Riceviamo e pubblichiamo il comunicato inviato alla nostra redazione dai lavoratori della Natuzzi di Ginosa.
La voce dei lavoratori della Natuzzi di Ginosa (Vox populi, vox Dei)
Abbiamo riscontrato in questa vertenza una miriade di comunicati stampa che recitavano “mezze verità” e non chiariscono molti punti a noi dubbiosi sull’accordo siglato il 10 ottobre u.s. presso il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE). Notiamo negli stessi comunicati strumentalizzazioni politiche anche da parte di qualche Rappresentante più politicizzato che confonde il ruolo sindacale con i suoi scopi politici.
Appare evidente che da parte Ns. non è un inutile allarmismo ma sono forti perplessità e dubbi nella fattibilità di tali progetti che, assorbiranno ingenti risorse pubbliche e allo stesso tempo saranno rioccupate una nicchia di Lavoratori in esubero dichiarato, questo è il primo punto.
Il secondo punto, poco chiaro, è la priorità della reindustrializzazione del sito di Ginosa, stabilimento per noi innovativo tecnologico e produttivo più degli altri siti, perche è scritto in modo ambiguo ed è interpretativo di chi legge, sicuramente da all’imprenditore una scelta molto ampia da dove iniziare la produzione, frase fatta nel sintomatico accordo da due periodi “ inoltre Natuzzi si rende disponibile a favorire le iniziative di cui sopra nei siti dismessi o in dismissione, ed in via prioritaria in quello di Ginosa nonché successivamente a partire in quello di Lamartella e Santeramo”, trafiletto scritto volutamente con i piedi.
Il terzo punto poco chiaro sono i criteri di scelta del personale che resterà in Natuzzi da come lo si legge i criteri tecnico organizzativi e produttivi son al primo posto e faranno l’ago della bilancia che dà all’impresa la scelta del personale secondo i suoi canoni e principi, altro che criteri della 223/91.
Il quarto punto “ ambiguo” è come può fare un sindacato a vigilare se negli stessi accordi firmati da esso sono interpretativi e lasciano mano libera all’imprenditore? Come potrà vigilare la RSU sé non invitata agli incontri sfornita di documentazione di individuazione ?
Avremmo tanti altri punti da scrivere come, il tetto minimo del capita sociale delle new.co ? i criteri di chi ci andrà ? ecc… ecc… ecc… , queste sono le Ns. principali perplessità e dubbi per non parlare poi del clima e le condizioni salariali che si andranno a creare, a ns. parere ai minimi contrattuali pur avendo un elevata maestranza e laboriosità.
Sintetizziamo un attimo come si è arrivati alla vertenza che è scoppiata a Giugno in cui i vertici Aziendali non presentavano il piano industriale alle RSU e alle OO.SS omettendo il futuro occupazionale in vista della scadenza della CIGS.
Abbiamo intrapreso, secondo l’omertoso comportamento, dai 4 a 6 giorni di sciopero secondo i siti produttivi di appartenenza e secondo la rotazione di ognuno di noi, giornate trascorse al sole di giorno e al freddo della notte con grossi sacrifici economici da parte delle ns. famiglie e il disagio psico-sociale, ricevendo la solidarietà da parte di tutti compreso le amministrazioni del territorio e le forze dell’ordine presenti con noi durante la permanenza davanti gli stabilimenti condividendo il sole e il freddo. Il tutto per rimpinguare le tasche dell’imprenditore e metterci a cassa dello stato senza una ricollocazione certa di tutti i lavoratori.
Dopo qualche impegno da parte dell’imprenditore alla regione puglia e le rassicurazioni ricevute dall’assessore Caroli ed in primis il Governatore della Regione Puglia Vendola, onorevole lavoro! diligentemente sospendemmo lo sciopero ad oltranza con un patto ben preciso “ da posto di lavoro a posto di lavoro ”, se questo non avverrà non avranno un solo voto dai Natuzziani, faremo gruppo.
Da quel momento in poi si sono susseguiti una serie di incontri a tutti i livelli in cui si sono esclusi i Lavoratori e I loro Rappresentanti (RSU), infatti, si è saputo ben poco di concreto del proseguo della vertenza, solo notizie frammentate confusionarie e di parte, con sloga e passerelle giornalistiche per odiens personalistici.
Il 9 ottobre u.s. nell’assemblea Sindacale, presiedute dalle OO.SS a tutti i livelli, siamo stati messi difronte al fatto “ o bevi o affoghi ” o accettate quest’accordo o tutti a casa, non siamo stati messi nelle condizioni di decidere democraticamente un percorso importantissimo del ns. futuro lavorativo con un REFERENDUM, questo modo di fare non ci è piaciuto, auspicavamo la democrazia da qualcuno di cui sopra, ma qualcuno non la conosce..!
Peraltro ci abbiamo sempre creduto fortemente ……..!
Di fatto, siamo stati i Lavoratori più Sindacalizzati di tutto il gruppo in cui il dato di produttività dello stabilimento era ed è il più alto di tutti i siti produttivi dell’impresa Natuzzi, alla faccia di chi dice il contrario.
Tuttavia, la nostra agitazione l’abbiamo sempre manifestata e non ci siamo mai seduti sugli allori ne siamo stati con la Penna in mano, abbiamo sempre lavorato duramente e fatto grande quest’impresa ed in parte al minimo salariale e sottoinquadrati e qualche sintomatico segretario, con i compagni di merenda, pur sapendo il tutto non a scritto e/o fatto nulla.
In cambio di tutto ciò, da ieri siamo stati esclusi dal ciclo produttivo con poche prospettive future dettate da un accordo poco chiaro, logicamente, sotto la soglia della povertà, nonostante l’impresa sia in attivo nel suo globo auspicandoci la ricollocazione di tutti noi.
Considerando l’importanza degli incontri futuri abbiamo chiesto alle OO.SS che riteniamo indispensabile ed imprescindibile che le RSU designate a rappresentarci nella cabina di regia e/o nel coordinamento degli stessi incontri vengano scelte dagli iscritti e non iscritti alle OO.SS con voto democratico dall’organico in atto, sperando che non ci venga tolto anche questo DIRITTO.
I Lavoratori della Natuzzi di Ginosa