Con la vignetta di Sergio Laterza il consigliere comunale del PDL Adriano Pedicini commenta il risultato delle elezioni regionali che ha decretato la vittoria del centrosinistra e il successo di Marcello Pittella. Pedicini dichiara che “l’unica speranza è rottamare il PDL in Basilicata. La protesta diventa una necessità, senza della quale il centrodestra non potrà mai trovare una identità politica unitaria che sia in grado di essere alternativa allo strapotere della sinistra. Si è persa una occasione forse unica che il centrodestra non ha saputo o voluto sfruttare, cedendo la vittoria a tavolino ad una sinistra che non sa più specchiarsi”.
Di seguito la nota integrale.
Non ci si può sottrarre da un esame veritiero perché è giusto che il popolo di centrodestra sappia che c’è qualcuno in questo partito che ha un’altra visione della politica e di come questa deve servire il territorio, per questo non mi allontanerò dall’analisi dura e cocente, quella del militante della strada, quella dell’elettore medio che vive con rabbia e rassegnazione ogni tornata elettorale; quello del 54% che è rimasto a casa a far altro perché aveva perso speranze e obiettivi. A costoro è sembrato che eravamo noi quelli in emergenza, quelli del presidente dimissionario, i fuoriusciti da una debacle governativa, smarriti ed impauriti senza meta ed orizzonte. No, quelli dovevano essere Pittella e compagni! ma ci abbiamo pensato noi a ribaltare i fronti. Siamo stati capaci di complicare le cose sino all’ultimo momento, col candidato dell’ultimo istante, senza un progetto e senza un programma, senza saper dire ai nostri sostenitori quali disegni avevamo per questa terra. Buttati nella mischia a cercar di arrabattare quel che si riusciva a recuperare, per far la “grande coalizione” partorita in incontri di vertici romani scollati dalla realtà locale e sordi ai richiami dell’elettorato. Avevamo tutto il tempo per preparare programmi ed azioni, strategie e scelte, ma come sempre sul fil di lana giunge l’inaspettata e sterile sorpresa disgiunta dal razionale. Tutti sappiamo qual è la considerazione delle opinioni pubbliche, quelle strane voci di strada che parlano di un partito che non vuol vincere, di un partito che in Basilicata deve cedere agli inciuci, quello della cogestione; voci di popolo? Forse! Tutti ne parlano, non possiamo contenere se si tratta di una fantasia tutta popolare sentita solo da chi vive accanto alla gente; chi “comanda” non crede sia vera questa favola che di bar in bar riecheggia mentre oggi si rafforza e prende corpo. Fiaba alla quale gli inossidabili coordinatori, onorevoli Viceconte e Latronico, sopravvissuti ad ogni cataclisma elettorale, oggi hanno dato anima, così come nel tempo hanno contribuito ad indebolire i solchi della comunicazione tra loro e la struttura del partito, fatta anche di valorosi protagonisti che uno dopo l’altro li hanno abbandonati. Un partito personale dove non vi dialogo e speranza a poter partecipare alle scelte, né a poter prender parte alle decisioni, dote destinata solo a chi è stato nominato dall’alto; gli altri non hanno alcuna voce in capitolo nonostante raccolgano input e stimoli che partono direttamente dal popolo. Cosi si è costruito un partito non più in grado di essere in sintonia con la società, sconnesso dalla realtà. Per questo l’unica speranza è rottamarlo in Basilicata, la protesta diventa una necessità, senza della quale non potremo mai trovare una identità politica unitaria che sia in grado di essere alternativa allo strapotere della sinistra. Si è persa una occasione forse unica che il centrodestra non ha saputo o voluto sfruttare, cedendo la vittoria a tavolino. Su questo si deve fare sintesi e attribuire responsabilità a chi le ha. Questo partito deve ritornare ad essere di proprietà degli elettori e l’unico modo per farlo, da oggi in poi, sarà quello di ritrovarci in una partecipazione ampia, dove a scegliere siano i cittadini, la linea che la base propone è quella delle primarie, affinchè la politica ritorni con dignità ad aggregarsi. Riconquistare l’elettorato deve essere la priorità, conquistarne altro una necessità.
