L’ingresso di Matera nella short list delle sei candidate italiane a Capitale europea della cultura 2019 è un ulteriore incoraggiamento a rilanciare l’appello “Ripartire dalla cultura” promosso a livello nazionale da 97 istituti, associazioni e fondazioni di cultura, intellettuali, docenti e ricercatori universitari e docenti scolastici. E’ soprattutto un incoraggiamento per l’impresa turistica, i nostri operatori a qualificare offerta e servizi in vista del prestigioso traguardo e comunque di sicuri nuovi consistenti flussi turistici italiani e stranieri, a “ripensare” la tipologia di impresa. A sostenerlo è il Centro Studi Turistici Thalia evidenziando che la cultura, che ha un’incidenza sull’economia del Paese pari al 5,4% del Pil (76 miliardi di euro), sull’occupazione del 5,6% (1,4 milioni di lavoratori), sulla spesa turistica pesa per ben il 33,6% (23,3 miliardi di euro). Specie in Basilicata la “scommessa” sul futuro del turismo è legata in buona parte ai beni culturali, al patrimonio artistico-monumentale, ai Sassi di Matera come ai castelli federiciani, ai Parchi archeologici.
Ma anche in questo ambito, nell’analisi territoriale, il Mezzogiorno sconta un forte ritardo. Nel Sud le imprese culturali e creative producono il 16% del valore aggiunto complessivo del settore, in termini assoluti pari a 12,6 miliardi di euro, circa la metà di quanto prodotto dal Nord-Ovest (26,6 miliardi) ed un’occupazione del 20,5% di quella nazionale. Nella classifica generale del Country Brand Index 2013 l’Italia perde 5 posizioni e scivola al 15° posto. Siamo però stabilmente in vetta per attrattività del Paese determinata dalla cultura. In un quadro generale positivo per il turismo crescono nel 2012 del 2,3% i visitatori stranieri e del 3,8% la loro spesa nel nostro paese. Quanto alla Basilicata, secondo il settimo Rapporto Federculture, nel 2012, i visitatori a musei, monumenti ed aree archeologiche sono stati 224.528; il 20,4% dei lucani visita musei e/o mostre; il 17,4% siti archeologici e monumenti; il 16,4% va a teatro e il 45,2% a cinema; il 25,4% assiste a concerti musicali. Di qui la necessità di valorizzare l’intera filiera turistica, riannodando tutti gli elementi, dalla formazione delle figure professionali essenziali, alla promozione dei siti e contenitori, alla realizzazione di imprese, per rafforzare l’offerta culturale.
Che fare ? Partiamo dalla candidatura d Matera – risponde all’interrogativo Arturo Giglio, segretario del C.S. Thalia – per riprendere la Strategia di Lisbona all’Agenda 2020 sulle industrie creative lanciato dalla Commissione Europea, che si è già espressa in modo molto netto, definendo prioritaria la convinzione che nuovi percorsi di sviluppo non possano prescindere dalla cultura e dalle industrie creative. Dunque è necessario l’approfondimento sulle opportunità che derivano dal nuovo ciclo di programmazione dei fondi comunitari 2014-2020. I futuri fondi comunitari, ispirati ad una nuova concezione del ruolo della cultura nell’economia della conoscenza, poggeranno sul nuovo Programma ‘Europa Creativa’ che, accorpando i precedenti programmi Cultura e Media, beneficerà di un incremento di fondi messi a disposizione dall’UE (bilancio complessivo previsto in 1,8 miliardi di euro + 38%). Per la crescita della nuova imprenditorialità nel settore culturale, invece, saranno determinanti – aggiunge Giglio – i nuovi modelli di governance e valorizzazione del patrimonio culturale, per affrontare i problemi che ostacolano la progettualità culturale per uno sviluppo sostenibile, anche attraverso l’introduzione di nuove modalità di sostegno finanziario. Inoltre, un’attenzione particolare va riservata alle politiche urbane e alla qualità del contemporaneo, in connessione delle nuove iniziative riguardanti le smart cities e in vista della designazione definitiva della città italiana quale Capitale Europea della Cultura nel 2019. Nell’Anno Europeo dei Cittadini, un particolare rilievo, infine, sarà assegnato alla partecipazione dei cittadini nelle scelte di politica e di gestione in ambito culturale.
Ripartire dalla cultura significa creare le condizioni per una reale sussidiarietà fra stato e autonomie locali, fra settore pubblico e terzo settore, fra investimento pubblico e intervento privato. Guardare al futuro significa credere nel valore pubblico della cultura, nella sua capacità di produrre senso e comprensione del presente per l’avvio di un radicale disegno di modernizzazione del nostro Paese.
Denis de Kergorlay, Presidente Esecutivo di Europa Nostra, in proposito, sostiene che “il Patrimonio Culturale e’ la maggiore risorsa che l’Europa possiede: la nostra riserva aurea”.
Per Matera il modello è Cipro che punta a destagionalizzare anche attraverso il turismo culturale (Paphos sarà Capitale della cultura nel 2017) e quello religioso. Proprio come accadrà con il Presepe nei Sassi.
Nov 16
Capitale della cultura?
Città con sindaco senza laurea, molti dei consiglieri senza laurea( se non peggio)………. con una università farlocca………..poveri in canna……….invidiosi l’uno dell’altro……….MAH!!!
la classe dirigente è solamente un’esasperazione politico-sociale della cittadinanza lucana. Ricordiamoci che non sono al potere mediante un colpo di stato ma da espressione popolare.
Siamo un popolo di brava gente, che per colpa della propria umiltà si è lasciata abbindolare da false promesse e prese in giro.
Dobbiamo cambiare, la candidatura va inteso come una grossa opportunità che ci è stata data… rispettiamola ed utilizziamola come motivo di orgoglio per essere finalmente orgogliosi di essere Lucani.
Crediamoci ragazzi, lunedì diamo uno schiaffo alla nostra classe dirigente… il 2019 deve essere l’anno della rinascita
Eppure hanno intortato una commissione di “esperti”. Della serie “quando la mediocrità é un valore”