati tolti alle imprese del Materano e spostate sul centro di Cyber-Security a Maratea oppure quando ad un parroco sono stati elargiti a titolo personale 65mila euro per lavori di restauro ed il prelato stesso nominato anche responsabile dei lavori? E – concludono Tancredi e Giordano – quell’Assessore che tanto si è lamentato dei suoi uffici e dei precedenti Assessori all’Agricoltura, perché si è prestato a votare tutte queste vergognose delibere?”