ASM, conciliazione vita e lavoro: l’intervento del direttore generale dr. Vito Nicola Guadiano.
Si è tenuto questa mattina presso l’auditoium dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera, il convegno sul tema: “Conciliazione Vita e Lavoro- Azioni positive per promuovere le pari opportunità attraverso la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, la formazione ed il reinserimento dei lavoratori”.
L’evento ha rappresentato la conclusione di un progetto realizzato in applicazione della legge n.53 del 2000.
Coordinatore del progetto è stato il dr. Eustachio Marcosano, mentre responsabile il sig. Franco Bitondo.
Sono intervenuti la dr.ssa Francesca Petrossi del dipartimento per le politiche per la famiglia del ministero, per la consigliera di parità della provincia di Matera è intervenuta la dr.ssa Stefania Drairicchio, , la dr.ssa Anna Fanelli consigliera di parità della regione Basilicata, la dr.ssa Simona Orsi del Centro Servizi di Matera, l’assessore regionale alle infrastrutture Rosa Gentile.
Il direttore generale dell’ASM dr. Vito Nicola Guadiano dopo aver ringraziato tutti per la partecipazione all’evento ha sottolineato che:
“ L’obiettivo di fondo che la Asm si è posta quando ha presentato il progetto di conciliazione vita/lavoro, è stato quello di avvicinare, contemperandole, le esigenze dei cittadini, che chiedono servizi sanitari di qualità, alle aspettative personali dei tanti professionisti che lavorano nell’Azienda, soprattutto in momenti particolari della loro vita, come per esempio la nascita di un figlio o l’assistenza ad un familiare non autosufficiente. La Asm assiste circa 205 mila cittadini dislocati in 31 comuni della provincia di Matera e conta quasi 2.300 dipendenti tra medici, personale sanitario, tecnico ed amministrativo. In una realtà così articolata e complessa, la gestione delle professionalità interne, seguendo logiche simili a quelle di una impresa, non sempre consente una conoscenza puntuale delle necessità, delle condizioni e dei problemi vissuti dai dipendenti. Tali situazioni spesso non sono adeguatamente gestibili con l’impegno del singolo e possono influire in modo determinante sul rendimento lavorativo e quindi sulla qualità del servizio erogato, per cui se non conosciute e, ove possibile, risolte, possono determinare nei dipendenti un senso di distacco dall’Azienda, percepita come “lontana” e “distratta”. I lavoratori e soprattutto le lavoratici nella fascia di età 25/45 anni sentono la necessità di avere un asilo nido aziendale, di ricorrere al part-time o ad altre forme di flessibilità del loro lavoro. Ugualmente forte è la richiesta di attivazione di momenti istituzionali di “ascolto organizzativo” del personale e di promozione della formazione professionale mirata al miglioramento delle capacità tecniche e professionali e al superamento della microconflittualità nei luoghi di lavoro. La Asm ha voluto cogliere la sfida lanciata dal Dipartimento della Famiglia con la promozione dei progetti di conciliazione, sfida che riguarda lo stimolo a cambiare mentalità, a guardare ai problemi familiari dei dipendenti con uno spirito e un’attenzione diversi. L’azienda che rappresento ritiene, anche se siamo solo all’inizio, di aver vinto questa sfida, perché ho la ferma convinzione che avvicinarsi alle esigenze di conciliazione dei nostri professionisti sia il metodo più rapido ed efficace per sviluppare e rafforzare il senso di appartenenza all’Azienda e la voglia di crescita professionale di ognuno ed anche, in definitiva, la garanzia migliore di un servizio di qualità ai cittadini.”