Adriano Pedicini, consigliere comunale PDL
Più che vittoria a tavolino, io direi vittoria per manifesta inferiorità.
Siete andati a pescare questo candidato da trasmissioni televisive A Matera conosciamo bene quest’uomo
Caro Adriano Pedicini, spero il tuo compagno di avventura, il grande ed efficiente senatore Di Maggio, chieda scusa per le sue miserevoli ed isteriche invettive verso il popolo materano (vedi intervista sulla nuova del Sud). Certo che a Matera ci vuole lo psicanalista, infatti siamo riusciti a mandare nelle aule del senato romano un simile personaggio. Caro Di Maggio, ti reputi il migliore? Quali grandi meriti ritieni di possedere. Di sicuro uno su tutti, la grande abbuffata del fu polo del salotto. Come si sono permessi questi minorati materani a non votare in massa per il PDL ed il suo magnifico capo Di Maggio. Banderuola al vento, almeno taci.
bravo!! Ma non è merito dei materani se ora è senatore
MOTTO MATERANO…….
Meglio cento giorni da pecora che uno da leoni…..
Pedicini, quel 52% di astenuti non avendo alternativa (se si esclude il mov.5st) ha preferito rimanere a casa piuttosto che votare un centrodestra inesistente. Se ora ci ritroviamo con un 60% alla sinistra la colpa per il 52% è vostra. Sarebbe meglio tacere!!
I Lucani sono Masochisti …. Godono a farsi prendere per il c….o e rivoltano sempre le stesse persone ..Quindi ci meritiamo quello che siamo …PECORE…
Il capo dei cinesi…
sono contenta che abbia viti il mio partito , “quello degli astensionosti” dato che sono fiera di non aver dedicato un secondo del mio tempo a questa massa di arrampicatori sociali
no!! lei ha favorito il partito di maggioranza e cioè il PD
Caro Pedicini,
eppure lei aveva fatto la mossa giusta, quando se ne era andato da un NON partito, gestito in maniera monarchica a livello nazionale e oligarchia in Basilicata.
Non doveva ritornare, per il bene suo, degli elettori delusi del centro destra come me, della Basilicata.
Un saluto cordiale.
Resti forte e si guardi nuovamente intorno, lei che comunque mostra una certa passione poltica.
Caro Pedicini, senza alcuna ironia, fai tenerezza. Militi in un partito di proprietà di un capo assoluto che ne fa quel che vuole, persino cambiare il nome quando gli pare; un capo che per moralità ed onestà potrebbe essere il boss di una banda di delinquenti stupratori; una persona che si è arricchita in maniera straordinaria utilizzando il potere datogli dalla massa di persone che hanno creduto alle favole che ha raccontato per venti anni; che si è circondata di ominicchi e yes-man che sputtanano il Parlamento votando per la nipote di Mubarak,
un partito senza democrazia interna e senza un congresso che permetta una dialettica democratica e la formazione di linea politica ma con l’unica lotta tra chi lecca meglio il culo al leader maximo.
Ed ora tu parli di un partito di proprietà degli elettori, di partecipazione ampia, di scelta da parte dei cittadini, di primarie, di dignità della politica.
Non è per caso che hai sbagliato partito?
Quel partito sta bene ai viceconte, ai latronico ai di maggio.
Per questo fai tenerezza.
Con affetto.
Matera&PROVINCIA VENDUTA AI POTENTINI ….
….
…strano che nessuno della destra, fra le motivazioni dell’insuccesso, nomini un esempio nella destra: Romeo Sarra, l’unico che è riuscito a creare una linea diretta fra cittadini e istituzioni… forse Romeo, che tanto avete contrastato, vi fa paura anche da morto?
In quanto a rapporto diretto tra cittadini ed istituzioni Pedicini non è da meno. Occorre valutare i risultati (quali?) ottenuti sia da Pedicini che da Romeo Sarra, e qui avrei qualche dubbio.