“Al Governo servono 347 milioni per abolire l’ Imu sui terreni agricoli e capannoni, servono risorse per finanziare misure di sostegno al credito per migliaia di aziende non più in bonis, servono risorse per ridurre le accise e l’ Iva in agricoltura, serve ridare reddito alle aziende agricole, ma le risorse non si trovano perché la coperta è troppo corta. Anzi, sull’ agricoltura rischia di abbattersi una scure del governo”. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, coordinatore Fima, federazione italiana movimenti agricoli.
“A fronte di queste emergenze – aggiunge – il ministro Saccomanni ha affermato che, per non alzare le tasse, servirebbero 2,4 miliardi di euro. E allora che cosa dobbiamo aspettare per vendere il patrimonio confiscato alla mafia, il cui valore si aggira intorno a 80 miliardi? Perché la De Girolamo non suggerisce di utilizzare i 2 miliardi in titoli di Stato confiscati alla mafia per aiutare le aziende agricole, al fine di evitare che i forconi blocchino il Paese?”
Invece, come se non bastasse, dobbiamo assistere al balletto degli emendamenti tra uomini della finanza, che fanno finta di occuparsi di agricoltura, abusando della pazienza degli agricoltori.
Dopo il ritiro dell’ emendamento del senatore del Pd Sposetti (ex tesoriere Pci e conoscitore della vicenda Federconsorzi), teso a recuperare i crediti di Federconsorzi, è arrivato in soccorso un emendamento governativo da parte del senatore del Pdl D’Alì (il banchiere processato per non aver aiutato la mafia). Diversa la forma dei due emendamenti, ma identica la sostanza: trasferire di colpo in poche mani un tesoretto di 400 milioni di euro!
“Gli agricoltori – conclude – dicono basta al singolare ping pong tra tesorieri e banchieri, a cui stiamo assistendo in questi giorni mentre il paese soffre, e si appellano al governo, al Ministro Saccomanni, al Ministro delle politiche agricole De Girolamo e a tutte le forze parlamentari affinché risorse finanziarie così importanti, comprese quelle confiscate alla mafia, siano utilizzate per dare ossigeno all’intero comparto agricolo, che ne ha disperato bisogno per agganciare la ripresa”.