Si concluderà venerdì 15 novembre, presso lo Shanghai Jazz di Madison, nel New Jersey, il tour del contrabbassista lucano Giuseppe Venezia, direttore artistico del Basilijazz, per la presentazione dell’album “Infinity”, pubblicato dall’etichetta Skidoo Records e realizzato a seguito dell’esibizioni svolte, insieme al giovane pianista americano Emmet Cohen, una delle “stelle nascenti” del panorama jazzistico newyorkese ed Elio Coppola, batterista napoletano, tra i musicisti più attivi della scena del jazz italiana, tra il 4 e il 16 marzo scorso, in giro per l’Italia.
“L’album sta andando bene – ha commentato Giuseppe Venezia – la gente rimane colpita durante i concerti e molti dei presenti poi si fermano per comprare il disco. Questo tour americano sta andando davvero bene oramai il trio è davvero affiatato ed è sempre bello suonare insieme. Tuttavia devo ammettere che presentare ‘Infinity’ negli USA è davvero emozionante”.
Questa nuova esperienza oltre oceano del contrabbassista nostrano è importante anche per la manifestazione e di riflesso anche per i giovani musicisti della Basilicata. Il Basilijazz infatti offre la possibilità di avere contatto con i grandi maestri che intervengono, attraverso master class e jam session.
“Io cerco sempre di tenere in campo anche il mio ruolo di direttore artistico del Basilijazz così quando sono in dam session o quando vado ad ascoltare i concerti cerco di creare contatti che
possano essere utili al nostro tanto amato progetto. Sto conoscendo musicisti nuovi e straordinari e sto approfondendo la conoscenza con quelli che ho incontrato nei miei precedenti viaggi qui a New York. Gli americani hanno un profondo rispetto per la cultura musicale europea ed italiana. Certo noi in Basilicata abbiamo ancora poco da offrire, musicalmente parlando. Ma piano piano stiamo crescendo e uno dei frutti più belli è proprio il Basilijazz che, fortunatamente, gode di ottima fama tra i musicisti americani”.
Dal lato strettamente personale, questo tour americano, che per Venezia rappresenta una delle tante performance negli Stati Uniti, ha tuttavia una serie di aspetti emozionanti.
“Sono tanti gli aspetti fantastici di essere qui a New York. Innanzitutto suonare con il mio trio, qui dove è nato il jazz e dove tuttora lo si crea per davvero. Avere poi la possibilità di confrontarsi con i musicisti di qui è davvero stimolante e credo sia una forma di crescita notevole. Qui il jazz ha un altro sapore”.
Il tour dopo quest’ultima tappa statunitense, si fermerà per qualche settimana, per poi riprendere a metà dicembre in Italia.