Il programma di lavori del sesto lotto della variante Tito-Brienza, (per un importo di oltre 125,7 milioni di euro); il “Nodo del Gallitello”; la Casa dello Studente di Matera (8 milioni); il Programma PISUS per le città di Potenza e di Matera (circa 50 milioni): sono solo alcune delle opere pubbliche che non abbiamo trovato nell’elenco-anagrafe del Ministero alle Infrastrutture. E’ il commento del segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma per il quale l’Anagrafe, purtroppo parziale, è il risultato di una proposta, fortemente sostenuta da anni, dal sindacato degli edili della Uil che, a livello regionale, aveva direttamente impegnato l’Osservatorio sui Lavori Pubblici istituito presso il Dipartimento Infrastrutture della Regione.
Nel ribadire che “solo 25 opere censite a Roma mi sembrano poche”, Palma afferma che “30,5 milioni di euro di importo complessivo di lavori rappresenta un gravissimo spreco di risorse pubbliche ed il mancato soddisfacimento dei bisogni della collettività a cui sono state destinate. Noi continuiamo a chiedere tavoli tecnico-amministrativi, sull’esempio delle Conferenze di servizio, in grado di sbloccare i progetti. Se sono necessari nuovi investimenti per il settore dei lavori pubblici è il caso di dare priorità proprio alle opere incompiute, soprattutto poiché, già da questo primo risultato monitorato, ci potrebbero essere tutte le condizioni per trasformare quegli investimenti pubblici in occasioni concrete per far ripartire il settore edile e quindi l’occupazione. La banca dati rappresenta dunque uno strumento conoscitivo per una corretta programmazione degli interventi sia a livello nazionale che territoriale che adesso tutte le stazioni pubbliche appaltanti (Regione, Province, Comuni, Ater, Aziende, ecc.) non possono più fingere di ignorare continuando magari a lamentarsi dell’assenza o scarsità di finanziamenti statali (problema vero) senza però pensare a come spendere più velocemente quelli già in cassa”.
Per il segretario degli edili lucani della Uil “il nodo da sciogliere è innanzitutto quello della burocrazia: troppi sono i progetti che godono di finanziamento che non riescono a decollare a causa dell’inefficienza dello Stato centrale e locale. Ciò mentre siamo preoccupati che le elezioni regionali continuino ad introdurre ulteriori elementi di dilazione dei tempi di Programmi e progetti come quelli dell’Aqp strade o dell’edilizia abitativa “scongelati” sia pure di recente dal freezer. Secondo l’ultimo rapporto disponibile dell’Authority nazionale sui lavori pubblici in Basilicata i tempi riferiti alla sola progettazione delle opere pubbliche in media richiedono 1075 giorni contro i 900 della media nazionale e i 965 della media meridionale. Questo significa – evidenzia il sindacalista – che prima di aprire un cantiere, a progetto approvato e finanziamento disponibile, ci vogliono altri mesi di passaggi amministrativi e burocratici. Di qui il nostro impegno – continua Palma – a rilanciare l’immagine dell’intero territorio regionale, con effetto benefico per tutte le attività economiche che subiscono pesantemente i danni del blocco delle costruzioni. Si deve capire in che direzione sta andando il settore delle costruzioni e indirizzare lì la spesa dei privati e del pubblico. E’ l’unica strada che può dare una speranza a migliaia di lavoratori che vivono una situazione di crisi profonda”.